«Ridurre la fame nel mondo è una sfida cruciale. Sacche di povertà esistono anche nei Paesi sviluppati, in Europa e persino in Italia. È per questo che il ruolo dei Banchi alimentari, e in particolare del Banco alimentare italiano, è fondamentale». Con queste parole il professor Pier Sandro Cocconcelli, preside della Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali dell’Università Cattolica, ha introdotto l’intervento di Marco Lucchini, segretario generale della Fondazione Banco Alimentare, ospite del Campus di Cremona in occasione della Settimana del Dono promossa dall’Ateneo.
La Federazione dei Banchi Alimentari nasce con un obiettivo chiaro: combattere la fame, la povertà e l’emarginazione, promuovendo al tempo stesso la lotta allo spreco alimentare.
Un impegno che si traduce ogni giorno in azioni concrete e in numeri significativi: solo nel 2024, il Banco Alimentare ha distribuito 95 mila tonnellate di cibo, di cui 6 mila recuperate da sprechi, raggiungendo 1 milione e 700 mila persone in difficoltà attraverso mense, associazioni, comunità ed empori solidali.
«Il sistema dei Banchi Alimentari» ha sottolineato Cocconcelli «dà una seconda vita al cibo che altrimenti andrebbe perso. E in questo processo il contributo delle tecnologie alimentari, quelle che i nostri studenti studiano ogni giorno anche qui, nel campus di Santa Monica, è centrale».
Ma quale ruolo può avere concretamente un tecnologo alimentare nella battaglia contro lo spreco di cibo? È la domanda che si sono posti gli studenti e le studentesse del secondo e terzo anno di Scienze e tecnologie alimentari durante l’incontro con Lucchini.