Web reportage | L'anniversario

Dieci anni con Papa Francesco

10 marzo 2023

Dieci anni con Papa Francesco

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«Fratelli e sorelle, buonasera! Voi sapete che il dovere del conclave era di dare un vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli cardinali siano andati a prenderlo quasi alla fine del mondo, ma siamo qui». Con questo saluto informale, Jorge Mario Bergoglio, affacciandosi dalla loggia della Basilica di San Pietro, salutava i fedeli riuniti nella piazza per salutare il nuovo Papa. Papa Francesco. Era il 13 marzo 2013. Esattamente dieci anni fa.

Argentino, classe 1936, è il primo gesuita a salire al soglio pontificio nonché il primo Papa proveniente dal continente americano. Successore di Benedetto XVI, dopo la rinuncia al ministero petrino, Papa Francesco, ha subito impresso una ventata di novità al suo pontificato e in questi anni ha imposto, con un linguaggio diretto e comprensibile a tutti, temi cruciali di grande complessità: la tutela dell'ambiente, gli sforzi per la pace contro la "terza guerra mondiale a pezzi", l'attenzione per i più deboli, in particolare al dramma dei migranti. Senza dimenticare la grande inclinazione al dialogo con le altre fedi religiose e il rapporto diretto con i giovani.

In questo web-reportage, insieme ai docenti e agli studenti dell'Università Cattolica, approfondiremo i temi principali di questi primi dieci anni di pontificato, ricordando anche i momenti di incontro di Papa Francesco con il nostro Ateneo: dal messaggio inviato per il Centenario della nostra Università, alla Santa Messa nel piazzale della sede di Roma in occasione dei sessant'anni della Facoltà di Medicina fino all'Angelus pronunciato dal decimo piano del Policlinico Gemelli durante il ricovero nel luglio del 2021.

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Redazione

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«Celebrare i dieci anni di pontificato di Papa Francesco significa immergersi in una ventata dello spirito – spiega monsignor Claudio Giuliodori, Assistente ecclesiastico generale di Ateneo – perché ha sconvolto in qualche modo la vita della Chiesa aprendo orizzonti fino ad ora inesplorati. Una Chiesa che si muove verso la periferia, tanto da definirla “un ospedale da campo”. Ma chi pensa che la sua sia una Chiesa della marginalità sbaglia perché Papa Francesco ha cuore il centro pulsante della Chiesa che è la passione di Dio per l'uomo».

«Pellegrino in tutti gli angoli della Terra, fino all'estremità dell'umano, Francesco oggi ci chiama a riflettere su un camminare insieme che sia davvero un cammino sinodale, un impulso continuo a ripensare e in qualche modo a ridisegnare anche il volto della Chiesa dentro la tradizione ma anche con quelle necessarie innovazioni che servono proprio a rendere la sua missione particolarmente efficace e adeguata ai tempi».

Papa Francesco vive un’epoca di cambiamento in cui non solo gli immigrati, ma anche gli autoctoni vivono un profondo mutamento antropologico. Ma è prima di tutto lui stesso una grande novità: «a partire dalla sua provenienza, primo papa non europeo da tredici secoli - sostiene nel suo commento al decennale Agostino Giovagnoli, docente di Storia contemporanea dell’Ateneo. Questo papato ha introdotto il concetto di “Chiesa in uscita”, spinta, dal suo compito primario ed irrinunciabile di annunciare il Vangelo, a entrare in mondi sconosciuti.

Papa Francesco e la "Chiesa in uscita" (A. Giovagnoli)

«Un programma destinato a restare valido ancora a lungo - aggiunge il professore - non perché l’abbia deciso Papa Francesco ma perché è la storia ad imporlo». Questo spiega anche la prudenza di Bergoglio, che sorprende e appare in contrasto con il preconcetto di un pontefice progressista, su molte questioni che dividono, dal celibato ecclesiastico al sacerdozio delle donne.

Un tema molto importante nel pontificato di Francesco è quello relativo all’educazione: «C'è una sorta di pedagogia implicita che accompagna il pensiero del Papa – sottolinea Domenico Simeone, preside della Facoltà di Scienze della Formazione - che probabilmente trova le sue origini fin da quando da parroco seguiva le attività educative e accompagnava anche la crescita dei ragazzi. Una pedagogia che mette al centro la persona e che vede l'educazione come un processo di trasformazione sociale che vuole promuovere la crescita integrale della persona».

