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Giovani scienziati da tutto il mondo al Nanochemistry Camp di I.s.e.o.

30 settembre 2025

Giovani scienziati da tutto il mondo al Nanochemistry Camp di I.s.e.o.

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Un nanochemistry camp tinto di tosa e con una leggera sfumatura azzurra quello che ha preso avvio sabato 27 settembre a Iseo (BS).

Alla Summer School in Chimica e fisica promossa dall’Istituto I.S.E.O., dall’Università degli Studi di Brescia e dalla sede di Brescia dell'Università Cattolica, sono arrivati 40 ricercatori, di cui 29 ricercatrici e 11 ricercatori, pari a oltre il 70% di partecipazione femminile, provenienti da 32 università sparse per il mondo e 21 Paesi: Brasile, Canada, Cina, Cuba, Danimarca, Egitto, Germania, Grecia, India, Inghilterra, Iran, Italia, Kazakistan, Messico, Pakistan, Polonia, Russia, Svezia, Usa, Venezuela e Vietnam.

Si tratta di dottorandi di ricerca laureati in Fisica, Chimica ed Ingegneria, arrivati sul lago sebino per prendere parte alla scuola che, fra i relatori, annovera alcuni fra gli scienziati di Chimica e di Fisica più noti su scala internazionale.

Fra di loro spicca, e non solo per il nome, anche Morten Meldal, premio Nobel per la Chimica 2022, insieme a Carolyn Bertozzi e Barry Sharpless per lo sviluppo della “click chemistry”, un metodo geniale per creare molecole complesse – indispensabili in moltissimi campi, da quello medico (farmaci di nuova generazione, ingegneria tissutale, imaging e diagnostica) a quello tecnologico (display, stoccaggio e cattura di gas, e.g. CO ) - in maniera semplice, veloce, efficace.

Se costruire molecole complesse in laboratorio può essere infatti un processo lento, spesso poco efficiente e caratterizzato da molti scarti, la "click chemistry" permette di collegare molecole in modo rapido, preciso e pulito, come se si stessero incastrando mattoncini Lego o agganciando le fibbie di uno zaino. E lo fa imitando la semplicità dei processi naturali.

Con semplicità e disponibilità il Nobel Meldal, dopo la sua lezione che si è conclusa con la scritta “freedom, freedom, freedom”, preoccupato per il monopolio della scienza, sempre più finanziata dai grandi gruppi che poi ne detengono anche i risultati, ha interagito con i giovani ricercatori rispondendo alle loro domande.

Il board del Nanochemistry Camp, da quest’anno diventato internazionale, è composto da Paolo Bergese e Laura Eleonora Depero, entrambi docenti all’Università degli Studi di Brescia, da Claudio Giannetti e Luigi Sangaletti, docenti all’Università Cattolica di Brescia, e da Laurent Duclaux (University Savoie Mont Blanc) e Silvia Schintke (University of Applied Sciences and Arts Western Switzerland).

Un articolo di

Antonella Olivari

Antonella Olivari

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Per l’Università Cattolica erano presenti Claudio Giannetti e Luigi Sangaletti, docenti di Fisica: «Siamo lieti di essere entrati nel comitato scientifico per portare le nostre competenze ad un appuntamento di assoluto rilievo sul territorio, pensato per mettere in dialogo e trasmettere saperi diversi in una cornice autenticamente interdisciplinare. In questo contesto, la vocazione della nanochimica a creare nuovi materiali e nanostrutture incontra le più avanzate tecniche sperimentali della fisica della materia. L’obiettivo è ambizioso: riuscire a manipolare la materia su scala nanometrica, controllarne le proprietà e aprire la strada a dispositivi innovativi in settori chiave, guidati da transizione energetica, sostenibilità, tecnologie quantistiche e gestione dei materiali critici».

Hanno partecipato al nanochemistry camp anche Michele Galvani e Michele Zanotti, iscritti al quarto anno di dottorato in Science della Cattolica, esaltati di poter condividere le loro conoscenze con esperti di tutto il mondo.

Durante la settimana, gli organizzatori apriranno le porte del corso a tutto il pubblico interessato organizzando un interessante appuntamento per i non addetti ai lavori.

Giovedì 2 ottobre (ore 18.30, Cantine Guido Berlucchi di Corte Franca, prenotazione posti su www.istiseo.org) il professor Luca Beverina, scienziato dei materiali, ordinario di Chimica Organica all’Università Bicocca di Milano terrà infatti una lezione pubblica intitolata “Futuro Materiale”.

La lezione che affronterà un tema di strettissima attualità, scientifica, economica e sociale. Per sostenere uno sviluppo sostenibile serve immaginare i materiali del futuro. Già, ma quali?

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