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Il principio di un umanesimo

19 dicembre 2021

Il principio di un umanesimo

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Non dite troppo male dell’umanità.

L’annunciazione rivela che Dio ha stima dell’umanità. Maria è destinataria della intenzione di essere con gli uomini, il “Dio con noi”. Il Figlio dell’Altissimo sarà il figlio di Maria.

L’evento è singolare, ma coinvolge tutto il popolo di Israele e addirittura tutta l’umanità.

Una sorta di consuetudine a disprezzare la gente, a pronunciare giudizi perentori e generalizzati, a elencare misfatti e disastri può indurre a pensare che uomini e donne siano troppo mediocri, troppo egoisti, troppo cattivi. Come possono meritare l’attenzione di Dio? Sembra che nessuna grande impresa di bene sia alla portata dell’umanità di oggi.

L’inclinazione a sottovalutare se stessi consiglia di rinunciare a incamminarsi verso la santità: meta troppo alta. La recensione delle proprie fragilità suggerisce di sottrarsi a parole definitive e a impegni senza scadenza: la definitività più che attrarre è temuta.

Invece Dio manda il suo angelo per rivelare che in una donna abita la pienezza di grazia, che una donna è chiamata ad essere la madre del Figlio di Dio, che il sì di una donna sia la condizione per compiere il progetto di Dio.

“Non temere”, cioè non sottovalutarti, proprio tu sei chiamata a questa vocazione. “Niente è impossibile a Dio” ma l’opera di Dio si compie nella forma di vocazione: una annunciazione, gratuita e imprevedibile, una fiducia intelligente e insieme oltre ogni calcolo, una risposta trepida e libera.

Perciò non dite troppo male dell’umanità. Dio non si stanca di amare e di chiamare a un compimento felice, una pienezza di vita, di giustizia e libertà.

L’Università Cattolica è una risposta alla vocazione di pienezza, è nata cent’anni fa dell’audacia di uomini e donne che hanno creduto che uomini e donne non sono chiamati alla mediocrità, ma alla pienezza, che i cristiani non sono tanto più cristiani quanto più sono ignoranti ed evitano domande, ma quanto più sono esperti di umanità.

In conclusione: diventare umani.


L’esortazione di Paolo incoraggia i cristiani di Filippi a costruire un umanesimo conforme alla dignità della persona che vive “in Cristo”.

In realtà l’elenco proposto da Paolo è una sintesi di un umanesimo che anche la cultura pagana nelle sue espressioni più alte ha descritto e desiderato. In una delle lettere più cristocentriche, la lettera ai Filippesi, le esortazioni sono meno “confessionali”, non per una “morale laica”, ma per una fiducia nell’umanità, in tutta l’umanità.

Le raccomandazioni di Paolo possono essere raccolte in tre capitoli molto suggestivi e insieme molto impegnativi.

Il comportamento secondo verità e giustizia: quello che è vero, giusto, nobile, puro (Fil 4,8). Sembra quasi una provocazione: come può permettersi Paolo di parlare di verità? Di giustizia? Di purezza? Come si può dire che esista una verità? Che si possa tracciare un confine tra vero e non vero? In un contesto in cui il criterio di giudizio inappellabile è il soggettivismo individualistico, il pensiero cristiano continua a testimoniare la verità cristiana. L’Università Cattolica continua a credere che esista una verità che non sia ideologia, giustizia che non sia una fredda oggettività, una purezza che non sia astratta perfezione. Di questo servizio c’è bisogno: testimoni della verità buona, liberante, affidabile.

La qualità della presenza nel contesto della vita ordinaria: quello che è amabile, onorato, merita lode. I cristiani diventano testimoni e missionari anzitutto guadagnandosi la stima di coloro che li incontrano. Curano di essere presenza amabile per il loro tratto di gentilezza. Si guadagnano la stima degli altri non perché esibiscono le loro virtù, ma perché sono coerenti, scelgono il bene e non l’interesse, scelgono il servizio e non il potere, scelgono la modestia e non l’arroganza. L’Università Cattolica, come ogni contesto di vita, può ospitare ambizioni, passioni, risentimenti, conflitti. Insieme con la verità buona, gli uomini e le donne che fanno l’Università sono chiamati a rendersi amabili, gentili, inclini alla stima vicendevole e alla collaborazione onesta, al tratto della benevolenza abituale.

La gioia: siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti (Fil 4,4): i cristiani attingono una gioia misteriosa e invincibile che non è risultato di circostanze favorevoli o di risultati gratificanti. Il Signore è vicino: assicura Paolo. Il Signore è con te, annuncia l’angelo Gabriele a Maria. Il Signore è con noi, rivela il mistero che celebriamo in ogni celebrazione eucaristica entrando nel mistero che ci salva, incarnazione, morte, risurrezione di Gesù. Anche in università coloro che credono che il Signore è vicino sono invitati ad essere lieti, sempre lieti.

Così possiamo raccogliere il dono di questa celebrazione, le indicazioni per un umanesimo che ha accolto l’annunciazione: nella ricerca del vero, con uno stile gentile e amabile, con animo lieto.

L'omelia di

Mons. Mario Delpini

Mons. Mario Delpini

Arcivescovo di Milano

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