Una staffetta ideale, un significativo rito di passaggio quello che si è svolto nel pomeriggio di lunedì 25 marzo nell’Auditorium del campus di Roma dell’Università Cattolica dove gli studenti del sesto anno, i laureandi del corso di laurea magistrale a ciclo unico in Medicina e chirurgia, hanno idealmente consegnato il camice ai loro 279 colleghi del terzo anno che stanno per concludere il triennio biologico del piano di studi e fare ingresso nel triennio clinico, cioè realmente nelle corsie dell’ospedale.
La cerimonia “White Coat” è stata introdotta dal professor Domenico D’Ugo, Ordinario di Chirurgia generale all’Università Cattolica e presidente del Corso di laurea in Medicina e chirurgia: «È con grande entusiasmo che abbiamo raccolto la domanda delle nostre studentesse e dei nostri studenti a inaugurare quella che speriamo diventerà una tradizione per il campus di Roma e per la Facoltà di Medicina e chirurgia: i laureandi stanno per consegnare ai loro colleghi più giovani il camice bianco, simbolo della tappa finale del percorso di studi, quella clinica nelle corsie dell’ospedale, che li vedrà realmente al letto del paziente, applicando con competenza e dedizione tutto ciò che hanno imparato fin qui e che continueranno ad apprendere».
«Stiamo per vivere davvero un momento emozionante e toccante – così S. E. Mons. Claudio Giuliodori, Assistente Ecclesiastico generale dell’Università Cattolica, nel saluto di apertura - Vi ricordo nel primo giorno di accoglienza nel campus di Roma, vi ritrovo oggi in questa nuova fase del vostro cammino. State per assumere l’”abito appropriato”, ma l’habitus non è solo ciò che indossiamo, è soprattutto l’abito interiore: quello delle virtù, che verranno fra poco proclamate con il Giuramento di Ippocrate, prima fra tutte la virtù del servizio».
«Il camice bianco – ha continuato il Vescovo – rappresenta, dopo un importante tratto di strada, di esperienza e di studio, l’inizio del percorso ufficiale all’interno del Policlinico Gemelli, significativamente all’inizio della Settimana Santa e alla vigilia delle celebrazioni del sessantesimo anniversario dell’avvio delle attività del Gemelli. Che questo abito sia prima di tutto il vostro habitus interiore, quello della massima virtù alla quale siete tutti chiamati: la carità verso tutti e, soprattutto, verso i più bisognosi».