Negli ultimi giorni, mentre Bitcoin ha superato il valore di 100.000 dollari, il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha dichiarato che Bitcoin può essere considerato un concorrente dell'oro fisico, pur non rappresentando una minaccia per il dollaro.
Di Bitcoin e della sua evoluzione si è discusso, mercoledì 4 dicembre, durante l’incontro promosso dal corso di laurea magistrale in Applied data science for banking and finance, coordinato da Alessandro Sbuelz e Daniele Tessera.
A parlare di asset digitali e finanza sono intervenuti nel campus di Mompiano Thomas Zara, Co-Founder e Managing Partner di Arkadia Digital Advisor, e Marco Caldana, Operation Manager e Bitcoin Education Lead presso la stessa azienda.
La digitalizzazione e l’innovazione tecnologica stanno ridefinendo i confini della finanza, portando Bitcoin e gli asset digitali al centro del dibattito economico globale.
Dal 1971, con la decisione di Richard Nixon di abbandonare la convertibilità del dollaro in oro, si è aperta l’era delle valute fiat, il cui valore dipende dalla fiducia nelle autorità emittenti. Questo sistema offre flessibilità e strumenti per affrontare le crisi economiche, ma può esporre le economie al rischio di inflazione e svalutazione quando l’emissione monetaria supera la crescita reale.
In questo contesto, Bitcoin rappresenta una svolta: nato nel 2009, si propone come una moneta digitale decentralizzata, con un’offerta limitata a 21 milioni di unità per garantirne la scarsità.
Inserendo nel primo blocco della sua blockchain il messaggio “Il Cancelliere sull'orlo di un secondo salvataggio per le banche”, il suo creatore, Satoshi Nakamoto, ha evidenziato l’intento di offrire un’alternativa resiliente e indipendente dalle autorità centrali. Da allora, Bitcoin si è affermato come un sistema di pagamento decentralizzato, descritto spesso come una sorta di "internet del valore".
Il confronto tra Bitcoin e la moneta fiat mette in evidenza due visioni diverse del denaro e del controllo economico. Le valute fiat, gestite centralmente, offrono stabilità e possibilità di intervento in caso di crisi, ma sono esposte al rischio di inflazione e perdita di valore nel lungo termine. Bitcoin, invece, propone un modello decentralizzato e resistente all’inflazione, ma affronta limiti importanti come la volatilità e l’assenza di meccanismi di stabilizzazione durante le turbolenze economiche.
Anche nelle sue funzioni di moneta, Bitcoin presenta sfide: come mezzo di scambio le transazioni possono essere lente e costose, la volatilità ne ostacola l’uso come unità di conto, mentre come riserva di valore rappresenta un’alternativa anti-inflazionistica, sebbene soggetta a oscillazioni di prezzo significative.