«È necessaria una vera e propria alleanza educativa tra gli adulti che hanno una responsabilità nei confronti delle giovani generazioni. Nell'educazione, c'è un seme di speranza che deve germogliare grazie all'impegno di ciascuno di noi ed è per questo che l'Università Cattolica ha istituito un Osservatorio per l'Educazione e la cooperazione internazionale: una risposta concreta all'invito di Papa Francesco a stabilire un Patto educativo globale. Un impegno per promuovere quello che Papa Francesco ha definito "un linguaggio della fraternità", un'educazione che apra a un futuro migliore, più accogliente, più inclusivo in cui ciascuno può avere la possibilità di crescere e dove, insieme, possiamo sognare una società più solidale».

Un altro elemento chiave di questi dieci anni di pontificato, infatti, riguarda la lotta alle diseguaglianze: «Papa Francesco ha posto grande attenzione ai temi dell’economia e della finanza – spiega Elena Beccalli, preside della Facoltà di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative - è nota la sua esortazione in cui invita i giovani a non essere complici di un’economia che uccide. Un richiamo cogente, quello a ripensare i modelli i paradigmi teorici di riferimento che esorta a un'economia che sia orientata alla vita, a uno sviluppo inclusivo e alla cura del creato. Una prospettiva nuova che ci invita a riflettere e che chiama in causa fortemente l'università, sul piano educativo e della ricerca

«In questo senso – prosegue Beccalli - l'avvio di questo processo è stato dato dall'evento Economy of Francesco dove, ad Assisi, ha riunito giovani economisti, imprenditori e changemaker proprio per avviare un dialogo e ripensare i grandi temi dell'economia e porci interrogativi rispetto ai modelli dominanti di oggi».

Un fronte, quello della lotta alle diseguaglianze, da sempre tra le priorità del futuro pontefice, prima da semplice parroco e poi da vescovo di Buenos Aires. Come ricordano, nel libro edito da Vita e Pensiero "Francesco il Papa americano", Lucetta Scaraffia e Silvina Perez: «A Bergoglio non sfuggono le moltitudini invisibili che abitano il disagio urbano, i movimenti silenziosi dell’esercito dei cartoneros (donne, bambini e uomini) che escono all’imbrunire per raccogliere cartone e altri avanzi riciclabili nelle avenidas dell’opulenza. Per decenni ha visto mescolarsi nelle villas miseria le cabecitas negras – definizione nata negli anni Quaranta, con l’arrivo del peronismo al potere e la migrazione di massa dei lavoratori del Nord ai margini della capitale – ossia gli argentini delle province povere del Nord oppure i boliviani o i paraguaiani.identità e tracce, un insieme di situazioni eterogenee e di punti distanti tra loro che non riescono ad aggregarsi. Nella città ci si perde. Bergoglio - prosegue Perez - non ha mai guardato la realtà dalla prospettiva di Plaza de Mayo, sede della cattedrale e del palazzo di governo, ma sempre e solo dai luoghi quotidiani che rappresentano un segno dei tempi; è da lì che secondo padre Jorge i cristiani devono partire, specialmente da quel luogo particolare che è il volto del prossimo». ».

             

 

Nei suoi dieci anni di pontificato Papa Francesco ha dato una svolta anche all’approccio del Vaticano per favorire la pace e il dialogo. Innanzitutto, spostando il baricentro della diplomazia d’Oltretevere verso le periferie del mondo e dando una svolta alle relazioni con la Cina e la Chiesa ortodossa russa. Secondo Raul Caruso, docente di Economia della Pace in Cattolica, la grande novità della “dottrina Bergoglio” è quella di aver saputo parlare di pace globale coniugando per prima gli aspetti economici e politici del tema.

Francesco per primo ha denunciato una “terza guerra mondiale a pezzi” collegandola a investimenti e affari dell’industria delle armi, sostenendo che sono i conflitti a seguire le armi e non il contrario. Una visione del mondo coerente con la storia e la Dottrina sociale della Chiesa che ha anticipato il resto del mondo e aumentato l’autorevolezza morale del Vaticano: la vera arma in più che la Santa Sede può mettere in campo per vincere la partita della pace globale.

