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Valentina Rodini, Edoardo Scotti e Giacomo Gentili, dalle Olimpiadi al campus di Cremona

20 settembre 2024

Valentina Rodini, Edoardo Scotti e Giacomo Gentili, dalle Olimpiadi al campus di Cremona

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Una remata perfetta che squarcia l’acqua verdastra. Quattrocento metri bruciati in un’inezia. Medaglie, pesanti, bagnate di lacrime. Sudore, tanta fatica, anni di lavoro per arrivare a ottenere quella remata, quello scatto, e quella medaglia, che ne è naturale conseguenza. Valentina Rodini lo ha fatto a Tokyo 2020, conquistando uno degli ori più emozionanti di quell’Olimpiade rinviata al 2021 a causa della pandemia, nel doppio pesi leggeri. La sua scommessa vincente, come ci aveva raccontato. Tre anni dopo, a Parigi 2024, il canottaggio azzurro ha gioito per l’argento nel quattro di coppia, a sedici anni dall’ultima medaglia a cinque cerchi in questa specialità. Su quella barca, nel bacino nautico di Vaires-sur-Marne, c’è un altro cremonese doc, Giacomo Gentili, che nel chiostro di Santa Monica scherza con Edoardo Scotti, quattrocentista lodigiano, piacentino d’adozione, medaglia d’argento agli Europei di Roma 2024 sia nella staffetta 4x400 metri mista, con tanto di record nazionale in 3'10"69, sia nella 4x400 metri maschile.

Sono nel campus di Cremona per incontrare le nuove matricole della Facoltà di Economia e Giurisprudenza. «L’insegnamento più prezioso che mi ha dato il canottaggio è stato pormi degli obiettivi e cercare di raggiungerli nonostante tutto» racconta Valentina Rodini. «Gli avversari non si fermano ad aspettarti. Gli imprevisti sono all’ordine del giorno. Quindi quel “nonostante tutto” fa la differenza. È un insegnamento di vita che mi porto dentro». Annuisce, Giacomo Gentili. Sa perfettamente cosa intende Valentina. «A me la medaglia di Parigi ha cambiato la vita» spiega il canottiere delle Fiamme Gialle. «È stata una rivincita con il passato, dopo il brutto incidente e il quinto posto di Tokyo. Lo abbiamo visto bene anche alle ultime Olimpiadi: ti prepari quattro anni per quel momento, e poi basta una colica renale per mandare tutto all’aria. Aspettavo quella medaglia da sette anni, ora mi sento più leggero. Mi ha aiutato a superare le batoste, a costruire un percorso e a perseverare fino all’obiettivo».

 

La fotografia di Parigi che Giacomo porterà sempre con sé sono le sue lacrime che grondano sulla medaglia, mentre abbraccia il sogno di una vita che si è appena compiuto. «Agli studenti suggerisco di essere pervicaci, di farlo con disciplina, di non mollare mai, fino al raggiungimento dell’obiettivo». Per Edoardo Scotti, invece, il meglio deve ancora venire. Ne è certo, nonostante le due medaglie d’argento messe al collo a giugno, agli Europei di atletica. «Parigi è una parte di un lungo percorso» commenta il velocista dei Carabinieri. «L’Olimpiade più importante per me sarà la prossima, quella di Los Angeles, quando avrò raggiunto la vetta del mio sviluppo fisico e atletico. Quest’anno comunque è andato abbastanza bene, a partire dagli Europei di casa nostra fino alle Olimpiadi, raggiungendo la finale in entrambi i casi. In Francia non è arrivata la medaglia, ma è un altro mattoncino nella costruzione di quel percorso». 

L’incontro, moderato da Pierluigi Torresani, docente al master in Sviluppo del talento, professionalità e inclusione sociale nello sport. Interventi psicosociali, è stato introdotto da Matteo Burgazzoli, responsabile della Vicedirezione per Cremona, e da Ilaria Galavotti, docente di Business administration and management. «Avere oggi al Welcome Day tre atleti olimpici che hanno tenuto altissima la bandiera del nostro Paese è stato un disegno bellissimo» spiega Marco Allena, preside della Facoltà di Economia e Giurisprudenza, che ha concluso l’evento insieme a Fabio Antoldi, coordinatore della laurea magistrale in Innovazione e imprenditorialità digitale, i cui studenti sono stati protagonisti di un tour in bicicletta per le vie del centro di Cremona, e a Daniele Cerrato, coordinatore del corso di laurea triennale in Economia Aziendale.

«Far accogliere i nostri nuovi studenti nel campus di Santa Monica da tre atleti olimpici è un’idea grandiosa che siamo riusciti ad realizzare» prosegue il preside Allena. «Non poteva esserci partenza migliore per questo anno accademico». Un Welcome Day a tutto sport, in una città universitaria sulle rive del Po. «Aver ampliato lo spazio universitario cremonese è fantastico» conclude Valentina Rodini. «C’è ancora molto da fare, ma Cremona è bella e ha spazio. Ha spazio per accogliere. Questo campus è meraviglioso e per noi sportivi offre molte occasioni che possono essere sfruttate». E agli studenti, suggerisce: «Trovatevi un professore da "odiare", perché sarà lui, o lei, a stimolarvi a dare il meglio di voi stessi. A dimostrargli che si sbaglia, che tu ce la fai. Nonostante tutto».

Un articolo di

Francesco Berlucchi

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