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Filosofia, al via in Cattolica la nuova edizione delle Romanae Disputationes

04 ottobre 2024

Filosofia, al via in Cattolica la nuova edizione delle Romanae Disputationes

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Prendi un giorno di fine settembre. Metti, in un’aula universitaria, 300 studentesse e studenti delle superiori, chini sui quaderni a prendere appunti, nonostante il pomeriggio ancora estivo indurrebbe a trascorrere altrove il termine delle lezioni. Calcolane altri 4mila collegati in streaming da 150 istituti scolastici. Aggiungi un professore di filosofia capace di catturare l’attenzione citando autori che pochi insegnanti avrebbero l’ardire di proporre in classe. E ottieni come risultato le Romanae Disputationes, il concorso nazionale di filosofia per la scuola secondaria superiore, che da 12 anni dimostra come sia possibile appassionare i ragazzi a una disciplina rigorosa e impegnativa. Una formula di successo, ormai consolidata, che si basa su un solo principio apparentemente semplice, come spiega il suo ideatore, Marco Ferrari, docente di filosofia e preside del liceo Malpighi di Bologna: «Provare a fare filosofia per davvero». Che poi vuol dire chiedere a ragazzi e ragazze di interrogarsi sulle questioni fondamentali della loro esistenza. In particolare, quest’anno la proposta riguarda i valori. E, filosoficamente, inizia con una domanda: che cosa sono, esattamente?

Su questo interrogativo ha ragionato Giuseppe D’Anna, direttore del Dipartimento di Filosofia all’Università Cattolica del Sacro Cuore, nel corso della lezione che ha aperto, venerdì 27 settembre presso la sede milanese di largo Gemelli, la nuova edizione dell’iniziativa, sostenuta sin dalle origini dall’Ateneo e inserita dal Ministero dell’Istruzione e del Merito nel Programma annuale per la valorizzazione delle eccellenze. Qual è la natura dei valori? Esistono a prescindere dai soggetti o vivono solo all’interno della psiche. Nascono o si sviluppano con la storia o permangono? La giustizia, l’eroismo, la generosità, l’onestà hanno una consistenza che trascende noi stessi e le situazioni in cui ci troviamo, o sono sempre relativi ai contesti, alle epoche che attraversiamo? Sono i grandi quesiti, come ha spiegato D’Anna, che da almeno un paio di secoli impegnano i pensatori.


D’Anna ha invitato gli studenti e le studentesse a farsi un’idea di quanto differenti e gravide di conseguenze possano essere le risposte, studiando le teorie di Kant, Nietzsche, Hegel, ma anche leggendo le opere di filosofi meno noti tra i quali soprattutto Scheler, Hartmann, von Hildebrand.

A partire da queste letture, nei prossimi mesi, chi vorrà partecipare al contest, dovrà lavorare in gruppo, insieme ai propri docenti, per presentare alla giuria una delle tre prove previste: l’elaborato scritto che consiste nella stesura collettiva di una sorta di saggio breve, la creazione di un video filosofico che interpreti in maniera creativa il tema, oppure la recitazione di un monologo filosofico di cinque minuti da registrare con uno smartphone.

In questo periodo le e i concorrenti saranno stimolati anche da una decina di contributi video, distribuiti su YouTube da docenti universitari e da alcuni incontri con personalità e volti noti. L’appuntamento finale, con la proclamazione di vincitori e vincitrici e la consegna dei premi, sarà il 10 e l’11 marzo 2025 al Teatro Duse di Bologna (ma chi non vi potrà andare potrà sempre collegarsi in streaming). 

«Sento spesso la domanda perché dei giovani dovrebbero studiare la filosofia. Ma la vera questione è perché non dovrebbero farlo, visto che questa materia insegna a capire chi si è e a cercare il senso dello stare al mondo, orientando così le proprie scelte: problemi che toccano da sempre nel profondo soprattutto le persone che stanno diventando adulte», chiosa Ferrari.

Un articolo di

Francesco Chiavarini

Francesco Chiavarini

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