Un altro tema centrale nel magistero del Santo Padre è quello relativo all’ambiente, affrontato in modo diretto con l’enciclica Laudato si’. «Il Papa ha fatto una scelta straordinaria - spiega Alessandra Vischi, direttrice del Master Gestione e comunicazione della sostenibilità - già nella scelta del nome perché “Francesco” ha voluto dire vicinanza con la casa comune, vicinanza con le persone e soprattutto il servizio agli altri. Non è il primo ad occuparsi di questioni ambientali, ne avevano già parlato Benedetto XVI, Giovanni Paolo II e prima ancora Paolo VI, ma sicuramente è quello che l'ha fatto con maggiore evidenza, anche per il fatto che ci troviamo in una situazione dal punto di vista ambientale e sociale che richiede un intervento forte».

Papa Francesco e l'ambiente: la cura della "casa comune" (Intervista A. Vischi) 

«Papa Francesco è molto pragmatico e ha una chiara idea di quello che sta accadendo al nostro pianeta. Nell’Enciclica propone tre strade: la cura dell'ambiente naturale, quindi la casa comune; la cura delle persone, quindi la cura di sé stessi e anche la cura degli altri; poi la cura del rapporto tra Dio, gli esseri umani e la terra. E ci invita una solidarietà universale attraverso il dialogo, attraverso la collaborazione e la creazione».

Il Papa, tuttavia, in questi dieci anni, non ha mancato, di esprimersi su temi popolari come la musica e lo sport.

«Bergoglio – spiega il professor Enrico Reggiani, Direttore dello Studium Musicale di Ateneo - attribuisce alla musica una “forza” in grado di muovere “la coscienza personale di ciascuno”, ma anche di agire proattivamente sulla scena di “una fraternità universale”: una “forza” di natura personale e comunitaria, questa, che, secondo Papa Francesco, opera non solo nella tradizionale e istituzionale cornice della musica sacra, ma anche più ampiamente in quella della cosiddetta “art music” e, secondo modalità loro proprie e non sempre adeguatamente esplorate e valorizzate, delle consorelle folk music e pop music».



Da Carlos Gardel a Mozart passando da Bach, Wagner e Puccini: il professor Reggiani, in occasione del decennale ha selezionato cinque brani per raccontare Papa Francesco e la sua passione per la musica.

Tra i tanti elementi che hanno reso Francesco molto popolare, specie tra i giovani, è la passione del Papa per lo sport, il calcio in particolare. Grande tifoso del club argentino del San Lorenzo, Jorge Maria Bergoglio è tuttora socio (tessera 88235N-0, per la precisione…) del Ciclón. «Quando Papa Francesco parla di sport – ricorda il professor Giorgio Simonelli - non si limita a parlare in generale di valori, come molti fanno abusando di questa parola che trasformano in un termine generico. No, ci dice con precisione quali sono questi valori, li riassume in sette parole chiave: lealtà, sacrificio, spirito di gruppo, impegno, inclusione, riscatto e ascesi».

Sette valori e l'importanza della sconfitta, il Papa e lo sport

«Senza dimenticare - prosegue Simonelli - il delicato tema della sconfitta, altro tema che induce spesso nella tentazione della retorica, del moralismo che pretende di essere anticonformista e su cui Francesco ha saputo dire la cosa più semplice e vera: la sconfitta è importante soprattutto quando insegna a mettercela tutta e perché offre la possibilità di rialzarsi e riprovare a vincere». 

Ma, probabilmente, la sintesi più semplice e immediata arriva proprio dai giovani, proprio coloro rispetto ai quali Papa Francesco ha aperto un canale privilegiato, i primi destinatari del suo pontificato: «Una persona semplice – raccontano gli studenti dell’Università Cattolica - in grado di portare grandi innovazioni all'interno della Chiesa. Con il suo operato sta provando a migliorare la Chiesa e le relazioni umane, soprattutto rispetto alle altre religioni. Dimostrando di avere una grande umanità e un grande spirito».

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