Dalla fisica teorica alla difesa della proprietà intellettuale: è questo il percorso accademico e professionale di Matteo Zendra, che in Università Cattolica ha conseguito nel dicembre 2024 il PhD in Science, il programma di Dottorato di Ricerca in Fisica attivo tra la sede di Brescia e l’Università KU Leuven.
Durante il dottorato si è occupato di modellistica teorica e algoritmi computazionali per descrivere le proprietà dei materiali quantistici, con particolare attenzione ai sistemi a molti corpi fortemente correlati.
Dal 2024 lavora come Patent Engineer presso Jacobacci & Partners, società di consulenza specializzata in proprietà intellettuale e tra i principali operatori nel settore dei brevetti e dei marchi.
Qui supporta aziende e inventori nella protezione delle loro tecnologie: dalla redazione dei brevetti alla loro prosecuzione in ambito nazionale e internazionale, passando per ricerche di anteriorità e analisi di libera attuazione.
A metà strada tra scienza e giurisprudenza, il lavoro nel reparto brevetti consiste, dal punto di vista pratico, nel tradurre conoscenze scientifiche complesse in un linguaggio giuridico preciso, valutando la novità delle invenzioni, il loro potenziale e contribuendo a costruire un ponte tra ricerca, industria e tutela dell’innovazione.
Il processo parte sempre dall’analisi di un’invenzione, che può essere proposta da piccole o grandi aziende, da gruppi di ricerca universitari oppure da professionisti autonomi. «Inizialmente il mio ruolo è quello di comprendere come funziona l’invenzione e cosa la distingue rispetto a ciò che è già presente sul mercato, a quanto è già stato depositato da altri o pubblicato nella letteratura scientifica».
Segue poi la fase di scrittura del brevetto: un documento giuridico che descrive l’invenzione in modo completo, includendo lo stato dell’arte, il problema tecnico che l’invenzione vuole risolvere e tutte le possibili varianti di realizzazione dell’invenzione stessa.
Alle competenze di base – nel caso di Matteo la fisica, ma possono essere anche l’ingegneria o la chimica – è necessario affiancare solide nozioni legali. «L’obiettivo è proteggere l’invenzione, impedendo a soggetti terzi di sfruttarla senza autorizzazione e garantendo così una posizione di esclusiva».
Non tutte le invenzioni, però, sono brevettabili: «Possono essere tutelate solo quelle che forniscono una soluzione tecnica ad un problema», precisa Matteo. Gli ambiti applicativi sono molto diversi: dai settori più tradizionali della meccanica fino a quelli in forte espansione del software e delle applicazioni informatiche basate sull’intelligenza artificiale.
Il campo d’azione di Matteo comprende settori altamente tecnologici come la fisica applicata, l’ingegneria elettronica e l’ottica. La formazione scientifica acquisita nelle aule e nei laboratori dell’Ateneo bresciano rappresenta quindi la base per comprendere e valorizzare l’innovazione proposta dai clienti.
«Attualmente sto studiando per diventare Mandatario Brevetti e iscrivermi ai due albi professionali della categoria, quello italiano e quello europeo», conclude Matteo. Per operare in autonomia è infatti necessario superare entrambi gli esami, previsti rispettivamente per il 2026 per l’abilitazione italiana e per il triennio 2026–2028 per quella europea.