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Gestione d’azienda, la magistrale per il consulente globale: le storie di Martina, Elisa e Gian Maria

24 novembre 2021

Gestione d’azienda, la magistrale per il consulente globale: le storie di Martina, Elisa e Gian Maria

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ll profilo Libera Professione e Diritto Tributario della laurea magistrale in Gestione d’azienda promossa dal campus di Piacenza nasce per soddisfare i bisogni di formazione di una figura professionale sempre più richiesta dal mondo economico: quella del consulente globale.

Consulente d’impresa, innanzitutto, intendendosi per tale sia chi verrà assunto in azienda (medio grande, multinazionale) nelle funzioni fiscali, legali, di compliance, di gestione rischi, sia chi intraprenderà la carriera di dottore commercialista, sempre più complessa e caratterizzata da un elevato grado di internazionalizzazione. E consulente anche nella gestione dei grandi patrimoni, nell’ambito del cd. Wealth management, che sempre più sta prendendo piede, dal punto di vista della carriera nei private office, nelle Sim, nelle banche, o – ancora – nei grandi studi professionali.

«È indispensabile - per tutte queste carriere - un’avanzata preparazione nel campo del diritto tributario, del diritto commerciale e delle tecniche contabili e di revisione, oltre a una visione integrata delle conoscenze metodologiche, scientifiche e professionali di queste aree», sottolinea il responsabile del profilo di studio Marco Allena, professore ordinario di Diritto tributario presso la presso la Facoltà di Economia e Giurisprudenza. «È il profilo ideale per chi intenda presentarsi al mercato in questa veste, quella del consulente, interno all’azienda o libero professionista, dedicato alle imprese o alle persone fisiche con grandi patrimoni, con una forte motivazione a crescere professionalmente».

C’è chi ha la laurea ce l’ha già in tasca, chi invece la conseguirà a breve, ma per alcuni studenti della facoltà di Economia e Giurisprudenza si sono già aperti nuovi orizzonti, anche grazie al tirocinio.

Martina Barbieri, 24 anni, dopo la laurea triennale ha compiuto il percorso magistrale in libera professione. In attesa di discutere la tesi in diritto tributario internazionale, Martina ha svolto il tirocinio alla Bernoni Grant Thornton. Una volta terminato, però, non ha salutato i colleghi dello studio. «Concluso il tirocinio a fine agosto - dice Barbieri - sono stata convocata dal capo della mia area, il quale mi ha proposto di proseguire la collaborazione in partita Iva». «Sono stata molto contenta - ammette - perché non era scontato che accadesse».

«Alla Bernoni Grant Thornton mi occupo della Tax Compliance - spiega - che va dai dichiarativi ai bilanci, tutta la parte extracontabile». Ma, soprattutto, grazie al tirocinio Barbieri ha finito per imparare anche qualcosa su se stessa. «La mia famiglia non ha una tradizione da liberi professionisti, io stessa ho sempre avuto un approccio più aziendale - racconta - mi sto però ugualmente trovando bene, benché all’inizio, lo ammetto, avessi un po’ di timore di una realtà per me completamente nuova. Oggi ho scoperto che la disciplina mi appassiona, perché il mondo della libera professione non consente di appiattirsi. Non ci si annoia, è un continuo mettersi alla prova».

Percorso differente, ma medesima soddisfazione per Elisa Ferrara, 25 anni di Cremona, che sta svolgendo il tirocinio alla Pirola Pennuto Zei & Associati, studio legale e di consulenza tributaria. Anche Ferrara ha svolto la triennale, benché in Economia e Management Internazionale, dopodiché si è resa conto che avrebbe preferito «qualcosa di meno generale». È a quel punto che ha messo nel mirino il diritto tributario.

«Sto compiendo il tirocinio che mi permetterà di diventare commercialista» dice. La durata è di un anno e mezzo, di cui i primi sei mesi sono stati anticipati prima della laurea, da poco conseguita: un percorso al termine del quale dovrà sostenere l’esame di Stato.

