Le testimonianze di Giuliana, Maddalena e Michele rimandano a un ricordo di università come un luogo di formazione integrale e, al contempo, un luogo fisico nel quale le persone si incontrano, si confrontano e crescono insieme. Tre laureati della Facoltà di Lettere raccontano i loro anni in Largo Gemelli e l’orgoglio di far parte della Community Alumni.
L’Università Cattolica per la famiglia Nardi racchiude molti significati: studio, impegno, amicizia, passione, condivisione. Significati riconducibili a esperienze di vita che hanno permesso di acquisire competenze sempre maggiori e preparato ad affrontare gli impegni con serietà, metodo e professionalità, prima per l’università, ora per il lavoro e il vissuto quotidiano.
Lo afferma Giuliana Broggi, alumna della Facoltà di Lettere e filosofia, oggi insegnante in un liceo, che ricorda i suoi anni in Cattolica «come un periodo particolarmente fecondo dal punto di vista intellettuale e umano. All’inizio del primo anno ricordo un entusiasmo, una sete di conoscenza travolgente che mi portava a seguire anche lezioni di corsi che esulavano dal mio piano di studi». Ma Giuliana che si è laureata il 1° aprile del 1985, discutendo una tesi in Filologia dantesca intitolata Le fonti del Commento di Francesco da Buti alla Commedia (Inferno) elaborata con i professori Gian Carlo Alessio e Francesco Mattesini come relatori, in particolare rammenta come grazie ad alcuni corsi e seminari abbia imparato un metodo di ricerca «ho esplorato territori sconosciuti della letteratura, ho incontrato docenti affascinanti: Giuseppe Billanovich - grande studioso, talvolta poco comunicativo ma sempre molto coinvolgente - Claudio Scarpati, Olindo Pasqualetti, Giuseppe Frasso, Eddo Rigotti, e molti altri, ma colui con il quale condivisi non solo il lavoro di ricerca per la tesi di laurea, ma anche una bella amicizia, insieme ad un affiatato e variegato gruppo di compagni, fu il professor Gian Carlo Alessio, che ha lasciato in me un ricordo davvero meraviglioso».
Ma per Giuliana l’Ateneo di largo Gemelli è stato anche un luogo di lezioni e incontri importanti, ricchi di nuovi significati e profondi valori spirituali: «Fondamentale per la mia vita fu l’incontro con don Luigi Giussani: nella magia dell’Aula Magna, alle otto e trenta del mattino, mi si svelava ad ogni sua lezione, sul senso religioso, il fascino della ragionevolezza della Fede cristiana, come risposta ai grandi interrogativi dell’esistenza. Su questa certezza si fonda la mia vita».
E sempre per Giuliana l’Università Cattolica è stata crocevia di presenze «vulcaniche e trascinanti come quella di Luigino Amicone, capo della comunità di CL» ed esperienze belle che ancora si ricordano con piacere e nostalgia a distanza di anni «le ore di studio nelle biblioteche degli istituti, le chiacchierate nei chiostri, le sigarette fumate insieme con i compagni nelle pause di studio, la Messa nella cappella, le lunghe visite alla libreria Vita e Pensiero, l’Amaro Averna bevuto al bar dell’università – come rituale scaramantico dopo gli esami - con la mia amica più cara con cui condividevamo studio e vita sono frammenti di ricordi di anni di vita molto intensa. Nacquero rapporti di amicizia che perdurano ancora e costituiscono memoria di un periodo della mia vita che, più che importante, definirei portante».