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Covid-19, coda della quarta ondata in risalita

28 marzo 2022

Covid-19, coda della quarta ondata in risalita

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Nell’ultimo mese la coda della quarta ondata relativamente al valore dell’incidenza settimanale di nuovi casi è raddoppiata passando da un’incidenza media nazionale di 382 nuovi casi ogni 100.000 abitanti a 723 nuovi casi ogni 100.000 abitanti. Nell’ultima settimana, il valore più alto si registra in Regione Umbria che segna 1.383 nuovi casi ogni 100.000 abitanti seguita dalla Regione Puglia 1.170 nuovi casi ogni 100.000 abitanti.

“Negli ultimi 30 giorni i nuovi casi settimanali sono raddoppiati, afferma il professor Americo Cicchetti, direttore dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi sanitari dell’Università Cattolica (ALTEMS), registrando un maggior numero di nuovi positivi (+12%) pari a +1,5 milioni di infetti. Tale dato risulta preoccupante in vista di un rallentamento sia dello stato emergenziale che avverrà a fine mese sia delle misure cautelative da rispettare (es. mascherina nei luoghi chiusi). È proprio di ieri, conclude Cicchetti, il monito all’Italia (e ad altri Paesi UE) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità a non dare per scontato la fine del virus e ad affrettarsi nell’abbassare la guardia: restiamo vigili per garantirci le festività pasquali con i nostri cari”.

È quanto emerso dalla 90ma puntata dell’Instant Report Covid-19, una iniziativa dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica di confronto sistematico dell’andamento della diffusione del Sars-COV-2 a livello nazionale.

Quadro epidemiologico

In merito agli aspetti epidemiologici si confermano le differenze importanti in termini di incidenza della diffusione del Covid-19 nelle diverse Regioni che proseguono anche nella Fase 2. I dati (al 21 Marzo 2022) mostrano che la percentuale di casi attualmente positivi (n = 1.175.280) sulla popolazione nazionale è pari a 1,97% (in aumento rispetto ai dati del 14/03 in cui si registrava lo 1,68%). La percentuale di casi (n= 13.895.188) sulla popolazione italiana è in aumento, passando dal 22,47% al 23,30%.

L’incidenza settimanale corrisponde al numero di nuovi casi emersi nell’ambito della popolazione regionale nell’intervallo di tempo considerato. La settimana appena trascorsa evidenzia un aumento dell’incidenza settimanale, registrando un valore nazionale pari a 723 ogni 100.000 residenti rispetto ai dati del 14/03 (pari a 557 ogni 100.000 residenti).

Il primato per la prevalenza periodale sulla popolazione si registra in PA Bolzano (37,57%), in Veneto (29,47%) ma è in Sicilia (4,91%) e Basilicata (4,04%) che oggi abbiamo la maggiore prevalenza puntuale di positivi, con valori in leggero aumento nelle altre regioni, e con un media nazionale pari a 2,03% (in aumento rispetto ai dati del 14/03, pari a 1,75%).

Dal report #25 è stata analizzata la prevalenza periodale che corrisponde alla proporzione della popolazione regionale che si è trovata ad essere positiva al virus nell’intervallo di tempo considerato (casi già positivi all’inizio del periodo più nuovi casi emersi nel corso del periodo). Nell’ultima settimana la prevalenza periodale in Italia è pari a 2.502 casi ogni 100.000 residenti, in aumento rispetto ai dati del 14/03 (2. 248 casi ogni 100.000 residenti).

Dal report #25 è stata analizzata la letalità grezza apparente del COVID-19 nelle Regioni italiane nell’ultima settimana che corrisponde al numero di pazienti deceduti nell’ambito dei soggetti positivi al COVID-19 nell’intervallo di tempo considerato. È stata individuata, come soglia di riferimento, il valore massimo che questa dimensione epidemiologica ha assunto in Italia: nei 7 giorni tra il 18 ed il 24 marzo 2020 la letalità grezza apparente, a livello nazionale, è stata pari al 61,80 x 1.000. Nell’ultima settimana il dato più elevato si registra in Toscana a 1,34 per 1.000 e in Emilia-Romagna pari a 1,11 per 1.000, nonostante siano ben lontani dal valore massimo registrato a marzo; la letalità grezza apparente, a livello nazionale, è pari al 0,53 per 1.000 in calo rispetto ai dati del 14/03 (0,62 x 1.000).

