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Cultural Diplomacy, il soft power delle relazioni internazionali

16 dicembre 2021

Cultural Diplomacy, il soft power delle relazioni internazionali

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Multidisciplinarietà, relazioni forti ed esperienze indimenticabili: un'opportunità unica di crescita personale e professionale: così sintetizzerei la mia esperienza all’International Program in Cultural Diplomacy, ideato e diretto dalla professoressa Federica Olivares.

Il Master in Cultural Diplomacy ha innanzitutto rafforzato in me la profonda convinzione che le controversie che investono i più disparati aspetti dell’attuale modello societario possono disputarsi e vincersi non con l’uso della forza (la “manu militari” degli antichi) bensì attraverso l’uso del più sofisticato soft power, secondo l’assunto del politologo Joseph Nye “Oggi le guerre non si vincono con le armi ma con le storie. È dalla società civile che nascono le energie positive”.

L’idea di fondo acquisita durante il mio percorso di approfondimento post universitario, nonché il trait d’union con l’attuale impiego lavorativo, è proprio quella secondo cui l’applicazione razionale del soft power e dei suoi strumenti interdisciplinari, possa senz’altro giocare un ruolo determinante a livello di relazioni e di scambi tra i vari stakeholder internazionali.

Non c’è dubbio che il valore aggiunto dell’International Program, articolato in tre moduli (cultural diplomacy, digital diplomacy e business diplomacy), consista proprio nella sua naturale multidisciplinarietà che mi ha fornito le chiavi per una più ampia disamina dei fatti oggetto di studio e al tempo stesso una più variegata gamma di soluzioni ad essi applicabili.

La sua “futuribilità”, nell’accezione più positiva del termine, ha significato per me l’opportunità di approfondimento delle relazioni internazionali e la possibilità di un contatto diretto con una faculty d’eccellenza composta da figure come quella di Nicholas J. Cull, docente alla University of Southern California e padre fondatore della Public Diplomacy, Gerald Giaquinta, che ha ricoperto ruoli chiave nel marketing e nella comunicazione di aziende globali come Sony e Toyota, e Gail Lord, presidente di Lord Cultural Enterprises, società di consulenza leader nell’ambito della progettazione culturale.  

Determinanti ai fini della costruzione di un bagaglio esperienziale e culturale sono stati proprio i due stage curriculari nel settore dell’energia: quello in Eni SpA, Affari Internazionali e quello in Enel SpA, Innovability- Sustainability Projects and Practice Sharing. Al termine del Master infatti, grazie alle competenze acquisite sul campo e alla passione, all’ interesse maturato nell’ambito delle relazioni internazionali, sono stata assunta in Eni nei Rapporti con Organismi Internazionali e Think Tank occupandomi in particolare delle attività di supporto alla gestione dei rapporti con i vari Organismi Internazionali di riferimento tra cui World Economic Forum, OECD- Emnet Network e International Energy Agency (IEA), ed i principali think tank nazionali e internazionali.

Oggi, all’interno della funzione Public Affairs mi occupo dei Rapporti con gli Organismi Associativi con l’obiettivo di valorizzare i rapporti associativi di Eni, a livello nazionale e internazionale, analizzando e monitorando i temi d’interesse dell’azienda con una particolare attenzione a transizione energetica e trasformazione digitale.

 

Un articolo di

Maria Agnese Pozzovivo

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