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Solo un’Europa unita può garantire la convivenza pacifica

30 giugno 2023

Solo un’Europa unita può garantire la convivenza pacifica

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«Ci troviamo di fronte a persone che conoscono la storia per averla attraversata»: così Marco Doria, storico dell’economia all’Università degli Studi di Genova, ha presentato gli autorevoli relatori che il 22 giugno hanno svolto a due voci la conferenza “Quale futuro per l’Europa?” nell’ambito del convegno “Lo spazio europeo. Equilibri geo-economici e potere nella lunga durata”, promosso da giovedì 22 a sabato 24 giugno dal Dipartimento di Storia dell’economia, della società e di scienze del territorio “Mario Romani” dell’Ateneo e dalla Società italiana degli storici economici (Sise).

A confrontarsi sul tema lo statista Romano Prodi, attualmente presidente della Fondazione per la Collaborazione tra i Popoli, e l’economista Alberto Quadrio Curzio, emerito dell’Università Cattolica e accademico dei Lincei. Entrambi sono stati docenti, sono tuttora studiosi attenti alle dinamiche politiche, economiche e sociali, hanno ricoperto ruoli di grande rilievo a livello nazionale ed europeo. «Entrambi si considerano cittadini dell’Europa e sono persone sensibili ai valori che l’Unione europea rappresenta e rappresenterà», ha ribadito il professor Doria.

Il giudizio di Romano Prodi sul ruolo dell’Europa e sul suo peso nella storia è stato molto chiaro. «O ci decidiamo a prendere decisioni necessarie in politica estera oppure non esistiamo più». E ha aggiunto: «Questa guerra nel cuore dell’Europa ha messo in evidenza profili che si erano identificati in passato, come lo stretto dualismo tra cinesi e americani. Il conflitto in Ucraina l’ha dimostrato cinicamente: l’Europa non conta nulla, non ha voce in capitolo nell’ambito della Nato, che è solo americana. Basti pensare al ritiro delle truppe dall’Afghanistan senza neppure avvisare gli alleati».

Il professor Prodi ha poi criticato l’autoreferenzialità delle grandi potenze. «L’Europa unita è una potenza fantastica, anche più degli Stati Uniti (che però hanno una tecnologia più forte). Ma Putin è nelle mani di Xi Jinping, presidente della Repubblica Popolare Cinese. Gli ex imperi sentono la nostalgia del passato, come la Brexit dimostra. Sono come il guidatore che guida guardando solo lo specchietto retrovisore».

Da parte sua, il professor Alberto Quadrio Curzio ha ricostruito la storia economica dell’Europa dalla Seconda guerra mondiale agli anni più recenti, a partire «dalla riunificazione tedesca, che fu un grande successo per l’Europa, agli anni dal 2000 al 2010 cruciali per l’entrata in vigore dell’euro, che rappresentò un allargamento di successo, e poi la crisi finanziaria dal 2008 al 2018, non prevedibile e non prevista, dove la Commissione europea fu condizionata dal Fondo Monetario a causa della crisi greca, creando così una spaccatura nel funzionamento dell’Europa. Il risultato fu un Consiglio più forte rispetto alla Commissione».

E oggi? «L’Unione europea è diventata molto fragile dal punto di vista economico, non ha poteri decisionali forti. L’Europa non ha materie prime, è dipendente dalle importazioni, frammentata da tanti microorganismi». Eppure, ha avvertito l’economista Quadrio Curzio, «l’Europa avrebbe potuto fare di più, doveva affidarsi a enti funzionali su filiere specifiche con forti capacità di intervento. È un limite poi che non esista un ente di riferimento per l’energia».

Sulla percezione valoriale dell’Europa anche Prodi ha ribadito che la Commissione era forte perché proponeva i valori europei agli altri Paesi in modo credibile, senza imporli con forza o come un dogma. Per questo «occorre costruire un mondo in cui non c’è imposizione ma bisogna rendere compatibile la convivenza nella diversità, non l’omogeneizzazione». Quasi uno slogan la sua conclusione: «Per un grande ruolo dell’Europa, occorre creare le condizioni per vivere la diversità».

 

 

Foto di Antoine Schibler su Unsplash

Un articolo di

Agostino Picicco

Agostino Picicco

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