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Perché i vertici del calcio non riescono a cambiare

Miguel Poiares Maduro ha provato a cambiare il governo del pallone dal suo interno, senza riuscirci. Già avvocato generale della Corte Europea di Giustizia e attualmente preside della Global School of Law della Universidade Catolica Portuguesa, Maduro è intervenuto durante l’incontro “Sports and Rule of Law” organizzato martedì 26 aprile dall’Università Cattolica del Sacro Cuore sull’uso della Rule of Law nella regolamentazione sportiva. Hanno dialogato con lui i professori dell'Ateneo Pietro Franzina e Luca Rubini

Nel 2016 è stato nominato presidente della commissione sulla governance, un organo interno della FIFA voluto dal presidente Gianni Infantino sull’onda degli scandali che travolsero la federazione nel 2015. Il compito di questo organo era vigilare sull’attuazione delle riforme, l'applicazione delle regole sull'idoneità dei candidati alle posizioni FIFA, la supervisione delle elezioni e la promozione della responsabilità sociale e dei diritti umani nel calcio. Il suo mandato è durato appena otto mesi, durante i quali ha incontrato molte difficoltà: l’esempio più famoso è quello della decisione di ritenere non idonea per la neutralità politica dell’organizzazione la rielezione del vice primo ministro russo Vitaly Mutko nel consiglio, l’organo esecutivo della federazione.

Mutko è stato ministro dello sport della Federazione Russa dal 2008 al 2012 e ha presieduto il comitato organizzatore dei Mondiali di Russia 2018 fino a dicembre 2017, quando si è dimesso per via del suo coinvolgimento nello scandalo sul Doping di Stato russo denunciato dalla Wada con il rapporto MacLaren. Tale scelta è stata fortemente contestata e ha portato alla conclusione del suo mandato dopo il congresso della FIFA organizzato in Bahrein nel 2017.

27 aprile 2022

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