I miei rapporti con l’Università Cattolica di Milano sono cominciati nel 1961. Fresca di maturità classica presa a Sassari, mi volevo iscrivere in Lingue appunto alla Cattolica. Venni a Milano, feci il test d’ammissione scritto e orale, lo superai, ma… Il clima allora grigio e nebbioso di Milano, il fatto che le studentesse dovessero indossare il grembiule nero, le lampade fioche delle camere del Marianum mi fecero venire una tale tristezza che tornai in Sardegna e mi iscrissi a Cagliari.
Sette anni dopo, nel Sessantotto, laureata e appassionata di cinema, scoprii che l’Università cattolica aveva aperto, in via Sant’Agnese, una Scuola Superiore di Comunicazioni Sociali. Il clima era diverso, quello meteorologico e quello sociale. Grande agitazione e grande fervore culturale.
Mi iscrissi contemporaneamente alla Civica Scuola d’Arte Drammatica del Comune di Milano, meglio conosciuta come La Scuola del Piccolo. Al mattino frequentavo questa, al pomeriggio la Scuola di via Sant’Agnese.
Sono stati due anni favolosi. Amicizie che ancora conservo, insegnanti bravi e originali. Eravamo in pochi allievi, e potevamo avere rapporti diretti e scambi amichevoli con i professori. Molte esercitazioni pratiche. Scoperta di autori sconosciuti e importanti. Tutti i giorni al cinema o a teatro. Molto divertimento unito a studio intenso.
Poi, nel 1970, una selezione per funzionari RAI, credo l’ultima opportunità di assunzioni per concorso pubblico. Ci presentammo quasi tutti. Su undici assunti, se ben ricordo, ben otto provenivamo dalla Scuola di via Sant’Agnese. E non perché favoriti, ma perché eravamo veramente i più preparati.
Così cominciò la mia avventura ai Programmi culturali televisivi della RAI. Ma il professore di Storia del teatro Emo Marconi, un personaggio molto originale che si dilettava anche di esoterismo, mi aveva fatto una predizione: il mio destino era quello di guadagnarmi la vita con la scrittura.