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News | Milano
Che cos’è la politica?
La presentazione del volume di Damiano Palano ha offerto una panoramica sul significato storico e filosofico della politica con incursioni sull’attualità
| Agostino Picicco
21 febbraio 2025
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L’attualità del ruolo della Corte penale internazionale emerge in tutta evidenza dalla cronaca geopolitica degli ultimi mesi. Del resto, istituendo nel 1998 la Corte penale internazionale, la comunità internazionale pensò a un sistema di giustizia penale globale, in grado di porre fine all’impunità degli autori di crimini contro l’umanità, crimini di guerra e di aggressione, genocidi. A oltre vent’anni dalla sua entrata in funzione, l’impianto di principio della sua istituzione si scontra con la realtà attuale costituita da Stati che non si sono dotati di leggi nazionali adeguate sui crimini di diritto internazionale o che vanificano i provvedimenti della Corte per ragioni politiche.
Su questi temi il 19 febbraio si sono confrontati Rosario Salvatore Aitala, giudice e vicepresidente della Corte penale internazionale, Monica Spatti, docente di Diritto dell’Unione Europea all’Università Cattolica, Chantal Meloni, docente di Diritto penale presso l’Università degli studi di Milano e autrice del volume “Giustizia Universale? Tra gli Stati e la Corte Penale Internazionale: bilancio di una promessa” (Il Mulino, 2024), più volte citato dai relatori durante l’incontro.
A moderare l’incontro è stato Gabriele Della Morte, docente di Diritto internazionale nella Facoltà di Giurisprudenza, promotore del ciclo di incontri “L’ordinamento internazionale in tensione”, giunto alla terza edizione e attivo nel favorire discussioni su questioni giuridiche dell’attualità che intersecano saperi e discipline tra materie affini.
I relatori hanno illustrato il percorso giurisdizionale della Corte (che funziona tramite il supporto degli Stati e in stretta cooperazione con gli stessi) la quale ha visto un primo periodo di circa dieci anni dedicato ai conflitti africani (tanto che allora venne definita “Corte penale internazionale africana”), un secondo periodo caratterizzato dall’allargarsi del suo raggio di azione su altre regioni del mondo e l’attuale periodo contrassegnato dalle questioni belliche di Ucraina e Palestina
Per questo il giudice Aitala, peraltro firmatario del mandato di arresto di Putin, ha evidenziato che «al fondamento della giustizia penale internazionale si trovano le vittime delle atrocità internazionali e i diritti fondamentali delle persone. Tutte le vittime hanno diritto a giustizia e verità. La Corte è stata creata dagli Stati ma ormai appartiene ai popoli, all’umanità. La sua funzione più profonda è offrire speranza alle vittime di stermini, torture, stupri, persecuzioni. A coloro che salutano i propri familiari che vanno a scuola, a lavorare, a pregare, al mercato, sapendo che potrebbero non rivederli più, che potrebbero essere uccisi da una bomba o un drone».
Per spiegare meglio il concetto, il giudice ha usato la metafora del dito che indica la luna: «Il dito sono i giudici, la Corte. Le moltitudini che vivono l’inferno della violenza e del terrore sono la luna. La politica parla solo del dito, cioè dei giudici e delle loro decisioni, dimentica la luna, quei milioni di innocenti a cui dobbiamo dare una risposta. La Corte sta realizzando il suo mandato con coraggio e perseveranza, è diventata rilevante. Questo può costituire un problema per gli Stati, che privilegiano i propri interessi politici rispetto ai principi e ai diritti».
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