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Un’indagine rivela l’identikit di chi si sovraindebita

20 dicembre 2024

Un’indagine rivela l’identikit di chi si sovraindebita

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Un fenomeno in crescita, poco visibile e difficile da intercettare. Il sovraindebitamento interessa in Italia un numero sempre più rilevante di persone che fatica a pagare in tutto o in parte i propri debiti. Si stima, infatti, che circa un milione di italiani è sovraindebitato, mentre 2 milioni sono in ritardo nei pagamenti di prestiti o finanziamenti. A essere maggiormente in difficoltà sono uomini, con livelli di istruzione e reddito bassi, frequentemente lavoratori.

A tracciare un profilo di queste persone è l’indagine “Dall’indebitamento al sovraindebitamento: caratteristiche individuali e financial literacy”, promossa dal Comitato Edufin e realizzata da un team di ricerca interdisciplinare dell’Università Cattolica del Sacro Cuore nell’ambito delle attività promosse dall’Osservatorio sul debito privato dell’Ateneo. L’indagine, presentata mercoledì 6 novembre all’Università Cattolica, è stata condotta dal gruppo di ricerca dell’Ateneo composto da Margherita Lanz, Andrea Bonanomi, Paola Iannello, Edoardo Lozza, Matteo Robba, Giulia Sesini e ha coinvolto un campione rappresentativo della popolazione italiana per genere, età, area geografica, istruzione (3.011) e un sovra-campione di soggetti sovraindebitati contattati tramite il coinvolgimento delle associazioni Adoc, Casa del Consumatore e Movimento Consumatori (303). L’obiettivo è stato analizzare, grazie all’utilizzo di un approccio quantitativo e multidisciplinare, anche tutti quei fattori psicosociali che lasciano prevedere condizioni di sovraindebitamento, indagando nello specifico i legami tra variabili psicologiche e livelli di educazione finanziaria. Ne è emersa una fotografia articolata che ci dice tanto sul profilo psicologico del sovraindebitato, ben più complesso di quello che generalmente l’opinione pubblica è portata a credere.

In particolare, la survey, ottenuta sulla base della somministrazione di un questionario online della durata di 15/20 minuti, fa vedere che il 2% dei rispondenti non riesce ad affrontare i propri debiti. Nella maggior parte dei casi i finanziamenti sono stati ottenuti tramite banche o società finanziarie (55%), il debito corrisponde a oltre la metà del proprio reddito (68%), la maggioranza dei sovraindebitati condivide la propria situazione di difficoltà con la famiglia (67%), in più della metà dei casi poi, per riparare la situazione in cui si versa, sono richiesti nuovi finanziamenti alle banche (59%) oppure prestiti ad amici e parenti (48%).

Dal punto di vista psicologico i soggetti sovraindebitati sono caratterizzati da una tendenza a valorizzare i beni materiali a scapito di una gestione oculata delle risorse, da una marcata impulsività e dalla propensione ad attribuire a sé stessi un ruolo marginale tra le cause della situazione di indebitamento cronico. In aggiunta, a fronte di una scarsa conoscenza dei concetti economico-finanziari di base, si rileva il ruolo centrale della percezione di auto-efficacia finanziaria, ossia la fiducia nelle proprie capacità di gestire le finanze.

Risultati che suggeriscono la necessità di pensare a forme concrete di azioni per arginare un fenomeno che - favorito dal caro-prezzo e dalla tendenza diffusa di ricorrere a formule di credito online come il “buy now pay later” (acquista ora, paga dopo) - sta assumendo proporzioni rilevanti nel nostro Paese con possibili ricadute sul singolo individuo e sull’intera collettività. Il gruppo di ricerca che si è occupato dello studio, pertanto, suggerisce alcune azioni concrete. Innanzitutto, la necessità di operare una segmentazione psicografica dei soggetti in condizioni di sovraindebitamento al fine di fornire un servizio di sostegno che possa rispondere a bisogni specifici. In seconda battuta, è del tutto evidente l’importanza dell’educazione finanziaria: oltre alle conoscenze di concetti economici di base, è fondamentale promuovere lo sviluppo di competenze pratiche, ovvero aiutare a tradurre le conoscenze teoriche in azioni concrete (simulazioni di gestione del budget, creazione di portafogli virtuali, case study di risoluzione di problemi finanziari reali) e sostenere una maggiore consapevolezza di sé e delle proprie inclinazioni, le quali svolgono un ruolo chiave nel determinare i propri (in)successi nella gestione del denaro. Infine, è cruciale valorizzare e far conoscere l’attività delle associazioni. Queste ultime, infatti, sono fondamentali a livello territoriale nello svolgimento di campagne di prevenzione, nell’identificare soggetti che si trovano già in condizioni critiche e nell’offrire sostegno alle persone in difficoltà finanziaria, facilitando l’accesso a servizi di consulenza finanziaria e assistenza legale. Per questo diventa importante che le associazioni escano allo scoperto per rendere visibili i propri servizi e sensibilizzare la popolazione sui rischi legati al sovraindebitamento.

 

Un articolo di

Katia Biondi

Katia Biondi

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