D’Anna ha invitato gli studenti e le studentesse a farsi un’idea di quanto differenti e gravide di conseguenze possano essere le risposte, studiando le teorie di Kant, Nietzsche, Hegel, ma anche leggendo le opere di filosofi meno noti tra i quali soprattutto Scheler, Hartmann, von Hildebrand.
A partire da queste letture, nei prossimi mesi, chi vorrà partecipare al contest, dovrà lavorare in gruppo, insieme ai propri docenti, per presentare alla giuria una delle tre prove previste: l’elaborato scritto che consiste nella stesura collettiva di una sorta di saggio breve, la creazione di un video filosofico che interpreti in maniera creativa il tema, oppure la recitazione di un monologo filosofico di cinque minuti da registrare con uno smartphone.
In questo periodo le e i concorrenti saranno stimolati anche da una decina di contributi video, distribuiti su YouTube da docenti universitari e da alcuni incontri con personalità e volti noti. L’appuntamento finale, con la proclamazione di vincitori e vincitrici e la consegna dei premi, sarà il 10 e l’11 marzo 2025 al Teatro Duse di Bologna (ma chi non vi potrà andare potrà sempre collegarsi in streaming).
«Sento spesso la domanda perché dei giovani dovrebbero studiare la filosofia. Ma la vera questione è perché non dovrebbero farlo, visto che questa materia insegna a capire chi si è e a cercare il senso dello stare al mondo, orientando così le proprie scelte: problemi che toccano da sempre nel profondo soprattutto le persone che stanno diventando adulte», chiosa Ferrari.