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Gli auguri alla comunità dell’Università Cattolica da parte dell’Arcivescovo di Milano, Presidente dell’Istituto Toniolo
| Redazione
22 dicembre 2023
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“Madre, Madre, Madre” e “Natività”. Firmate rispettivamente dagli artisti Ugo Riva e Pietro Albetti, le due nuove opere vanno ad arricchire il cammino artistico che tradizionalmente anima il primo chiostro dell’Università Cattolica in occasione del periodo natalizio. Entrambe collocate nella Cappella Sacro Cuore dell’Ateneo, la scultura in terracotta e il dipinto sono stati presentati alla comunità universitaria giovedì 21 dicembre nell’ambito della Santa Messa natalizia per gli assistenti pastorali dell’Ateneo presieduta dall’assistente ecclesiastico generale monsignor Claudio Giuliodori.
I due lavori artistici rientrano, infatti, nell’ambito del progetto “Presepe Presente” - promosso dalla Fondazione Crocevia e a cura del giornalista Giovanni Gazzaneo - approdato all’Università Cattolica dieci anni fa con l’intento di far rivivere nei chiostri del Bramante il mistero del Bambino Gesù attraverso i lavori di autorevoli maestri, come quelli del sorrentino Marcello Aversa.
Un articolo di
“Madre, Madre, Madre”, realizzata dallo scultore bergamasco Ugo Riva, non fa altro che rappresentare uno dei temi a lui cari, la maternità spesso raffigurata dall’artista e riproposta nelle sue opere in varie chiavi di lettura. È invece un omaggio allo spirito del presepe nella tradizione di San Francesco, di cui ricorrono quest’anno gli ottocento anni della prima rappresentazione della Natività voluta dal santo a Greccio, la tela dell’artista di Magenta Pietro Albetti. Il paliotto, così chiamato perché va a rivestire la parte anteriore dell’altare, raffigura un’immagine della Sacra Famiglia dove, accanto ai consueti personaggi della grotta di Betlemme, fa la sua comparsa il Santo degli ultimi.
Opere, dunque, che fanno riflettere sul senso profondo del Natale che, come ha detto bene monsignor Giuliodori durante l’omelia commentando un brano del “Cantico dei Cantici”, sta tutto nel «mistero del Bambino Gesù, vero Dio e vero uomo», in cui si compie «l’unione della natura divina con quella umana» e «l’opera di Dio si rispecchia fuori da sé, nella sua opera creatrice». Ecco allora, ha auspicato l’assistente ecclesiastico generale dell’Ateneo, «cerchiamo di cogliere lo spessore di questo messaggio così profondo e così trascendente incarnato nella storia di ogni essere umano, soprattutto nelle relazioni famigliari, cariche di senso e di bellezza. Con l’augurio di non perdere di vista il mistero che si fa prossimo affinché possiamo trovare la pienezza e la fecondità del suo amore».