Si chiama Step In il progetto finanziato dall'Unione Europea attraverso il programma EU4Health con lo scopo di intervenire sui problemi di salute mentale dei migranti attraverso un approccio di psicoterapia breve che utilizza lo strumento Problem Management+ (PM+), sviluppato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Un approccio di particolare importanza ora che la pandemia da Covid-19 ha aumentato le preesistenti vulnerabilità e peggiorato lo stato di salute mentale delle popolazioni più fragili.
Step In ha l’obiettivo di formare alcuni referenti per l’individuazione ed il trattamento dei disturbi mentali rafforzando la capacità di risposta dei bisogni da parte dei professionisti della salute mentale in contatto con popolazioni migranti particolarmente vulnerabili: saranno coinvolti rifugiati, richiedenti asilo, donne, adolescenti, giovani adulti, famiglie con un solo capofamiglia e comunità Rom in Italia, Grecia e Romania attraverso la somministrazione del PM+, adattato sul piano culturale e linguistico, che consente di individuare ed affrontare i primi sintomi dei più comuni problemi di salute mentale e psicosociale.
Partner del progetto anche il Centro di Ricerca HE.R.A. (Health human care and social intercultural assessments) della Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica, istituito per sviluppare ricerche sugli interventi di assistenza socio-sanitaria e socio-assistenziale destinati ad assumere maggiore importanza nei sistemi assistenziali contemporanei. Il Centro è impegnato da molti anni nella tutela e nel miglioramento della salute mentale delle popolazioni migranti, anche attraverso lo svolgimento di attività progettuali finanziate dal Ministero dell’Interno, attraverso fondi del Fondo Asilo Migrazione e Integrazione (FAMI), con progetti Europei, attività di ricerca e pubblicazioni scientifiche. Le sue attività sono inoltre strettamente correlate con la UOC di Psichiatria Clinica e d’Urgenza dell’IRCCS Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli.
«Non può esserci salute senza salute mentale – afferma il Dott. Angelo Emilio Claro, psichiatra e Project Manager del Progetto per il Centro HE.R.A. – Infatti, circa il 14% del carico globale di malattia è da attribuirsi ai disturbi psichiatrici e, principalmente, alla depressione. Tali stime hanno attirato l'attenzione sull'importanza dei disturbi mentali per la salute pubblica. Con Step In vogliamo intervenire sulla salute mentale di una delle popolazioni più fragili con minor accesso alle risorse di salute mentale».
«Anche prima della pandemia – aggiunge il Dott. Emanuele Caroppo, Psichiatra e Segretario generale del Centro HE.R.A. - i sistemi pubblici di salute mentale in tutta Europa faticavano a rispondere adeguatamente alle esigenze specifiche dei migranti dal punto di vista psicosociale, poiché i professionisti della salute mentale che si occupano dei migranti non sono in numero sufficiente e non sono formati a prendersi cura di persone con un background culturale diverso. Pertanto, il progetto Step In ha come obiettivo quello di far sviluppare ai professionisti coinvolti specifiche capacità che consentano di lavorare al meglio con popolazioni migranti vulnerabili».
«Il progetto Step In - conclude il Prof. Gabriele Sani, Ordinario di Psichiatria all’Università Cattolica e Direttore del Centro di Ricerca HE.R.A. - avrà inoltre l’intento di valutare l'efficacia del metodo Problem Management+ (PM+), ideato dall’OMS nell'affrontare le specifiche difficoltà delle singole popolazioni, proponendo raccomandazioni basate sull'evidenza scientifica per l'implementazione dei servizi di accoglienza e assistenza nei diversi paesi».
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