Un quarto di secolo di CIVES: un traguardo che racconta un percorso fatto di pensiero, partecipazione e responsabilità civile.
Nato all’inizio degli anni Duemila dall’intuizione del Vescovo Luciano Monari, insieme a Paolo Rizzi, Enrico Corti e Giovanni Groppi, il corso di formazione promosso da Università Cattolica, Diocesi di Piacenza-Bobbio e Fondazione di Piacenza e Vigevano è diventato in venticinque anni un laboratorio di cittadinanza consapevole e spiritualità civile.
Oltre mille partecipanti hanno attraversato questo spazio di formazione civica, incontrando filosofi, giornalisti, economisti e testimoni del nostro tempo: «Abbiamo conosciuto persone straordinarie, che ci hanno insegnato a guardare la realtà con occhi più attenti» racconta il professor Paolo Rizzi, docente della Facoltà di Economia e Giurisprudenza, direttore del Laboratorio di Economia Locale della Cattolica e cofondatore di Cives. «Guardando con nostalgia e soddisfazione i titoli e gli ospiti di questi nostri venticinque anni,  ritrovo il filo rosso della cittadinanza e dell’attenzione alla cosa pubblica,sia in ottica locale che internazionale».
L’edizione 2025, che si apre presso gli spazi della Fondazione di Piacenza e Vigevano il 7 novembre alle 20.30, con la prolusione del professor Filippo Pizzolato e del giornalista de Il Post Eugenio Cau, affronta il tema “Democrazia vs Autocrazia”, una riflessione attualissima di fronte alla crisi della partecipazione e alla crescita dei populismi.
In dodici incontri, il nuovo ciclo attraverserà prospettive diverse, dalla filosofia alla sociologia, dal diritto all’economia, grazie ad ospiti come, il filosofo e psicanalista, Miguel Benasayag, Giuseppe Riggio (direttore di Aggiornamenti Sociali), il saggista Jean-Léonar Touadi e la presidente nazionale di Amnesty International Alba Bonetti. L’obiettivo resta lo stesso di sempre: formare cittadini liberi e consapevoli, capaci di discernere e scegliere con autonomia.
In un’epoca in cui la stanchezza democratica e l’indifferenza rischiano di diventare il rumore di fondo della vita pubblica, «Cives raccoglie la sfida di rimettere al centro la coscienza critica e la partecipazione» osserva Susanna Rossi, anch’essa membro del comitato scientifico. Non a caso l’immagine scelta per il manifesto è “Il ciarlatano” del pittore barocco Bernardino Mei: un falso salvatore che incanta le folle dal suo palco. «Rappresenta la deriva populista di chi promette rimedi illusori», commenta Fabio Obertelli, giovane storico dell’arte e membro del gruppo organizzatore.
Oggi Cives coinvolge anche una nuova generazione di coordinatori e studenti: «È un progetto autofinanziato e sostenuto dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano, aperto alle scuole e gratuito per gli universitari, segno di un impegno che continua a rinnovarsi. Perché - come ricorda Rizzi - la democrazia non è mai un bene scontato: è un atto quotidiano di speranza, da coltivare con fiducia, prossimità e corresponsabilità».