«Creare relazioni proficue sia con giornalisti sia con blogger e influencer, perché si parli di un libro in modo positivo». Così Francesca Aimar ha sintetizzato il suo lavoro, sottolineando come richieda grande professionalità e “creatività a monte” nel saper impostare una buona strategia di comunicazione. Alla domanda su come si è evoluto il mestiere di ufficio stampa risponde: «La professione è sempre la stessa, un buon pr deve essere capace di muoversi su tutti i canali. A essere cambiati sono i tempi, nel caso del web sono ancora più incalzanti, si lavora a ciclo continuo perché non c’è un momento della giornata in cui le pagine sono chiuse come invece avviene per la stampa tradizionale».
Come in tutta l’editoria, anche in quella di varia ci sono delle tendenze: «Nonostante la presenza di tanti canali di cucina online – dice Aimar – i libri su questo argomento continuano a esserci, perché un libro contiene informazioni ben organizzate e si può regalare».
Quello che è cambiato in questo ambito è piuttosto l’approccio, «la nuova tendenza è quella della verticalizzazione dei temi – dice – non solo ricette ma attenzione alla cultura del cibo e ai regimi alimentari». Fa l’esempio di Silvia Goggi, autrice de “L’Anti – dieta”, per raccontare come molti autori di varia che prima nascevano da fenomeni televisivi – “Cotto e mangiato” di Benedetta Parodi ne è un esempio – adesso arrivano da canali social come Instagram.
Eleonora Sacco – linguista, consulente di viaggi in Russia, Balcani, Caucaso e Asia Centrale – al pubblico ha raccontato come dalla passione per il viaggio è nato e si è evoluto il suo lavoro. Da Painderoute.it, il blog ideato nel 2015 per creare un archivio accessibile a tutti che promuovesse in maniera rispettosa, accurata e attenta le lingue e le culture dei popoli che occupano l’Est, al podcast “Cemento” realizzato con Angelo Zinna per divulgare la cultura dell’Est: «Ho capito che questo mezzo poteva entrare molto da vicino nella vita delle persone per raccontare storie interessanti in una maniera coinvolgente».
Alla domanda su quale sia una maniera originale di raccontare il viaggio Sacco risponde così: «Per anni ci è stato insegnato un modo di viaggiare predatorio. Un modo nuovo è avere una curiosità rispettosa e mettersi in ascolto di quello che il luogo e le persone hanno da dire”. Per questo lei non ama essere annoverata tra i travel blogger, spesso egoriferiti: «Io sono ‘altroriferita’ – spiega – sono presente solo come tramite, cedo il microfono alle persone dei posti che visito per far raccontare loro delle storie».
Le caratteristiche richieste a chi vuole intraprendere il loro mestiere? Prima di tutto «saper leggere e scrivere», dicono entrambe. Poi, «non stancarsi mai di formarsi, avere passione per i libri, curiosità intellettuale ed essere privi di snobismo culturale, nel mondo dell’editoria c’è posto per tutti», dice Francesca Aimar. «Umiltà, trasparenza, onestà e coerenza», aggiunge Eleonora Sacco. Che per lei significa «non mentire mai sulle proprie competenze», ma anche non aver paura di dire le cose come stanno, «raccontando anche i lati negativi di un viaggio ed essere pronti a parlare solo quando si ha un contributo originale da dare, non solo per fare visualizzazioni».