NEWS | Giornata del dono

Dietro le quinte di una donazione

07 ottobre 2021

Dietro le quinte di una donazione

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Il backstage di una donazione. Avrebbe potuto essere anche questo il titolo dell’incontro “Diritto privato e diritti fondamentali: la donazione di individui e aziende”, organizzato dal docente Francesco Zecchin, che ha avuto come ospite Federico Moro, segretario generale della Fondazione Robert Kennedy Foundation. All’interno delle iniziative della “Giornata del dono”, l’intervento di Moro ha preso le mosse dal concetto di diritti umani e dalla figura di Robert Kennedy, fratello del 35esimo presidente americano John. Un leader, Robert Kennedy, che ha sempre lottato contro ogni forma di discriminazione, assassinato nel 1968 a Los Angeles durante la campagna presidenziale.

«Quando si parla di diritti umani si parla della nostra vita quotidiana - afferma Moro - se ad esempio prendiamo come riferimento la povertà, per trovarla non c’è bisogno di andare lontano, c’è anche in Italia». Ecco allora che per promuovere il cambiamento nessuno può chiamarsi fuori; facendo sue le parole di Bob Kennedy, Moro dice che «ciascun individuo può fare la differenza».

Coinvolgendo gli studenti di fronte a lui, Moro si è poi soffermato sui 17 obiettivi di sviluppo sostenibile individuati dalla Nazioni Unite nel 2015 e da raggiungere entro il 2030 e sulla crescente importanza del terzo settore, «che in Italia conta 359.574 realtà, cinque milioni e mezzo di volontari e 778mila occupati».

Quindi Moro è entrato nel vivo del tema trattato, riportando la definizione del termine donazione, così come da Codice Civile all’articolo 769: “La donazione è il contratto con il quale, per spirito di liberalità, una parte arricchisce l’altra, disponendo a favore di questa di un suo diritto o assumendo verso la stessa un’obbligazione”.

La volontà di compiere un’azione di liberalità verso il prossimo, l’accettazione di tale atto da parte del beneficiario, la riduzione del patrimonio del donatore e l’accrescimento di chi beneficia dell’atto sono dunque gli elementi essenziali di ogni donazione, che può essere compiuta da individui o da società.

«Alla base di una donazione compiuta dai primi – dice Moro – c’è l’interesse nel supportare una missione sociale, che oggi trova spesso la forma del fundraising e del crowfunding», mentre le motivazioni alla base di un’impresa possono essere molteplici: dall’interesse per la propria comunità fino alla deducibilità fiscale della donazione, passando per il desiderio di guadagnare visibilità o di raggiungere un determinato risultato di impresa.

Due sigle hanno poi chiuso l’incontro. La prima: Sroi (Social return on investment), vale a dire il metodo per misurare i valori che non sono tradizionalmente legati a transazioni finanziarie, che include quindi anche fattori sociali e ambientali. In altri termini si può definire il modo in cui un’impresa crea valore per la comunità nella quale si trova a operare.

La seconda sigla: ESG (Environmental, Social and Governance), fattori centrali nella misurazione della sostenibilità di un investimento. «Voi che studiate management - dice Moro rivolto agli studenti - dovrete fare bene attenzione a questi tre  aspetti, perché in futuro faranno la differenza. Già oggi ogni impresa e ogni banca ha aree dedicate a essi».

Un articolo di

Filippo Lezoli

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