Non puoi capire il nostro pianto è lo spettacolo vincitore, tra quelli in presenza, salito sul podio della decima edizione del Festival Thauma che si è conclusa sabato 20 aprile nell’Aula Magna dell’Ateneo in largo Gemelli. Contaminazione tra Persiani di Eschilo e Quarta dimensione di G. Ritsos, lo spettacolo è stato messo in scena dal liceo classico Ugo Foscolo di Albano laziale e si è distinto per la grande pulizia e potente coralità da cui è emerso un attento studio e un ottimo lavoro teatrale. I movimenti coreografici dei 32 studenti si sono trasformati in una vera e propria scenografia umana. La composizione visiva dei quadri scenici, i movimenti precisi e densi, l’accurata dizione degli attori e l’impressionante perfomance del coro all’unisono hanno permesso il fluire di emozioni intense.
Una menzione di merito è stata attribuita dalla giuria a Cavalieri, falsi e cortesi (tratto da Cavalieri di Aristofane), pensato e realizzato dal liceo classico e linguistico Carlo Alberto di Novara. L’eccellente lavoro corale si è unito a un apprezzato studio delle coreografie, delle maschere e dei costumi, e a un pertinente accompagnamento musicale. La drammaturgia, circoscritta alla scena dello scontro tra cuochi, richiama a contemporanei duelli televisivi, ma questa intenzione ha finito con il sacrificare l’allegoria politica della commedia aristofanesca. L’l’intenzione dichiarata di consegnare la condanna dei populismi è emersa, infatti, solo parzialmente.
Il miglior lavoro corale in presenza è stato Rudens o Gómena (Rudens di Plauto) del liceo scientifico, classico e linguistico G. Galilei di Legnano, eseguito con libertà drammaturgica senza tradire il testo originale, e che ha saputo suscitare empatia nel pubblico.
La menzione di merito è andata per i buoni intenti dell’interpretazione corale a Il canto di Prometeo (contaminazioni tra Prometeo incatenato di Eschilo e citazioni di Giacomo Leopardi e Adrienne Rich) dell’I.I.S. Salvador Allende di Milano.