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Giuliodori: «Dopo cento anni lo stupore continua a crescere»

13 aprile 2021

Giuliodori: «Dopo cento anni lo stupore continua a crescere»

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Pubblichiamo di seguito il saluto di S.E. Mons. Cluadio Giuliodori, Assistente Ecclesiastico Generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore rivolto all'inizio della Celebrazione Eucaristica per l'inaugurazione dell'Anno Accademico 2020-2021


 

Eccellenza Reverendissima, siamo particolarmente lieti di poterci ritrovare con lei per aprire con la Celebrazione Eucaristica la Giornata dedicata all’Inaugurazione dell’Anno accademico 2020-2021. Abbiamo atteso a lungo questa occasione, aspettando tempi migliori per celebrare in modo adeguato una Giornata particolarmente significativa in quanto si colloca nel contesto degli eventi per i cento anni di vita dell’Ateneo.

Anche se non avviene nei tempi e nei modi che avevamo immaginato rappresenta pur sempre l’occasione per porre il sigillo della benedizione divina e degli atti accademici sulla storia e sul cammino attuale dell’Ateneo che, nonostante i timori e le enormi restrizioni di questo anno segnato dalla pandemia, continua a svolgere le sue attività, con grande determinazione e, per quanto possibile, con ancor più impegno e convinzione.

Nonostante le necessarie precauzioni che limitano la partecipazione, solitamente numerosa e calorosa, la Comunità Accademica è qui convenuta con i suoi responsabili e le sue rappresentanze. Le porgo pertanto i più cordiali saluti e i più vivi ringraziamenti a nome di tutta l’Università Cattolica del Sacro Cuore, qui riunita attorno a lei con il Magnifico Rettore Prof. Franco Anelli, il Direttore Generale, il Prorettore, i Presidi, e le rappresentanze dei professori, degli studenti, degli assistenti pastorali, del personale tecnico amministrativo.

Se questa circostanza è sempre toccante e suggestiva, oserei dire che quest’anno lo è ancora di più e non tanto per le circostanze particolari in cui si svolge. Piuttosto perché l’occasione del centenario riporta alla nostra memoria anche il particolarissimo legame che l’Ateneo ha con questa Basilica e con il complesso monastico cistercense che poco dopo gli inizi ne ha accolto la sede.

Ma oltre all’evidente legame spirituale, storico e culturale c’è un vincolo ancor più profondo per cui possiamo dire che la storia dell’Ateneo affonda le sue radici proprio in questa Basilica di Sant’Ambrogio. È qui, infatti, che il 10 aprile del 1903, venerdì santo, come ricorda una targa posta nella cripta, il medico Edoardo Gemelli matura definitivamente la sua conversione avviando quel cammino di rinnovamento dello spirito, del cuore e della mente che lo porterà ad abbracciare la vita francescana e a diventare il paladino di una straordinaria rinascita culturale del cattolicesimo italiano con diverse iniziative editoriali e soprattutto fondando quella Università che tutti i cattolici desideravano ma che pochi, anzi pochissimi, credevano possibile.

Dopo cento anni lo stupore davanti a quanto avvenuto all’epoca della fondazione non solo non è diminuito ma continua a crescere, di anno in anno, offrendo a tutti la possibilità di toccare con mano un miracolo vivente dell’impegno educativo e culturale dei cattolici italiani. Molte cose sono cambiate, ma non la certezza che l’Ateneo potrà proseguire il suo glorioso cammino, affrontando scenari nuovi e sfide epocali, solo conservando la fede incrollabile nel Sacro Cuore, l’intraprendenza nelle scelte e il genio creativo dei fondatori.

Lo diceva senza remore Padre Agostino Gemelli fin dal giorno dell’inaugurazione dell’Università il 7 dicembre 1921: quella dell’Ateneo o sarebbe stata una storia di santità o non avrebbe avuto futuro. A conferma di questo singolare profilo che innerva le trame più intime e vitali del nostro Ateneo, dopo quella di Giuseppe Toniolo, grande ispiratore, ora giunge la beatificazione di Armida Barelli, un vero gigante della fede e dell’operosità cristiana, senza la quale, al pari di Gemelli, l’Ateneo non sarebbe mai nato, né tantomeno avrebbe potuto affrontare i grandi investimenti in termini di risorse umane ed economiche dei primi decenni.

Nel tumultuoso susseguirsi degli eventi, nei primi anni di fondazione dell’Ateneo, il suo predecessore Eccellenza, il Cardinale Achille Ratti, poi Papa Pio XI, amava ricordare spesso a Padre Gemelli il detto latino “nihil actum si quid agendum” (nulla è fatto se resta ancora qualcosa da fare), spronandolo, semmai ce ne fosse stato bisogno, a non fermarsi di fronte a nessun ostacolo e ad osare sempre di più.

Siamo consapevoli di essere depositari di un’eredità preziosissima ma anche di dover rispondere ad una responsabilità gravosa. Se molto è stato fatto, molto resta da fare per il secolo che ci sta davanti. E accogliendo l’invito che ci ha fatto con la sua lettera del 20 settembre scorso, dobbiamo davvero riprendere a pensare per offrire all’umanità smarrita del nostro tempo, come lei ha scritto: «un pensiero adulto, rigoroso, attento e paziente, perché la verità cristiana si riveli nella sua bellezza, nella sua altezza e profondità». Grazie Eccellenza carissima per l’aiuto a pensare di cui anche oggi ci farà dono e noi le assicuriamo il costante ricordo nella preghiera per la sua vita e per il suo ministero.

Il saluto di

S.E. Mons. Claudio Giuliodori

S.E. Mons. Claudio Giuliodori

Assistente Ecclesiastico Generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore

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