Sono arrivata all’Università Cattolica, Facoltà di Giurisprudenza, nel mese di Settembre 1994: anni particolari, dopo le stragi del ’92, gli attentati dell’estate del ’93 e gli inizi di Tangentopoli. Le aule, in largo Gemelli, erano gremite. Nessuno si sarebbe mai perso le lezioni del prof. Schlesingher o del prof. Castronovo. Tutti in silenzio, le lezioni erano seguite con vivo interesse, perché si imparava a vivere. Le lezioni di Micro e Macro Economia del prof. Caloia, poi divenuto presidente dello IOR, erano lezioni di vita. Si imparava il senso della legge, del diritto, a distinguere fra diritti naturali e non, i diritti essenziali ma, soprattutto, ad arrivare alle origini di una norma.
L’Università Cattolica per me è stata anzitutto una scuola di vita: ho imparato il senso del sacrificio, lo studio sodo, la capacità di approfondire, sapere, argomentare. In aula i docenti ci aiutavano a mettere in atto vere e proprie aule di tribunale: il PM, la difesa, l’accusa. E così ci si misurava con un sapere che, traducendosi in azioni concrete, ci faceva misurare con i sentimenti, con le emozioni dell’imputato o della vittima, dell’avvocato che non può esimersi dal difendere tutti e del magistrato sul quale pesa la responsabilità di tante persone.
Ho appreso che non c’è una via di mezzo: o si è corrotti o si è onesti. Questo è un principio che non vale solo per gli avvocati e i magistrati ma per ciascuno, qualsiasi sia lo stato di vita. Infatti, dopo le lauree in Giurisprudenza prima, in Economia poi, ho compreso che avrei dedicato la mia vita a Dio, puntando sui giovani e al loro desiderio di verità.
Tutto il resto è per me incompetenza, superficialità. Negli anni ho imparato che le raccomandazioni non servono: se non si è persone competenti, il successo dura poco. Serietà, senso di responsabilità sono il lascito della Cattolica per me. E anche ora, quando, da docente, riattraverso il cortile, mi pare di rivivere quegli anni fatti di sapere, di voglia di approfondire, di pensare innanzitutto come persone oneste, poi come avvocati o manager.
Mi auguro che l’Università Cattolica scelga di essere ancora il luogo del sapere e che i ragazzi scelgano la conoscenza, perchè non si vive e non si muore per se stessi.