«Mi occupo di tutto ciò che serve in ambito fiscale - racconta - la mia è una figura di sostegno, faccio riferimento a molte altre persone che mi assegnano temi di consulenza fiscale ricorrente: dichiarazioni dei redditi, registri di fattura». Un’esperienza che giudica positiva. «Ho compreso presto che questo è il lavoro che mi piace fare. ».

Gian Maria Garzi, 25 anni di Parma e laureato a fine ottobre, ogni mattina si reca allo Studio Russo De Rosa Associati. «Ho terminato lo stage, ma ora continuo a lavorare qui» dice. Dopo la triennale in Università Cattolica in Economia e legislazione di impresa a Milano, Garzi ha svolto la magistrale nell’ateneo piacentino. Quando è stato il momento di scegliere dove compiere lo stage, dopo una serie di colloqui nel capoluogo lombardo è emersa l’opportunità del tirocinio di sei mesi nello Studio Russo De Rosa.

Ma dal tirocinio si è passati a qualcosa d’altro. «Lo studio mi ha proposto di restare, ho subito accettato». Garzi è oggi inserito in un team che si occupa di tasse, all’interno del quale, spiega, si dedica alla consulenza sia ordinaria sia straordinaria per le imprese: private equity M&A, operazione straordinarie, in cui sono coinvolti fondi di investimento sia lato acquisti sia vendita, ma lavora anche sulla parte più ordinaria, come l'Iva.

«Per prima cosa ho sperimentato da vicino cosa significhi lavorare - dice - che è ben differente dallo studiare, occorre un po’ di tempo per calarsi nella parte e adattarsi ai ritmi lavorativi».

Anche lui è in attesa di attraversare i 18 mesi che lo separano dall’esame da commercialista. «Questo è l’obiettivo nel breve termine - dice - nel medio e lungo spero di rimanere qui per un po’ e fare esperienza, perché c’è molto da imparare. Lo studio Russo De Rosa gestisce clienti con uno standard molto alto e serve una preparazione completa». E si sente di lanciare un messaggio agli altri studenti: «Questo stage ti dà una marcia in più».

Quella che garantiscono i tirocini, che consentono di spingere i propri limiti un po’ più in là. Alessandro Manias è socio dello studio e dominus di Gian Maria Garzi alla Russo De Rosa. Lo studente appena laureatosi alla Cattolica fa parte del suo team. «Noi cerchiamo persone che hanno voglia di sacrificarsi e che siano animate da grande motivazione - dice Manias - aspetti che valgono più del curriculum che ci è presentato, il quale viene comunque preso in considerazione».

Lo studio si occupa dell’attività straordinaria: aprire il capitale sociale ad un fondo di private equity, costituire un trust successorio, riorganizzare un gruppo societario, strutturare un patto di famiglia, supportare una strategia di internazionalizzazione, impostare la protezione di un soggetto debole, valutare un’azienda nella prospettiva di metterla in vendita. La gestione della discontinuità aziendale e patrimoniale, è scritto sul sito dello studio, è innanzitutto un dovere sociale. «Siamo anche incaricati di svolgere perizie per dare il nostro bollino alle fusioni con indebitamento» aggiunge Manias.

«Il nostro obiettivo - chiarisce - non è quello di inserire tirocinanti per avere manodopera a costo zero, bensì quello di formare dei professionisti, come nel caso di Gian Maria. Si tenga presente che i nostri team sono piccoli, sono costituiti da tre a cinque persone, di conseguenza se si perde un elemento ci si priva del 25% del gruppo». «Per quanto escano persone preparate - prosegue - è difficile che l’università formi un ragazzo per il tipo di lavoro che svolgiamo qui. Quando i nostri tirocinanti fanno colloqui altrove, c’è chi strabuzza gli occhi perché vedono che hanno compiuto operazioni che altri operatori non hanno mai visto in una carriera».

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Redazione

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