Di seguito un estratto dal libro "Superare le crisi. Strategie di crescita e resilienza in settori basati sulla creatività" (ed. Vita e Pensiero) di Donatella Depperu, professore ordinario di Economia aziendale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore.
La resilienza è una proprietà dei materiali, cioè «la resistenza a rottura per sollecitazione dinamica, determinata con apposita prova d’urto» (Vocabolario Treccani). Il concetto è utilizzato anche in psicologia per indicare «la capacità di reagire di fronte a traumi, difficoltà» ed è proprio in questo senso che si parla di resilienza anche con riferimento alle imprese. Le occasioni che, a partire dall’anno 2000, hanno reso attuale l’idea che vi siano imprese resilienti non sono mancate: l’attentato alle Torri Gemelle nel 2001, la crisi finanziaria iniziata nel 2007-08, la pandemia da Covid-19 e i conflitti che si sono susseguiti nel mondo hanno messo a dura prova la capacità di molte aziende di sopravvivere e crescere, facendo emergere quali tra loro hanno dimostrato di essere davvero resilienti. E molti altri cambiamenti ambientali, tra i quali emerge con forza quello legato all’emergenza climatica, continuano e continueranno a metterle di fronte alla necessità di sviluppare la capacità di adattarsi e modificare la propria strategia e il proprio business model per renderli idonei ad affrontare momenti di crisi e un ambiente diverso dal passato. La resilienza risulta quindi una caratteristica essenziale per far fronte all’incertezza che rappresenta un carattere peculiare dei settori basati sulla creatività. […]
La resilienza in diversi momenti della vita aziendale
Un aspetto interessante della resilienza delle imprese è costituito dal fatto che si tratta di un attributo che si colloca in un continuum, potendosi manifestare prima, durante o dopo un evento (traumatico o comunque avverso). Un’impresa resiliente è dunque un’impresa attenta agli eventi che potrebbero accadere, capace di rispondere ad eventi nel momento in cui questi si presentano, o di riprendersi dagli effetti di eventi già accaduti. Tale capacità viene di volta in volta associata a diversi fattori e, in particolare:
- alla presenza di una riserva di risorse, quando è vista in via preventiva;
- alla stabilità che consente di tornare nello stato di partenza pur in presenza di fattori di disturbo e all’agilità che derivano dal possesso di alcune competenze chiave – adattabilità, innovatività e flessibilità –, quando la si intende come capacità di far fronte ad eventi avversi che stanno mettendola in pericolo;
- all’abilità di sopravvivere e far fronte a periodi di crisi, mantenendo il proprio vantaggio competitivo, quando ha luogo dopo che gli eventi avversi si sono manifestati.
Come Buliga et al. (2016) hanno riportato, la resilienza può manifestarsi come robustezza e adattabilità e si identifica con la capacità di resistere allo stress ed evitare interruzioni di funzioni, assorbendo complessità e avversità. Ciò può avvenire riducendo la vulnerabilità ad ambienti rischiosi e gestendo difficoltà inaspettate e, infine, riprendendosi da queste situazioni. L’adattabilità è invece soprattutto legata alla capacità di apprendere e innovare. […]