Riflettere sui diritti umani attraverso il linguaggio universale dell’arte. È la missione di “Progetto Genesi. Arte e Diritti Umani”, la mostra itinerante ideata e curata da Ilaria Bernardi che, dopo il gran consenso di pubblico raccolto nella prima edizione, ritorna con una proposta più ricca, coinvolgente, poliedrica. E lo fa dalla Triennale Milano, prima tappa dell’iniziativa, dove dal 22 febbraio al 2 aprile sarà possibile ammirare 15 nuovi lavori di artisti contemporanei, provenienti da tutto il mondo, e che vanno ad ampliare la Collezione di questa seconda edizione. «Sono tutte opere che parlano di fragilità, un modo per dire che si tratta di una condizione che riguarda tutti noi», ha detto Stefano Boeri, presidente di Triennale Milano, durante la presentazione dell’iniziativa martedì 21 febbraio nel Palazzo dell’Arte del capoluogo lombardo. E ha aggiunto: «L’altro valore condiviso del “Progetto Genesi” è che solo l’arte è in grado di collegare condizioni diverse di fragilità, raccontandole con un linguaggio universale».
Una mostra, quindi, che si rafforza portando a oltre 50 le opere che la compongono. E che ancora una volta rappresenta un modo per «verificare e analizzare quali messaggi può dare l’arte per una riflessione profonda sulle crisi sociali, economiche, ambientali che attraversano le nostre civiltà, culture, persone». Ne è convinta Letizia Moratti, presidente Associazione Genesi, raccontando lo spirito che nel 2020 ha portato alla nascita del Progetto, tra le cui finalità c’è innanzitutto quello di raggiungere un pubblico vasto di spettatori. E questo anche grazie all’ampiezza dei temi che attraversano le opere - la memoria di un popolo, l’identità multiculturale, le vittime del potere, il colore della pelle, i diritti delle donne, la tutela dell’ambiente - e che, per questo motivo, possono essere «occasione di riflessione per costruire un futuro migliore». Come l’opera di Filippo Berta “Gente comune”, della precedente edizione, che traccia 70 confini invalicabili, molti dei quali proprio in Europa. O anche “Bombs”, di Ai Weiwei, tra le 15 nuove acquisizioni, che raffigura bombe di vario tipo, da una granata del 1911 fino a un ordigno nucleare del 2019, e sempre portatrici di conflitti e dolore.
Non a caso parte fondamentale dell’iniziativa è anche l’attività educativa. A ribadirlo il rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Franco Anelli, secondo il quale sono due gli aspetti interessanti che caratterizzano “Progetto Genesi”. Il primo è la «poliedricità disciplinare» capace di mettere in dialogo l’arte con i diversi campi della conoscenza, del sapere, della ricerca. Il secondo riguarda il tema dell’educare. «Già nel 1925, il fondatore dell’Università Cattolica, Padre Agostino Gemelli, sosteneva che “Educazione è per eccellenza conquista della unità dello spirito, è formazione della personalità”. Di qui, l’educazione contribuisce non solo alla formazione del singolo, ma alla creazione di nuove forme di cittadinanza attiva e responsabile. Di fronte alla difficoltà dei linguaggi tradizionali, il ruolo pedagogico dell’arte apre dunque nuove prospettive come edificatore della coscienza, personale certo, ma anche collettiva», ha osservato il rettore Anelli.
Difatti, ha spiegato la curatrice Ilaria Bernardi, il concetto base della Collezione è «essere proattivi», ovvero non semplicemente «documentare con l’arte le tragedie e le drammaticità umane, ma proporre un’educazione. La nostra missione è passare da un’arte che parla di se stessa a un’arte socio-centrica».
Come le altre opere della Collezione, le nuove acquisizioni sono dipinti, sculture, fotografie, video, realizzati da artisti di tutto il mondo che riflettono sulle urgenti questioni culturali, ambientali, sociali e politiche del nostro tempo. Gli artisti delle nuove acquisizioni sono: Marcellina Akpojotor (Lagos, Nigeria, 1989); Radcliffe Bailey (Bridgetown, NJ, 1968); Filippo Berta (Treviglio, Bergamo, Italia, 1977); Sonia Gomes (Caetanópolis, Minas Gerais, Brasile, 1948); Lauren Halsey (Los Angeles, California, 1987); Patricia Kaersenhout (Den Helde, Olanda, 1966); Hung Liu (Changchun, China, 1948); Tala Madani (Tehran, Iran, 1981); Marco Perego (Salò, Brescia, Italia, 1979); Robert Peterson (Miami, Florida, USA); Doris Salcedo (Bogotá, Colombia, 1958); Ai Weiwei (Pechino, Cina, 1957); Billie Zangewa (Malawi, 1973).
In Triennale Milano la mostra include non soltanto le 15 nuove opere della Collezione, ma anche un nucleo di 15 opere esemplificative del nucleo iniziale della Collezione presentato in occasione della prima edizione di “Progetto Genesi”.