Sono sempre di più gli italiani che mostrano preoccupazione riguardo al cambiamento climatico e si dichiarano favorevoli nei confronti di comportamenti e politiche a tutela dell’ambiente (Rapporto Istat 2022 sulle preoccupazioni ambientali e comportamenti ecocompatibili). Eppure, secondo i dati pubblicati dal 9° Osservatorio nazionale sullo stile di vita sostenibile 2023 (LifeGate e Eumetra), sono ancora poche le persone che nella quotidianità si impegnano in comportamenti sostenibili (ad es. ridurre il consumo di carne rossa, scegliere capi di abbigliamento eco-sostenibili, utilizzare energia rinnovabile).
In psicologia, la discrepanza tra atteggiamenti e comportamenti è un fenomeno noto, ed è uno dei temi di cui si occupa il Centro di ricerca PsyLab, insieme alla questione di come sia possibile attraverso la comunicazione sostenere i comportamenti sostenibili per l’ambiente. Essere favorevoli al fatto di mettere in atto un determinato comportamento è un elemento necessario ma non sufficiente perché davvero mettiamo in atto quel comportamento, cambiando magari abitudini radicate nel tempo. Un importante fattore da considerare a questo proposito è la nostra percezione di efficacia, ossia il fatto di sentirci davvero in grado di fare una determinata cosa e di ottenere l’obiettivo voluto facendola. L’efficacia influenza fortemente la nostra motivazione ad agire e a perseverare in una certa azione fino a raggiungere i nostri obiettivi.
Nel caso del contrasto al cambiamento climatico – un obiettivo che riguarda non solo i singoli individui, ma l’intera collettività – la percezione di efficacia si può scomporre in due diverse componenti. Da un lato l’efficacia individuale, ossia la percezione che le proprie azioni personali possano avere un impatto significativo; dall’altro l’efficacia collettiva, ossia la fiducia nel fatto che gli sforzi a livello collettivo e istituzionale possano avere successo. Secondo alcuni ricercatori, spesso sarebbe proprio la presenza di una scarsa efficacia, sia individuale che collettiva, a disincentivare la messa in atto di comportamenti sostenibili.
In uno studio recentemente pubblicato dalla rivista Psicologia Sociale, e che ha coinvolto un campione rappresentativo di abitanti di comuni prospicienti il Lago di Garda, Mauro Bertolotti, Luca Valla e Patrizia Catellani hanno mostrato che sia l’efficacia individuale sia quella collettiva influenzano l’intenzione di mettere in atto comportamenti in favore della conservazione dell’ambiente.
Come spiegano i ricercatori, «l’efficacia individuale è associata all'intenzione pro-ambientale soprattutto tra coloro che hanno un livello di benessere economico medio o elevato, mentre l’efficacia collettiva contribuisce all'intenzione pro-ambientale in modo indipendente dalla situazione economica delle persone, soprattutto se sono molto identificate con il proprio territorio». Dunque, promuovere i comportamenti pro-ambientali come un modo di proteggere e migliorare il territorio condiviso da una determinata comunità, può non solo essere opportuno, ma anche stimolare sia l’identità territoriale sia l’efficacia collettiva.
In conclusione, stimolare la percezione di efficacia collettiva è una strategia utile per indurre le singole persone ad agire in modo più sostenibile per l’ambiente, superando il gap che attualmente spesso esiste tra le preoccupazioni per l’ambiente espresse dalle persone e la messa in atto di comportamenti pro-ambientali.