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Dall’infodemia ai ricordi: il biennio incredibile

15 gennaio 2021

Dall’infodemia ai ricordi: il biennio incredibile

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In memory. Perché dovremo ricordarlo, prima o poi, questo biennio in-credibile. Quando ritroveremo una spilla, saremo guariti anche in Politica, torneremo in vacanza, e, a nostro modo, ci diremo la verità.

Sabato 9. Quello che non fanno gli emendamenti lo realizzano i Social: l’uomo ancora più potente del mondo non può più pubblicare un tweet. La libertà di espressione è difesa dai limiti: quelli della convivenza pacifica e civile. Nel suo Paese Sars-CoV-2 li sta oltrepassando tutti: arriva anche una “variante USA” nel tasso di trasmissibilità del virus, l’Inverno è più aggressivo ad ogni latitudine. E anche se la battaglia contro Covid non è una guerra, è di certo un’occasione, come quei periodi postbellici dove dalle macerie rinasce tutto. Allora dovremo raccontare anche la gratitudine: quando le nebbie dell’infodemia lasceranno la mente a pochi lucidi ricordi, sapremo che c’era anche di che essere grati.

Domenica 10. Ricorderemo certamente che un VicePresidente degli Stati Uniti d’America stava riflettendo sull’impeachment del suo superiore e che i Social sono uno strumento: dalla più piccola casa a quella Bianca il loro valore dipende dall’uso che se ne fa. Il biennio incredibile ha già prodotto nuove abitudini: quelle alimentari sottendono sempre altro, quelle professionali allontanano gli smart worker dalle prime e anche la convivialità continuerà ad essere diversa. Forse saranno diversi anche i governi: la Politica segue sempre i propri ritmi, le pandemie aumentano a tratti l’unità, a tratti lo scontro. Di certo ricorderemo il biennio degli “eroi”: con i virus o senza le corsie degli ospedali sono da sempre le città più solidali di tutte.

Lunedì 11. Coronavirus non risparmia nessuno: arriva anche in Micronesia, uno degli ultimi Paesi del mondo a non conoscerlo ancora. Nei Paesi che ora lo conoscono meglio i contagi sono più di 90 milioni, con più della metà di persone guarite, mentre WHO sta raggiungendo la Cina: gli esperti vogliono accertarne l’origine. Nancy Pelosi non si arrende. Sa che il momento è storico e invia un ultimatum a Mike Pence: o decide di rimuovere il presidente o la Camera procederà alla richiesta. Ancora 24 ore. Quelle che 900 persone, da 19 giorni, tra i boschi della Bosnia Erzegovina, trascorrono fra stenti e gelo, dopo che la loro tendopoli è andata a fuoco: senza acqua né luce né servizi, senza scarpe e vestiti adatti, con un pasto al giorno. Non va mai tutto bene se non va bene per tutti.

Martedì 12. Social Media al centro della scena: dopo aver bloccato Trump, Twitter continua ad annullare account che possano incitare alla violenza. Accanto all’infodemia, azioni inedite nel nuovo mondo della Comunicazione. Il presidente uscente incontra il suo vice: primo colloquio dopo molti giorni e dopo l’assalto a Capitol Hill. Sono giorni delicati per tutti, per gli Stati Uniti di più. Per gli studenti italiani sono giorni mai vissuti: sono i giorni del Recovery Plan e la dialettica fra Governo e Regioni tocca anche la destinazione dei fondi europei. Sono anche i giorni dei piani vaccinali: anche l’Europa entra nell’era Moderna, le scorte italiane sono in viaggio dal Brennero a Roma. La seconda fase pandemica è iniziata.

Mercoledì 13. Forse anche una nuova fase politica. L’Italia è a un metro dalla crisi: si passa dal meccanismo di astensione e oggi potrebbe essere un giorno decisivo, fra Mes e contagi in aumento. Sicuramente è nuova in America: il vice presidente non toglierà i poteri a Donald Trump, i voti alla Camera vanno avanti e il secondo impeachement della presidenza è vicino, a 7 giorni dalla Giornata inaugurale. Mentre si celebrano gli Accordi di Dayton e chi può parla della Costituzione, la paura della Covid arriva anche nel gelo della Bosnia che aggrava le malattie respiratorie e raddoppia il pericolo. Intanto, l’infodemia può amplificarsi anche in privato: i sistemi di messaggistica sono entrati nelle agende pubbliche e private e il risultato è il moltiplicarsi degli utenti su tutte le piattaforme. Cambiare abitudini è sempre faticoso.

Giovedì 14. House impeaches Trump: il primo presidente USA a subire per due volte la messa in stato d’accusa viene bandito anche da Snapchat. L’infosfera è politica, gli scenari della Comunicazione aprono nuove vie. Nuove anche nella politica italiana: due ministre si sono dimesse, la parola passa al Presidente del Consiglio, oggi si possono solo ipotizzare gli schemi. Intanto, WHO è arrivata a Wuhan, sotto la stressa supervisione di Pechino: per risolvere i problemi è bene indagarne le cause, per evitarli prevenirle con la conoscenza. Social network bloccato anche in Uganda: oggi si vota per il nuovo presidente. Un candidato prova il sesto mandato, lo sfidante è un parlamentare under 40 con un passato d’artista. Gli elettori giovani sono in maggioranza: gli scontri fra generazioni ormai accadono nel Web.

Venerdì 15. Tutto è iniziato e continua in Cina, dove il preside della facoltà di architettura della China Academy of Art lo aveva capito da tempo: "Perdere il passato significa perdere il futuro". Raccontiamoli come Wang Shu, i nostri giorni in-credibili: il passato è dentro di noi, per il presente guardiamo avanti.

 

Ph: @caritas_milano

Un articolo di

Federica Mancinelli

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