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Mission Exposure, il bello di essere “provocati”

30 novembre 2021

Mission Exposure, il bello di essere “provocati”

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«Predisporre l’animo a partire, essere pronti ad esporsi in contesti sconosciuti, essere provocati come persone che si mettono in cammino per incontrare l'altro nella sua diversità». Queste parole di Matteo Brognoli, educatore dell’ufficio Mondialità del Pontificio Istituto Missioni Estere, collaboratore del Centro Pastorale dell’Ateneo e referente del programma insieme a Padre Alessandro Canali, riassumono il significato più profondo di Mission Exposure, il progetto che stimola gli studenti della nostra Università a vivere un’esperienza concreta di missione, sostenuta e preparata da un percorso di formazione che tenga insieme la dimensione accademica, umana e spirituale.

L’iniziativa, giunta alla sua tredicesima edizione, è promossa dal Centro Pastorale dell’Università Cattolica e dal PIME, in collaborazione con il Centro di Ateneo per la Solidarietà Internazionale. Per l’edizione 2021 i posti a disposizione sono 40.

«Missione, per gli studenti e le studentesse, vuol dire uscire dalla propria zona di comfort – osserva Padre Canali, missionario del PIME e Assistente Pastorale in Ateneo - lasciarsi toccare dalla vita, incontrare realmente un bisogno, toccarlo con mano e capire che cosa significa quell’incontro per la propria crescita personale e per il proprio cammino».

Gli studenti che hanno aderito al progetto lo scorso anno – una ventina circa - hanno fatto esperienza di volontariato in Italia nei mesi di luglio e agosto, prestando servizio in diversi contesti di bisogno sociale: dalle mense per i poveri alle comunità di accoglienza, dall’educativa di strada ai luoghi di incontro per i migranti.

Anche quest’anno i ragazzi selezionati potranno fare esperienza di missione nei mesi estivi, per la durata massima di tre settimane, in alcune realtà in Italia.

«L’invito è quello di non chiudersi in sé stessi, ma guardare oltre il proprio sé - sottolinea Brognoli - uscire dai propri bisogni e domandarsi che cosa il mondo ha da dirmi, e cosa in questo momento e che cosa c’è fuori dal proprio confine».

Questo significa esporsi. «Chi sceglie di fare questa esperienza – prosegue – viene preparato a essere provocato su tre dimensioni: conoscere maggiormente il mondo che lo circonda, mettersi in cammino come persona e anche dal punto di vista spirituale».

Prima della partenza è previsto un periodo di formazione che inizierà nei primi mesi del 2022. In programma incontri di un weekend a cadenza mensile sui temi della cooperazione internazionale e della diversità culturale con il contributo di esperti dell’Ateneo e ospiti esterni. L’idea è quella di preparare i ragazzi all’esperienza che vivranno: un cammino anche spirituale e di fede.

Chi è interessato a Mission Exposure può candidarsi inviando, entro il 31 gennaio 2022 - una lettera motivazionale a mex.missionexposure@gmail.com, attraverso la quale esprimere il desiderio di mettersi in gioco professionalmente, personalmente e umanamente.

«Sebbene in alcuni casi, come per le facoltà di Scienze della Formazione e Psicologia, è più facile che ci sia un’affinità tematica – osserva Brognoli – in realtà ogni studente può legare le materie di studio ai temi di bisogno sociale e interrogarsi su questi argomenti anche come futuro professionista e persona aperta al mondo».

Un articolo di

Valentina Stefani

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