NEWS | ateneo

1921, un lampo di futuro prima dell'oscurità

19 novembre 2021

1921, un lampo di futuro prima dell'oscurità

Condividi su:

I ruggenti anni 20 del Grande Gatsby, le ferite della Grande Guerra, le ombre del totalitarismo che si ingigantiscono. Il 1921 sembra un anno di passaggio tra due grandi fasi della storia: nel 1919 finisce la Prima Guerra Mondiale, nel 1922 c’è la Marcia su Roma e con la presa del potere da parte di Mussolini gli eventi cominciano a precipitare. E invece il 1921 è una tappa fondamentale, siamo “Sull’orlo del Futuro” come recita il titolo dello spettacolo pensato dai docenti dell’Università Cattolica e ideatori del progetto Storia&Narrazione Paolo Colombo e Chiara Continisio, andato in scena la sera di giovedì 18 novembre al Teatro Dal Verme di Milano. 

È proprio nel dicembre di quell’anno che nasce l’Ateneo dei cattolici italiani e il racconto mescola video, immagini e audio d’epoca e contemporanei per mostrare i lampi di futuro che in quell’anno risplendono come piccole luci nell’oscurità che si sta addensando sull’Italia di cento anni fa. Ci sono analogie con il passato più recente: l’attentato anarchico del Teatro Diana di Milano, messo in parallelo con Piazza Fontana e la strategia della tensione, c’è il primo film di fantascienza della storia del cinema: “L’Uomo Meccanico”, un vero antesignano di Terminator, ci sono i bianconeri della Pro Vercelli e i nerazzurri dell’Inter che se le danno di santa ragione sul campo da calcio, sugli spalti e fuori dagli stadi.

Negli ultimi scampoli dello stato liberale prima della presa del potere di Mussolini c’è spazio per la prima vera manifestazione di unità nazionale sentita, partecipata e che riesce andare oltre alla retorica militarista tipica di quegli anni: è la tumulazione del Milite Ignoto. Un treno speciale accompagna da Aquileia a Roma la bara di un soldato caduto e mai identificato, scelta da Maria Bergamas, simbolo di tutte le madri i cui figli rimasero dispersi sui campi di battaglia. Lungo il percorso centinaia di migliaia di persone, per lo più gente comune, porgono omaggio al loro connazionale caduto. In rigoroso silenzio, senza applausi.

È la dimensione sonora che si prende una fetta importante del racconto. Le strade dell’epoca non sono intasate da macchine e moto, la musica non era diffusa come oggi: al massimo si sente in chiesa, a teatro o se qualche benestante apre le finestre di casa sua e la lascia uscire dal suo grammofono. Le hit parade di allora sono le arie dell'opera, rese note dal successo planetario di star come Enrico Caruso, che si spense proprio nel 1921 a Sorrento mentre cercava di riprendersi da una pleurite e una delusione amorosa. E qui lo spettacolo mette un altro link con il presente sulle arie di "Caruso", canzone di Lucio Dalla che parla proprio di quella storia. 

Ma anche il contesto sociale è in fermento: nel 1921 Ettore Petrolini scrive “Gastone” e di fatto anticipa il moderno cabaret. E proprio dall’azione di una donna, altro segnale dal futuro in una società ancora molto androcentrica, arriva un altro link con i giorni nostri. È l’anno in cui Armida Barelli, assieme a un gruppo di cattolici guidati da Padre Agostino Gemelli si mettono in testa l’idea di far nascere un luogo di alta formazione per i giovani cattolici, peraltro in un periodo complicatissimo per i rapporti Stato-Chiesa. Grazie a lei arrivano i fondi per acquistare un antico convento in via Sant’Agnese dove il 7 dicembre parte l’avventura dell’Università Cattolica: 68 studenti iscritti all’anno accademico 1921/22, due corsi di laurea: Scienze Filosofiche e Scienze Sociali.

1921 è l’anno della rinascita della Rinascente, il rivoluzionario grande magazzino aperto a Milano e distrutto da un incendio appena tre anni prima. Ma è anche l’ultimo anno prima dell’istituzionalizzazione del regime fascista, che poco ha a che fare con la delicatezza o l’elogio fuggevole della sensualità femminile che Coco Chanel esalta con la sua essenza N°5, lanciata proprio cento anni fa.

Il Duce voleva un’Italia granitica, temprando la gioventù attraverso violenza, esaltazione della razza, per mezzo di “facoltà speciali universitarie”. Nel 1921 il progetto della Cattolica era solo un granello di polvere negli ingranaggi del potere fascista ma l’ambizione di Gemelli, Toniolo, Necchi, Olgiati e Barelli aveva un respiro ben più ampio di quello mussoliniano e ha gettato un ponte sia ideale sia concreto oltre l’abisso in cui l’Italia stava per cacciarsi. Milioni di lezioni e 300.000 laureati dopo, quell’ultimo lampo di futuro accesosi un attimo prima dell’oscurità è ancora lì per aiutare i giovani a trovare la loro strada.

Un articolo di

Michele Nardi

Michele Nardi

Condividi su:

Newsletter

Scegli che cosa ti interessa
e resta aggiornato

Iscriviti