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Inaugurata la terza stagione del “Pianoforte in Ateneo”

08 marzo 2024

Inaugurata la terza stagione del “Pianoforte in Ateneo”

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«Il pianoforte non è uno strumento musicale, è molto di più. È un sistema complesso, intersemiotico che rappresenta la nostra esistenza». 

Con queste parole introduttive del direttore dello Studium musicale di Ateneo Enrico Reggiani, giovedì 7 marzo “Il Pianoforte in Ateneo” è tornato protagonista in Università Cattolica a Milano per animare sette serate da marzo a novembre. 

La terza edizione del ciclo di concerti, dopo il grande successo delle due precedenti, è frutto dell’intesa tra lo Studium musicale di Ateneo e Kawai Pianos di Hamamatsu e consolida una breve ma molto apprezzata tradizione con la direzione scientifica del professor Reggiani e quella artistica del Maestro Davide Cabassi.

«Stiamo diventando un punto di riferimento culturale per la città e stiamo creando qualcosa di speciale – ha detto Cabassi salutando la platea prima del concerto –. Tutti i musicisti che accettano sono felici di suonare qui e dispongono di un eccellente Shigeru Kawai, la “Ferrari dei pianoforti”».

Nell’Aula Magna di largo Gemelli, sold out per la prima serata, il giovane Maestro Elia Cecino ha suonato la Sonata n. 2 op. 35 di F. Chopin, le Variations sérieuses op. 54 di F. Mendelssohn e ha conquistato il pubblico con gli Studi Sinfonici op. 13 di R. Schumann. Infine, due bis per accontentare gli ascoltatori generosi di applausi: un Walzer omaggio a Puccini nel centenario della morte del compositore e di nuovo Chopin con una mazurka.

«Stasera con Chopin, Mendelssohn e Schumann siamo tra gli anni Trenta e Cinquanta del XIX secolo e assistiamo a una sintesi del sistema romantico – ha spiegato Reggiani -. Cerchiamo di intravedere fisicamente i pianoforti per cui questi grandi brani sono stati pensati. Perchè ogni pianoforte è diverso ed esprime sonorità differenti». Tenere insieme sonorità, risorse compositive e brano da suonare è la sfida di ogni artista.

George Bernard Shaw l’aveva definito come “il più importante di tutti gli strumenti musicali” perché “la sua invenzione rappresenta per la musica ciò che l’invenzione della stampa fu per la poesia”. Da più di tre secoli il pianoforte articola linguaggi, elabora culture, gestisce le economie delle risorse più diverse che gli vengono affidate dall’esperienza umana, coltivando creativamente “l’opposizione significante dei piano e dei forte”. Per questo è anche un prodotto socio-culturale, il raffinato protagonista di molte opere letterarie e cinematografiche, il soggetto privilegiato di una ricca e plurisecolare galleria di raffigurazioni pittoriche.  

A partire dal valore culturale di questo strumento l’iniziativa dell’Ateneo vuole contribuire ad arricchire l’offerta musicale della città di Milano con una stagione cameristica che si avvale di un profilo artistico di altissimo livello e a cui si accompagnano iniziative collaterali innovative dal punto di vista cultural-musicologico quali agili introduzioni di quindici minuti prima di ogni concerto e seminari tardo-pomeridiani di guida all’ascolto dei brani in programma aperti a tutti. 

Inoltre, l’edizione 2024 si arricchisce di ulteriori proposte: Masterclass pianistiche e un incontro sull’evoluzione tecnologica del pianoforte nell’ambito dell’insegnamento del professor Reggiani “Linguaggi musicali in prospettiva storica”, dedicato fino a maggio a “Piano culture: linguaggi, economie, tecnologie”. 

L’appuntamento è con le altre sei serate a ingresso libero con prenotazione e sei maestri della scena pianistica internazionale che si alterneranno al pianoforte: Gala Chistakova (4 aprile), Boris Petrouchansky (16 maggio), Mariangela Vacatello (13 giugno), Carles Marín (26 settembre), Davide Cabassi (17 ottobre), Rachel Breen (14 novembre). 

Un articolo di

Emanuela Gazzotti

Emanuela Gazzotti

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