Al Debate Days di Bologna la squadra della Cattolica - composta dalle studentesse del corso di laurea magistrale in Politiche per la Cooperazione Internazionale allo Sviluppo Asia Jane Leigh, Francesca Pellegatta, Irene Paviotti, Giulia Tringali e Cecilia Maria Irene Miralta - avrà la possibilità di sfidarsi sui temi legati all’ambiente, la sostenibilità e il cambiamento climatico con altri atenei italiani tra cui l’Università di Trento e la LIUC di Castellanza.
«Sicuramente sarà per noi un’esperienza molto diversa dai dibattiti precedenti – racconta Francesca Pellegatta, prima speaker della squadra – perché per la prima volta saremo in presenza e potremo confrontarci faccia a faccia tra di noi e anche con le altre squadre partecipanti».
Il suo ruolo – racconta – «permette di apportare nuovi argomenti a sostegno della tesi della squadra, di supportare l’intervento della capitana e riuscire a confutare gli argomenti presentati dalla squadra avversaria».
«Il compito del capitano, invece – spiega Asia Jane Leigh che rivestirà questo ruolo a Bologna - è quello di saper ben introdurre al tema e alle argomentazioni che la squadra porterà nel corso del dibattito e, in conclusione, fare un appello finale ai giudici per spiegare loro perché le argomentazioni presentate siano così fondamentali».
I team delle università in gara dovranno dibattere sia pro che contro le tematiche proposte. Questa è l’idea: promuovere il dibattito come strumento di sviluppo di conoscenze e competenze utili per la democrazia e la partecipazione. «Spesso - racconta Asia - ci siamo trovate a dibattere pro su questioni per le quali nella vita siamo contro o il contrario, quindi abbiamo dovuto impegnarci, studiare e informarci anche sue temi che diversamente avremmo ignorato».
Il primo fra tutti gli insegnamenti dell’esperienza finora fatta per entrambe le studentesse è la possibilità di osservare il mondo anche al di fuori del proprio modo di guardare, con l’invito ad uscire da un’ottica puramente europea e occidentale per scoprire che non ci sono posizioni giuste o sbagliate a priori, ma che ogni posizione deve essere messa alla prova e indagata prendendo in considerazione punti di vista differenti.
La fortuna del team 1987 è quello di essere un gruppo molto eterogeneo, con interessi e passioni diverse. «Questo - osserva Asia - ci permette di completarci a vicenda e di aggiungere sempre nuovi punti di vista alle nostre argomentazioni».
A questo si aggiunge un grosso lavoro di squadra, tanto allenamento e il sostegno di docenti come Claudia Rotondi: «Senza di lei non saremmo arrivate a questo punto», dicono le ragazze.
In questi mesi si sono impegnate molto e sperano di riuscire a dare il massimo anche a Bologna. La vittoria nazionale vorrebbe dire volare a Bruxelles per la gara europea il prossimo novembre. Ma quello che si aspettano di vivere è soprattutto una bel momento di confronto: «Bologna è una città magnifica e questa esperienza, con più atenei e tanti studenti della nostra età, renderà i tre giorni di gare fantastici, che si vinca o meno».