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Sapere intellettuale e cura spirituale, il massimo della nobiltà

25 maggio 2021

Sapere intellettuale e cura spirituale, il massimo della nobiltà

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Essere studenti non è sempre facile, soprattutto quando si è fuori sede.

Ma con i giusti compagni corso, i giusti coinquilini e con un Ateneo dinamico e stimolante, l'essere studente diventa un l'esperienza unica nella propria vita.

Quando scelsi il mio percorso di studi non mi sarei mai aspettato di trovare un luogo dove potessi ritrovare me stesso. 

Un evento dopo l'altro, un incontro dopo l'altro ed una serie di avventure che da lì a poco mi avrebbero permesso di crescere sia personalmente ma anche professionalmente.

Grazie ai programmi offerti ed al suo mettere al centro, prima ancora della formazione dello studente, la forma mentis dell'individuo, l'Università Cattolica del Sacro Cuore mi ha dato la possibilità viaggiare all'insegna della scoperta del mondo.

Sono partito dall'essere una giovane matricola presso la sede di Roma fino a prendere un aereo e volare negli Stati Uniti d'America dove ho potuto studiare in un'altra lingua, conoscere persone provenienti da altri culture ed allargare i miei orizzonti.

Proprio parlando di orizzonti da allargare, da li non mi sono più fermato e decisi di partecipare ad un altro programma dell'università, ovvero quello del volontariato a Gerusalemme.

Infatti, se dovessi cercare un volto, descrivere con una sola foto che cosa sia, che cosa significhi essere o di essere stato studente, alumnus dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sceglierei una foto inerente alla mia esperienza di volontariato con l'Ateneo.

Lo stare lì, l'aver vissuto con chi è meno fortunato, è il dono più grande che potessi fare, soprattutto a me stesso. 

Questa è la dimostrazione, il verbo che si fa carne, che il poter aiutare altre persone con il sapere e la formazione che l'Università Cattolica negli anni ha avuto premura di dare ai propri alunni, è la massima forma di nobiltà di quanto essa tenga al sapere intellettuale e alla cura spirituale di chi vive quei corridoi, di chi vive quelle aule di Roma, Milano, Brescia, Piacenza e Cremona.

Ed è per questo che frequentare l'Università Cattolica per me è stata un'esperienza a 360°.

Non è stato solo libri, non è stato solo esami. È stato molto di più.

Causa pandemia, non sono ancora potuto tornare in Largo Francesco Vito ma quando tutto sarà finito, non vedo l'ora di tornarci per poter dare l'ultimo saluto a quel luogo che per 5 anni è stata la mia casa.

Ormai è un anno che mi sono laureato e posso dire di aver preso il volo. Tramite l'università ho iniziato un tirocinio a Malta ed attualmente sono rimasto qui per lavorare. Ma anche se non sono più studente, la formazione che ho ricevuto e gli attimi che ho vissuto saranno per me indimenticabili.

Dobbiamo riconoscere, come individui, studenti, docenti ma anche come cittadini che in cento anni di storia, l'Università fondata da padre Agostino Gemelli, ha tenuto fede alla sua triplice premessa che si era predisposta. 

Ora sta a noi farne tesoro e di essersene promotori in Italia e nel mondo.

Ultima cosa: alle nuove matricole, più che in "Bocca al lupo!", vorrei dire "Buon viaggio!", in quanto l'università non è solo un corso di studi ma un percorso di vita che ha come meta noi stessi. 

Ad maiora.

Testimonianza di

Antonio de Grandis

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