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Toniolo, il fondatore dell’analisi complessa della contemporaneità

17 febbraio 2022

Toniolo, il fondatore dell’analisi complessa della contemporaneità

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C’è un aspetto che rende sempre attuale, e per certi versi profetica, la figura di Giuseppe Toniolo: la sua capacità di leggere la realtà ponendo al centro l’uomo, le istituzioni, la società. A rendere fruibile la “opera omnia” di un economista dal pensiero complesso, a volte episodico, segnato da diverse stagioni e forse per questo spesso soggetto a «dimenticanze», «accostamenti» e «reinterpretazioni parziali», è il volume dell’editrice Vita e Pensiero “Economia  umana. La lezione e la profezia di Giuseppe Toniolo: una rilettura sistematica”, a cura di monsignor Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi-Foligno, un percorso unitario, presentato martedì 17 febbraio nella Sala Negri da Oleggio dell’Università Cattolica.

Perché Giuseppe Toniolo, che non ha lasciato teoremi, dovrebbe interessare gli economisti mainstream? La «lezione e la profezia dell’economista cattolico», ben mostrata da monsignor Sorrentino, ha detto il professore di Politica economica Marco Vivarelli, alla guida dell’omonimo Dipartimento che ha promosso l’iniziativa, «è quella di un approccio alla realtà che pone questioni che gli economisti standard hanno spesso smarrito ed espunto dalle loro analisi».

 

Un articolo di

Katia Biondi

Katia Biondi

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Ecco perché «Toniolo non merita l’oblio». A dirlo con convinzione è l’assistente ecclesiastico generale dell’Ateneo monsignor Claudio Giuliodori, prendendo a prestito il titolo della relazione che la studiosa Giuseppina De Simone pronunciò nell’ambito di un convegno del 2018 organizzato in Cattolica proprio per celebrare i cento anni dalla morte dell’intellettuale, proclamato beato il 29 aprile del 2012. Certo, ha aggiunto monsignor Giuliodori, «Toniolo non era un campione di sintesi». Di qui la difficoltà, talvolta comprensibile, ad avvicinarsi ai suoi studi. Eppure, «il patrimonio della sua riflessione è poderoso» poiché «consente di leggere una miriade di questioni nella loro interconnessione e nell’essere legate da alcuni fattori imprescindibili: la centralità dell’uomo, la realtà della famiglia, i soggetti intermedi nella società, il ruolo del lavoro, la funzione dell’economia». Ciò spiega il valore di questa antologia, articolata in 23 capitoli che se, da un lato, offrono un «distillato del pensiero del Toniolo», dall’altro, consentono di capire anche la portata della dottrina sociale della Chiesa.

Forse per questo varrebbe la pena definire il libro di monsignor Sorrentino una “summa” vera e propria. Si tratta di «un magnifico sforzo di ricostruzione sistematica non solo della lezione ma anche della profezia del Toniolo concretizzata dal fatto che nel volume spesso sono citate questioni attuali a partire dal credito passando per l’usura fino ad arrivare alla crisi finanziaria», ha precisato la preside della facoltà di Economia Antonella Occhino. Un libro, dunque, che ha dello scientifico ma che non riduce «l’economia a una scienza della misurabilità» e che soprattutto trasmette un messaggio di «carattere culturale». È «l’appello a un cambio di mentalità» rivolto a tutti, in particolare agli scienziati, per una «rifondazione di scienza sociale» che «nell’affrontare i problemi non può essere da sola ma necessita della «interdisciplinarità».

 

 

Del resto, ha rimarcato il direttore dell’Archivio per la storia del movimento sociale cattolico in Italia “Mario Romani” Aldo Carera, lo testimonia il fatto che «l’origine delle argomentazioni del pensiero del Toniolo non è riconducibile a una disciplina specifica»: non a quella storica né a quella sociologica tantomeno alla disciplina economica. Questo perché «la chiave di lettura è l’economia umana intesa come profezia». Dalla sua intera opera, e non soltanto dal “Trattato di economia sociale”, emerge la «forma mentis» dello storico che dialoga e che cerca, in una «prospettiva acutamente interdisciplinare», di arrivare a «sviscerare la sua chiave di lettura». Una ricchezza di pensiero che rende difficile metterlo «sotto etichette» altrimenti si corre il rischio di cadere in «retroversioni». Insomma, ha annotato Carera, «penso che la cultura cattolica, in generale, al Toniolo debba riconoscere in lui il fondatore dell’analisi complessa della contemporaneità».

Ed è proprio così. Non è un caso, ha commentato monsignor Sorrentino, «nel mondo del mainstream economico e accademico mondiale vengono riscoperte domande che sono esattamente quelle poste cento anni fa dal Toniolo: la tematica dell’etica dell’economia, della solidarietà, degli ultimi, del rapporto tecnologia e umano». Tutti temi che l’economista aveva posto con «spirito profetico» e che oggi tornano di attualità. Per questo, resta una figura «ispirante», assolutamente da riscoprire, recuperando quell’idea di «umanità integrale», dove l’integralità ha a che fare anche con il trascendente.

Il dibattito è stato arricchito dagli interventi specifici su alcuni capitoli del libro tenuti dai docenti della Cattolica Carlo Bellavite Pellegrini, Luigi Campiglio, Raul Caruso, Lorenzo Esposito, Marco Grazzi, Giuseppe Mastromatteo, Vito Moramarco.

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