Dal rapporto #26 è stata analizzata la mortalità grezza del COVID-19 nell’ultima settimana; la mortalità grezza corrisponde al numero di pazienti deceduti nell’ambito della popolazione di riferimento nell’intervallo di tempo considerato. È stata individuata, come soglia di riferimento, il valore massimo che questa dimensione epidemiologica ha assunto in Italia: nei 7 giorni tra il 26 marzo ed il 1 aprile 2020 la mortalità grezza, a livello nazionale, è stata pari al 8,42 per 100.000.

Nell’ultima settimana, la mortalità grezza apparente, a livello nazionale, è pari a 1,33 per 100.000 in calo rispetto ai dati del 14/03 (1,38 per 100.000). Il dato più elevato si registra in Basilicata al 2,56 per 100.000 e in Toscana a 2,37 per 100.000.

Tamponi molecolari e tamponi antigenici

Dal report #37 si è avviato il monitoraggio del confronto tra il numero di tamponi molecolari e il numero di tamponi antigenici per 1.000 abitanti. La Regione associata ad un numero maggiore di tamponi antigenici realizzati risulti essere il Veneto (61,00 per 1.000 abitanti), mentre la Regione associata ad un numero maggiore di tamponi molecolari realizzati risulti essere il Friuli-Venezia Giulia (18,09 per 1.000 abitanti). A livello nazionale, il numero di nuovi tamponi molecolari settimanali è pari a 9,69 per 1.000 abitanti mentre il numero di nuovi tamponi antigenici è pari a 36,37 per 1.000 abitanti.

Terapie intensive

Nuovi Ingressi Settimanali in Terapia Intensiva

Dal report #33 è stato avviato il monitoraggio dei nuovi Ingressi Settimanali in Terapia Intensiva (x 100.000 ab.). Il valore medio registrato nel contesto italiano è pari a 0,49 x 100.000 ab. Le regioni che hanno evidenziato più ingressi nel setting assistenziale della terapia intensiva durante l’ultima settimana sono la P.A. di Bolzano (1,50 x 100.000 ab.) e la Toscana (0,98 x 100.000 ab.).

Tassi di saturazione dei posti letto in Terapia Intensiva e di Area Non Critica

L’indicatore mette in relazione il tasso di saturazione dei posti letto in Terapia Intensiva con il tasso di saturazione dei posti letto in Area Non Critica.

Le soglie del 20% - 30%, rispettivamente di Terapia Intensiva e Area Non Critica, sono individuate dal DECRETO-LEGGE 23 luglio 2021, n. 105 “Misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19 e per l'esercizio in sicurezza di attività sociali ed economiche” come le percentuali entro le quali le Regioni rientrano in Zona Gialla. Al 22 marzo 2022 Marche, Liguria, Toscana, Lazio, Puglia, Abruzzo, Sardegna, Sicilia, Basilicata, Umbria e Calabria si posizionano nel secondo quadrante registrando tassi di saturazione in relazione ai posti letto di Area Non Critica oltre la rispettiva suddetta soglia.

Indice di stress del sistema sanitario

L’assegnazione dei «colori» alle Regioni è regolata da tre soglie principali: dall’incidenza dei casi sulla popolazione, dai tassi di occupazione dei posti letto in terapia intensiva e dai tassi di occupazione dei posti letto nelle terapie sub-intensive.

Con l’avanzamento della campagna vaccinale, le soglie di 50/150/250 casi ogni 100.000 abitanti devono essere innalzate poiché, a parità di sistema ospedaliero regionale, il numero di persone che oggi rischiano di contrarre la malattia è inferiore rispetto al periodo nel quale queste soglie sono state stabilite.

L’indicatore di stress elaborato sulla settimana (17 marzo 2022 – 23 marzo 2022) mostra un valore medio nazionale pari a 3,14 (con un’incidenza media settimanale pari a 769 nuovi casi ogni 100.000 ab. e 49.660.891 persone che hanno completato il ciclo vaccinale), con valori differenti tra le Regioni: la Regione con il rischio di soglia in zona gialla più elevato è l’Umbria con un indice di stress pari a 6,39, un’incidenza media settimanale pari a 1.643 nuovi casi ogni 100.000 ab. e 733.297 persone che hanno completato il ciclo vaccinale; al contrario la regione con il rischio di soglia in zona gialla più basso è la Valle d’Aosta con un indice di stress pari a 1,21, un’incidenza media settimanale pari a 236 nuovi casi ogni 100.000 ab. e 97.225 persone che hanno completato il ciclo vaccinale.

