Si stima che più di 5 milioni di famiglie italiane siano attualmente in difficoltà economiche, con un aumento del 25% rispetto al 2021. I dati del Registro Nazionale degli Indebitati (RNI) mostrano che nel 2022 si è avuto un aumento del 10% dei casi di sovraindebitamento rispetto all’anno precedente. Le fasce della popolazione più esposte al fenomeno? «Nuclei genitoriali con figli ma non sempre minori, spesso con un solo genitore, in prevalenza donna. Famiglie che vivono in affitto, ma nel 40% circa hanno una casa di proprietà, nel 17% dei casi con un mutuo da pagare», ha dichiarato Elena Beccalli, Preside della Facoltà di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative dell’Università Cattolica, citando i dati del primo rapporto della Fondazione Salus Populi Romani durante il suo intervento che ha aperto i lavori dell’incontro. E ha aggiunto: «Sebbene il reddito disponibile delle famiglie italiane sia cresciuto nel 2022, l’alta inflazione ne ha eroso il valore reale, con maggiore intensità nella seconda metà dell’anno. Particolare attenzione va riservata all’elevato rischio di infiltrazione criminale da parte di organizzazioni che, attraverso il radicamento sul territorio, il reclutamento di affiliati presso le fasce più deboli della popolazione e l’ampia disponibilità di capitali illeciti, possono trovare nuove occasioni per svolgere attività usurarie».
Un identikit del sovraindebitamento confermato anche dai dati emersi dal resoconto di 15 anni di attività di prestito di soccorso condotto da Banca Mediolanum sul territorio nazionale, tramite un lavoro coordinato con i centri di ascolto parrocchiali, le Fondazioni diocesane antiusura e i volontari. Dal 2009 oltre cinque i milioni di euro erogati che, con un importo medio di 10.300 euro nel 2023 e un tasso di interesse simbolico pari all’1,25%, hanno consentito di aiutare più di 600 famiglie, la maggior parte delle quali distribuite nel Nord (40%) e nel Sud e Isole (46%). Secondo il resoconto, sempre dal 2009 a oggi, due terzi dei prestiti sono stati destinati a donne, a famiglie a basso reddito con figli a carico, ma anche a precari e pensionati. Tra le principali motivazioni dell’indebitamento rientrano perdita del lavoro, spese per la casa, separazioni e lutti familiari, malattie e cure sanitarie, vari tipi di dipendenze. Un percorso virtuoso, visto che quasi il 90% delle famiglie riesce a rimborsare regolarmente il prestito, manifestando anche progressi in ambito di educazione finanziaria grazie anche al supporto dei consulenti finanziari.
«Il nostro primo obiettivo è quello di riconoscere l’importanza di farci carico di una parte delle disuguaglianze economiche della comunità e di riportare queste famiglie all’interno del processo di indebitamento responsabile che restituisce alla persona la dignità civica e sociale. Ad oggi sono 15 le Fondazioni associate alla Consulta Nazionale Antiusura “San Giovanni Paolo II” con cui abbiamo stretto accordi garantendo l’impegno in 13 regioni: Lombardia, Piemonte, Veneto, Liguria, Sardegna, Emilia-Romagna, Lazio, Sicilia, Campania, Calabria, Puglia, Abruzzo e Toscana e con la volontà di estendere a tutta Italia e con un plafond rotativo complessivo di euro 4.400.000, destinato a crescere», ha osservato Giovanni Pirovano, Presidente di Banca Mediolanum.
Durante il dialogo con Don Stefano Stimamiglio, Direttore di Famiglia Cristiana, Pirovano è entrato nel merito dell’attività della Banca che, con il patrocinio di Fondazione Mediolanum EF, stipula convenzioni con Fondazioni diocesane e interdiocesane operanti nel campo dell’assistenza e della beneficenza con lo scopo di dare sostegno alle famiglie bisognose che versano in situazioni di indebitamento e di prevenire il ricorso all’usura. Le Fondazioni, in molti casi, fanno riferimento ai centri di ascolto parrocchiali per intercettare le esigenze delle famiglie bisognose prevalentemente con figli. Attraverso il prestito di soccorso, Banca Mediolanum rende tangibile e concreta l’inclusione finanziaria e bancaria in linea con l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile, rispondendo al primo e ottavo obiettivo: lotta alla povertà e crescita economica.
La portata preventiva del credito sociale è stata messa in evidenza da Luciano Gualzetti, Direttore di Caritas Ambrosiana e Presidente della Consulta nazionale delle Fondazioni antiusura, oltre che della Fondazione San Bernardino, espressione delle diocesi lombarde. Dal suo punto di vista, «il credito sociale è uno strumento che gli operatori dei nostri organismi ritengono prezioso. La sua efficacia, all’interno dei percorsi di riduzione di situazioni di sovraindebitamento, è indubbia. Ma è anche evidente la sua portata preventiva: consente infatti di evitare che situazioni di crisi finanziaria individuale e famigliare scivolino nel ricorso all’usura. Rischio sempre più frequente, in un’economia infiltrata da filiere criminali che agiscono in guanti bianchi, che si presentano con tono amichevole e che dispongono di abbondante liquidità. Rischio inoltre ingigantito, negli ultimi anni, dall’incontrollato espandersi del gioco d’azzardo, che, sfruttando gli sconfinati territori online, moltiplica i casi di dipendenza emotiva e psicologica e, di conseguenza, l’ossessiva ricerca di prestiti illeciti, che finiscono per rivelarsi trappole esistenziali». In altre parole, «il credito sociale offre una preziosa alternativa a vicende individuali che sembrano essersi infilate in un tunnel senza via d’uscita, e nel contempo contribuisce a rinsaldare prassi e spazi di legalità, a beneficio della collettività».
Anche Antonella Sciarrone Alibrandi, dell’Università Cattolica, è tornata sulla necessità di agire sul fronte della prevenzione. «Iniziative come il prestito di soccorso vanno in questa direzione: sono lungimiranti ed efficaci per costituire garanzie in favore di persone a rischio di cadere nella rete dell’usura». Infatti, «l’usura è più facile prevenirla che contrastarla quando si è già realizzata. Per questo andrebbe rafforzato ulteriormente il Fondo per la prevenzione previsto dall’articolo 15 della legge n. 108. Una normativa, quella antiusura, che però risale al 1996 e pertanto andrebbe aggiornata tenendo conto dello scenario attuale caratterizzato dalla crescente espansione di prestiti usurari e più in generale del cosiddetto “welfare criminale”».
All’evento hanno preso parte tre Fondazioni antiusura che hanno dato voce alle loro esperienze sul campo. Sono intervenuti Vittorio Alfisi, Fondazione Ss Mamiliano e Rosalia Fondo di Solidarietà Antiusura di Palermo, Mario Marini, Fondazione Antiusura S. Maria del Soccorso di Genova, Fabio Vando, Fondazione Salus Populi Romani di Roma.
Tra i relatori c’erano anche Mario Muccio, Coordinatore dell’Ufficio del Commissario Straordinario del Governo per le iniziative contro l’estorsione e l’usura, Carla Napolitano, Dirigente MEF della Direzione Regolamentazione e vigilanza del sistema finanziario e membro della Commissione per la prevenzione del fenomeno dell’usura, Giorgio Gobbi, Direttore Banca d’Italia Milano, Gianfranco Torriero, Vice Direttore generale vicario ABI, Sara Doris, Vice Presidente Banca Mediolanum e Presidente Fondazione Mediolanum.