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A Sanremo con le nostre “Cause Perse”

03 febbraio 2023

A Sanremo con le nostre “Cause Perse”

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Dalla cameretta al palco dell’Ariston attraverso il destino degli artisti. Giuseppe Barone, grazie alla formazione in Comunicazione musicale all’Università Cattolica, inizia a scrivere la propria storia con l’etichetta musicale Carosello Records a partire dallo stage proposto dal Master del nostro Ateneo. Un trampolino di lancio che gli ha consentito di coniugare competenze e passione.

Come hai iniziato a lavorare nel mercato della musica e come si è evoluta la tua esperienza con la Carosello Records?
«Ho sempre sognato di entrare in questo mondo, ma all’inizio non sapevo quali fossero le ramificazioni del settore, è stato grazie al Master che sono riuscito a individuare il percorso più adatto a me. L’occasione mi è stata offerta da Carosello: per buona parte della mia carriera mi sono occupato solamente di promozione, lavorando come tramite tra l’artista e i media, ma da un anno e mezzo seguo anche lo sviluppo artistico dei progetti in qualità di A&R ; quindi, mi occupo della direzione artistica dei progetti e di tutto quello che ruota attorno alla produzione dei brani. In questo momento, infatti, mi trovo in ufficio a preparare le ultime cose per portare Sethu a Sanremo».

Dopo la vittoria a Sanremo giovani la prossima settimana Sethu si esibirà tra i big sul palco dell’Ariston, come lo avete scoperto?
«Sarà stato il caso, o il destino, è successo tutto all’improvviso. Il mio compito è anche quello di scovare nuovi talenti e accompagnarli nel loro percorso di crescita personale e professionale. Ricordo che stavo ascoltando il nuovo brano degli Iside, una band che apprezzavo da tempo, quando ho sentito la sua voce (il brano era proprio in feat. con lui).
Mi ha colpito subito per la sua forza e mi sono messo in contatto con lui. Lui veniva da un’esperienza con un’altra casa discografica, ma noi di Carosello non abbiamo fatto promesse altisonanti, niente paroloni, gli abbiamo proposto un progetto fatto di impegno, costanza e duro lavoro e il resto è venuto da sé».

Su cosa vi state concentrando in questi giorni che precedono il Festival?
«Stiamo facendo tante interviste, girando i contenuti social, e concludendo la campagna marketing che abbiamo creato tra Milano e Sanremo. Stiamo ultimando i dettagli sulla logistica, le prove abiti e le prove in studio. Abbiamo fatto ascoltare il brano in anteprima ai programmatori della radio e una selezione di giornalisti, per presentare Sethu e raccontare il suo progetto, perché lui è comunque un artista emergente e deve essere introdotto con cura e attenzione».

E durante Sanremo quale sarà il tuo lavoro?
«A parte la gestione dei vari appuntamenti – dalle interviste alle prove all’Ariston - sarà come diventare il filtro tra l’artista e il mondo esterno, assorbendo le sue ansie e cercando di trasformarle in energia positiva. Sarà fondamentale avere cura in primis della sua componente psicologica e aiutarlo ad affrontare la tensione. Le variabili sono tantissime e vanno tenute sotto controllo, ma il nostro sarà come sempre un grande lavoro di squadra».

Quando avete iniziato a lavorare insieme a Sethu immaginavate di arrivare fino a qui?
«Abbiamo investito su di lui, il suo successo è anche il nostro. Personalmente credo molto nel concetto della “firma”: firmare un artista vuol dire credere in lui e impegnarsi affinché possa esprimersi pienamente. Per quanto mi riguarda, ogni volta che un artista che seguo fa qualcosa è come se la facessi io. Noi abbiamo iniziato a parlare di Sanremo a fine agosto, per fortuna lui si è dimostrato subito un autore molto prolifico, per cui abbiamo avuto molto materiale su cui poter lavorare».

Qual è stato, finora, il momento più emozionante?
«Sicuramente il passaggio alla categoria Big. Eravamo lì da una settimana, ad accompagnarlo al teatro del Casinò di Sanremo c’eravamo io e suo fratello gemello Jiz, la tensione era davvero molta, solo che non potevamo mostrarla perché dovevamo cercare di trasmettergli tranquillità, ma quando Amadeus ha pronunciato il suo nome l’emozione è stata fortissima. Si è sciolta nel loro abbraccio commosso a fine serata. Devo dire che l’uomo fa la sua fortuna e Sethu sta dando tutto sé stesso per essere l’artefice del suo successo. Li chiamavano “Cause perse”, ma presto quei due gemelli che provavano da soli in cameretta saliranno sul palco più prestigioso della musica italiana».

Un articolo di

Selena Frasson

Scuola di giornalismo

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