È per questo che il professor Antoldi ha chiamato al tavolo, come discussant, Andrea Conti, general manager di Vanoli Basket insieme a Roberto Spagnoli, marketing manager della società cestistica cremonese. E poi Massimiliano Alvini, allenatore dell’U.S. Cremonese insieme a Stefano Allevi, responsabile marketing dei grigiorossi. «Da diversi anni – afferma Conti – Vanoli Basket ha sentito l’esigenza di sostenere il baskin attraverso il Pepo Team, la nostra squadra di baskin. L’urgenza della società è innanzitutto riempire l’esigenza formativa dei giovani. Abbiamo spinto i nostri ragazzi delle giovanili ad allenarsi e a giocare con la squadra di baskin. E mi piace sottolineare che le regole del baskin, caratterizzate dalla necessità di una visione periferica, li hanno aiutati concretamente in campo anche dal punto di vista tecnico-tattico».
Anche Spagnoli insiste sul significato fortemente formativo di questo sport: «Vogliamo mettere in luce i valori che lo sport può trasmettere efficacemente, poiché costituisce un veicolo educativo fondamentale. Quest’anno, ad esempio, abbiamo iniziato il progetto “Baskin children”: il basket integrato con i bambini delle nostre giovanili che a rotazione giocheranno con bambini con disabilità». Non poteva mancare Fausto Capellini, inventore di questa disciplina insieme ad Antonio Bodini, accanto ad Antonio Cigoli, responsabile nazionale baskin: «Nel baskin è lo sport che si adatta alla persona, non il contrario. Si adattano le strutture, i ruoli di gioco, perfino i materiali. Il baskin deve essere inclusivo. Sempre. Non bisogna dare a tutti gli stessi strumenti, ma le stesse possibilità: per esempio, quella di arrivare a canestro. Solo così fragilità e diversità diventano risorse anche nello sport».