Indice epidemico composito

Sfruttando le principali basi dati disponibili, abbiamo elaborato un Indice Epidemico Composito che rappresenta sinteticamente cinque dimensioni relative all’epidemia, in particolare: la proporzione dei nuovi casi tra i testati, l’incidenza, lo stress sulle terapie intensive, la mortalità e la proporzione di popolazione non vaccinata; ognuna di queste dimensioni rappresenta un elemento su cui porre particolare attenzione nel monitoraggio dell’epidemia ed è utile poter disporre di un indice che consente di leggerle insieme, il cui valore dovrebbe idealmente tendere al valore 1. Le 5 dimensioni prese in considerazione sono state normalizzate sulla base di standard di riferimento, in modo da poterle combinare. I valori tendenti al rosso nella mappa indicano i contesti su cui porre particolare attenzione. Quasi tutte le Regioni attualmente si trovano in uno scenario critico. In verde, il valore minimo nella serie attualmente (9) attribuito alla Regione Valle d’Aosta, mentre in giallo il valore massimo nella serie attualmente (31) attribuito alla Regione Umbria, Calabria e Sicilia.

Andamento vaccinazioni Covid-19 in Italia

Dal report #34 è stato analizzato l’andamento delle vaccinazioni Covid-19 in Italia.

Andamento somministrazioni (valore soglia 500.000)

Analizzando l’andamento delle somministrazioni giornaliere (prima e seconda dose) considerando il valore soglia pari a 500.000 somministrazioni giornaliere, dal 31 luglio 2021 le somministrazioni giornaliere hanno superato nuovamente questa soglia solo lo scorso 3 dicembre 2021, spinte dalle somministrazioni di terza dose. Lo scorso 11 gennaio 2022 è stata superata per la prima volta anche la soglia delle 700.000 somministrazioni al giorno, in calo questo trend oramai sotto le 100.000 dosi/die.

Percentuale di copertura delle fasce di popolazione (1° dose)

È stato avviato il monitoraggio della percentuale di copertura delle fasce di popolazione stratificate per età riguardo la prima dose vaccinale. Dal grafico si evince come la regione associata al tasso di copertura più elevato per la fascia d’età 50-79 anni sia il Molise (93,5%) mentre la regione con la percentuale minore di vaccinati nella stessa fascia risulta essere il Friuli-Venezia Giulia (85,4%). Per quanto concerne la fascia d’età 5-19 anni, la regione associata al tasso di copertura più elevato è il Molise (71,6%), mentre la regione/P.A. con la percentuale minore di vaccinati nella stessa fascia risulta essere la P.A. di Bolzano (50,3%). Sul territorio nazionale, la copertura vaccinale delle 1°dosi nella fascia d’età 50-79 anni è dell’89,4%, mentre nella fascia d’età 5-19 anni è del 61,5%.

Immunizzati (2 dosi) / Popolazione Generale

L’indicatore mostra la percentuale su base regionale di individui sopra i 5 anni di età che hanno ultimato il ciclo vaccinale. Dal grafico si evince che la regione caratterizzata dalla copertura più alta sia la Toscana (81,7%) mentre la P.A. di Bolzano si configura come la regione con la percentuale di individui che hanno completato il ciclo vaccinale più bassa (70,7%). In Italia il 77,7% della popolazione risulta totalmente immunizzata.

Percentuale di copertura delle fasce di popolazione (3° dose)

L’indicatore mostra la percentuale di copertura delle fasce di popolazione stratificate per età riguardo la terza dose vaccinale. Dal grafico si evince come la regione associata al tasso di copertura più elevato per la fascia d’età 50-79 anni sia la Puglia (86,1%), mentre la regione con la percentuale minore di vaccinati nella stessa fascia risulta essere la Sicilia (72,2%). Per quanto concerne la fascia d’età 5-19 anni, la regione associata al tasso di copertura più elevato è la Lombardia (27,0%) mentre la regione/P.A. con la percentuale minore di vaccinati nella stessa fascia risulta essere la P.A. di Bolzano (15,0%). Sul territorio nazionale, la copertura vaccinale delle 3°dosi nella fascia d’età 50-79 anni è dell’80,9%, mentre nella fascia d’età 5-19 anni è del 22,8%.

 

Un articolo di

ALTEMS

ALTEMS

Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi sanitari

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