«Negli ultimi quindici anni il settore farmaceutico in Italia, sia in Europa sia in Italia, non è stato ritenuto strategico: anche durante questa pandemia per utilizzare nuovi farmaci abbiamo dovuto attendere la conclusione dei grandi studi statunitensi. Delocalizzazione e frammentazione della catena produttiva, unite all’assenza di un Istituto centrale di ricerca, ci hanno messo in condizione di “rincorrere” i grandi attori della ricerca» – ha esordito così il professor Guido Rasi, consulente del commissario all'emergenza Covid-19 generale Francesco Paolo Figliuolo e presidente del Clinical Trial Center SpA della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, nel suo intervento al Graduation Day dell'Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi sanitari (ALTEMS) – Facoltà di Economia dell’Università Cattolica che si è tenuta il 6 maggio in diretta on line.
«Le sperimentazioni cliniche in Italia arruolano circa 35.000 pazienti l’anno – ha continuato il professor Rasi - ma nel nostro Paese esistono grandi opportunità di eccellenza scientifica e maggiore consapevolezza accanto a punti di debolezza quali lunghi tempi di start-up, organico dedicato alla ricerca inadeguato e arretratezza digitale degli ospedali. L’Italia è così giudicata meno competitiva dei suoi concorrenti europei, come la Spagna e i Paesi dell’Est».