NEWS | Attualità

Gratis e aperto a tutti, l’oratorio s’interroga sul futuro

11 novembre 2021

Gratis e aperto a tutti, l’oratorio s’interroga sul futuro

Condividi su:

«L’esperienza del Covid è stato un trauma che ha enfatizzato un’evoluzione in corso da molto tempo e che ci obbliga a chiederci come gli oratori possano essere una profezia che si rinnova di fronte a fenomeni macroscopici come la diminuzione del clero, il calo e la dispersione della popolazione giovanile, il complicarsi delle esigenze normative». Non usa giri di parole l’Arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini intervenendo alla Giornata di Studio “Oratorio: una profezia che si rinnova”, promossa giovedì 11 novembre da Università Cattolica del Sacro Cuore e Fondazione oratori milanesi (Fom). Un’iniziativa introdotta dal direttore della Fom Stefano Guidi, che è stata l’occasione per ricordare, nel centenario della morte, il beato Andrea Carlo Ferrari, cardinale e Arcivescovo di Milano dal 1894 al 1921, promotore dello sviluppo degli oratori e della loro diffusione capillare sul territorio ambrosiano e lombardo: nella sola Diocesi di Milano conta 937 strutture, l’11,36% sul totale nazionale e il 40,61% sul regionale.

L’oratorio resta uno strumento educativo centrale che però deve ripensarsi se vuole far fronte a una società in continua trasformazione. Eppure, anche in questo nuovo contesto, «è una profezia perché è sia una promessa sia una contestazione», ha aggiunto monsignor Delpini. «Sono tre le caratteristiche che lo rendono profetico: contro la tendenza alla privatizzazione che viviamo, non è un club ma è un luogo aperto a tutti; in una società in cui tutto si compra, l’accesso è gratuito; inoltre, in un mondo che vorrebbe relegare la fede a un fatto privato propone la vita spirituale come riferimento».

L’attenzione alle future generazioni ritorna nelle parole dell’assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica monsignor Claudio Giuliodori, che ha ricordato il ruolo giocato dal cardinale Ferrari nell’istituzione della Cattolica, che quest’anno celebra il centenario della propria fondazione, e il legame intenso tra l’Ateneo e la Diocesi di Milano, rappresentato dalla «continuità di impegno» per i giovani.  «Siamo consapevoli che dobbiamo ripensare i processi educativi» e gli stessi «oratori devono confrontarsi con le trasformazioni epocali in atto, caratterizzate da profondi cambiamenti dei luoghi, degli spazi e delle relazioni a livello mondiale», ha dichiarato monsignor Giuliodori. Ecco perché rappresentano un interessante «banco di riflessione» dal punto di vista della interculturalità e della interreligiosità.

Di qui la centralità degli operatori e della loro formazione. «Come Università Cattolica stiamo collaborando da tempo con la diocesi di Milano e la Fom per la formazione degli educatori nella direzione dell’invito di Papa Francesco a costruire un patto educativo globale dove le persone che hanno una responsabilità educativa possono unirsi per garantire la formazione dei giovani. Sempre il Papa ha sottolineato che nell’educazione abita il seme della speranza. L’oratorio è un terreno in cui far crescere questo seme e gli educatori ne sono i custodi», ha specificato Domenico Simeone, preside della facoltà di Scienze della formazione in Università Cattolica.

Sulla «fruttuosa» e «consolidata» collaborazione tra Fom e Cattolica, in particolare con il Dipartimento di Pedagogia, da sempre attenti al «tema dell’educazione oratoriana», si è soffermata anche Simonetta Polenghi, direttrice dell’omonimo Dipartimento. «L’oratorio è un vero e proprio oggetto della storia dell’educazione perché è uno dei contesti in cui sono cresciute intere generazioni di italiani, soprattutto in terra lombarda». Anche se negli anni «la capacità attrattiva dell’oratorio si è indebolita, soprattutto in seguito ai processi di secolarizzazione della nostra società, il valore della sua proposta educativa rimane intatto, come testimonia la sua vitalità in molte comunità cristiane».

I dati Fom lo confermano: in Italia sono 8.245 gli oratori, di cui 2.307 in Lombardia (937 nella Diocesi di Milano e 157 nel capoluogo lombardo). Un oratorio su dieci in Italia, dunque, si trova nella Diocesi di Milano dove sono frequentati dall’80% dei ragazzi fra gli 8 e gli 11 anni. Complessivamente gli oratori ambrosiani accolgono, per le loro attività e percorsi, circa 250.000 minori, compresi preadolescenti e adolescenti (in Lombardia sono complessivamente 470.000 circa). Consistente anche la presenza di minori stranieri: in alcuni oratori della Diocesi di Milano raggiunge percentuali vicine al 40-50% sul totale dei frequentanti. Quanto al numero di educatori e volontari sono circa 95.000 quelli coinvolti nell’accompagnare i ragazzi, impegnati soprattutto nei percorsi di fede.

Insomma, una realtà articolata che richiede sostegno e collaborazione per affrontare le sfide di domani. Ne è convinto Pierpaolo Triani, docente di Pedagogia generale dell’Università Cattolica. «L'educazione è un fenomeno collaborativo che chiede il concorso di molti. Per affrontare le sfide educative attuali c'è bisogno di oratori vitali, capaci di elaborare nuove proposte. Nella giornata di studio è stato messo in luce il contributo degli oratori, ma anche la loro necessità di essere sostenuti da una chiara progettualità pedagogica e da una forte alleanza territoriale».

Alla giornata di studio, articolata in due sessioni, hanno partecipato tra gli altri, monsignor Luca Bressan, professore di Teologia pastorale e vicario episcopale della Diocesi di Milano, Paola Bignardi, pedagogista già presidente dell'Azione Cattolica Italiana, e i docenti della Cattolica Paolo Alfieri, Alessandra Carenzio, Caterina Gozzoli.

 

Un articolo di

Katia Biondi

Condividi su:

Newsletter

Scegli che cosa ti interessa
e resta aggiornato

Iscriviti