Come il cristallo anche la politica è formata da diverse sfaccettature sebbene rimanga un fenomeno dotato di una propria coerenza. Questa immagine, ripresa dal pensiero del politologo Gianfranco Miglio, ha fatto da sfondo alla presentazione del volume “Politica. Un’introduzione” (Scholé 2024) di Damiano Palano, direttore del Dipartimento di Scienze politiche dell’Università Cattolica e tra i maggiori studiosi del pensiero di Miglio, che qui ha proseguito le riflessioni del precedente volume “Animale politico” (Scholé 2023). Tali facce sono state esaminate nel poderoso volume (circa 500 pagine) illustrando cinque concetti chiave della politica: comunità, potere, organizzazione, nemico e tempo. Da queste riflessioni emerge il duplice ruolo della politica: modalità di risoluzione dei problemi collettivi in chiave relazionale e comunitaria ma anche ricerca del potere.
La discussione, originata dal volume e svoltasi il 23 ottobre in Aula Negri da Oleggio, ha visto la presenza, insieme all’autore, di Maria Laura Lanzillo dell’Università di Bologna e di Massimo Cacciari dell’Università Vita e Salute San Raffaele.
A introdurre l’incontro è stato Lorenzo Ornaghi dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, allievo di Miglio, che ha riconosciuto una buona dose di audacia al volume per la sua ampiezza e sistematica, considerando che il tema politico è amplissimo: «Pensavamo che la politica fosse dormiente e ci siamo risvegliati perché la politica ha mostrato il suo volto più terrificante, per questo all’immagine del cristallo unisco la visione della politica come ambivalenza e ambiguità, quale commistione di elementi nobili e meno nobili».
Sull’impegno di Palano a convincere i lettori circa il significato della politica come realtà multidimensionale si è soffermata la professoressa Lanzillo, per la quale il volume interroga radicalmente il nostro presente e libera la politica dalla sola dimensione dello stato e del potere legandola alla relazione etica tra varie realtà: «La politica è uno stare insieme. E’ questo il legame che coinvolge, anche affettivamente, persone in carne ed ossa per dare inizio a cosa nuove. E’ questo il significato dell’agire politico per cui possiamo ancora permetterci si sperare politicamente».
Sul tema della speranza si è mostrato più scettico Massimo Cacciari, alla luce del pensiero dei filosofi della politica, osservando la politica per quello che è oggi e non sulla base di paradigmi creati in sede accademica: «Ci sono diverse intensità dell’agire politico e ci sono diverse intensità di azione ma anche vivacità qualitative e non possiamo evitare di dire che quello politico è uno spazio di lotta in cui i diversi soggetti si organizzano e si confrontano per decidere chi sia il sovrano, il quale poi stabilisce la sua legge. Oggi questa configurazione è ancora reale? Il cristallo è ancora tale o è un disordine totale? Oggi dove trovo i diversi soggetti e organizzazioni che si confrontano su una formula o su un’altra? Siamo in un processo che rende illeggibili le sue cause e imprevedibili i suoi casi. Questa è la tragedia del contemporaneo. Le decisioni politiche appaiono sempre meno decisive. Non ci sono premesse per giungere ad un nuovo ordine. Oggi fatichiamo a formulare una dimensione realistica, che è alla base di ogni autentica speranza».
Questi spunti di riflessione sono stati ripresi nell’intervento conclusivo dell’autore Damiano Palano, che ha ribadito l’intento didattico di introdurre i lettori interessati a capire cosa sia la politica, a partire dagli ultimi duemilacinquecento anni, senza dare risposte definitive. «L’esercizio del potere da parte del sistema politico va collocato in un ambito più ampio, nel quale assumono importanza le relazioni sociali. Con l’immagine del cristallo ho inteso ricostruire un rapporto sociale-politico i cui elementi sono la comunità distinta dalla società, dato che la politica non può essere disgiunta dalla sua missione comunitaria.È importante riconoscere l'importanza della speranza, richiamare alla possibilità che il futuro possa essere pieno di rischi come quello delle guerre alle quali siamo assistendo. Solo un progetto comune e collettivo può sostenere un’azione politica organizzata».
Al termine, nell’ambito del dibattito che è seguito agli interventi, è emerso che nel fare politica individualmente occorre raccogliere le culture che offre la società in cui viviamo. Negli ultimi trent’anni queste culture sono state dilapidate e chi deve fa politica oggi deve improvvisare e così vengono fuori i peggiori talenti.
La discussione sul senso e sull’azione politica prosegue, dato che - come è stato anticipato – è in corso d’opera su tali temi il terzo volume del professor Palano, per proseguire il dibattito scientifico su un tema che mette in relazione la politica con la società per un armonioso vivere civile.