Marco Ganci, classe 1976, è nato a Catanzaro. Il 16 dicembre del 2000 è stato ordinato sacerdote e dopo sei anni è entrato nel servizio diplomatico della Santa Sede. Ha prestato la propria opera nelle rappresentanze pontificie in Bolivia, in Grecia, all’Unione Europea a Bruxelles e in Kenya. Nel 2019 è stato nominato da Papa Francesco Osservatore permanente della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa, sostituendo mons. Paolo Rudelli, che Francesco aveva nominato arcivescovo di Mesembria, in Bulgaria, affidandogli allo stesso tempo l’ufficio di nunzio apostolico.
«Ringrazio monsignor Ganci per la sua infinita disponibilità non solo ad essere qui con noi, in aula, ma a farlo in questo formato, mettendosi a servizio degli studenti dell’Università Cattolica» commenta il professor Chizzoniti. «Da cinque anni organizziamo questo ciclo di nove seminari nell’ambito del corso di Storia e sistemi dei rapporti tra Stato e Chiesa, quest’anno dedicato a "La Chiesa esperta in umanità. L’attività diplomatica della Santa Sede presso organizzazioni internazionali e organismi intergovernativi”. Il format prevede un primo intervento dell’ospite, l’esposizione degli studenti che affrontano il tema studiato di volta in volta, presentandolo al nostro ospite, e poi un intervento finale, più strutturato, dell'esperto».
Il ciclo di seminari è iniziato 7 marzo con una lectio di Vincenzo Buonomo, già rettore della Pontificia Università Lateranense, oggi rettore della Pontificia Università Urbaniana e membro del Comitato d’indirizzo dell’Istituto Toniolo, sul tema del multilateralismo e dell’attività diplomatica della Santa Sede. E si concluderà lunedì 12 maggio. Nell’ultimo appuntamento, tra l’altro, Monsignor Ganci ha raccontato le visite al Consiglio d’Europa di Giovanni Paolo II, nel 1988, e di Francesco, nel 2014, ricordando che «la difesa della dignità dell’uomo è il centro di ogni azione della Santa Sede, a maggior ragione presso il Consiglio d’Europa». E ha aggiunto, parlando agli studenti: «Questo ciclo di seminari può stimolare in voi il senso di responsabilità. Abbiamo bisogno di nuova linfa e credibilità. Il futuro siete voi».
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