Era un uomo di grande cultura e attingeva di frequente agli apporti di varie discipline, dalla filosofia, sociologia, letteratura e in particolare all’arte, settore nel quale ha dato contributi di rilievo. Non a caso un piccolo saggio di questo suo interesse ha avuto anche spazio nel convegno con una carrellata di immagini artistiche da lui più usate e con la chiusura della giornata dedicata ad un momento musicale.
Le sue riflessioni sulla famiglia e la sua identità hanno trovato una interessante sintesi nel modello Relazionale/simbolico che abbiamo messo a punto insieme, divenuto per molti un importante punto di riferimento per la comprensione delle dinamiche familiari sul piano della riflessione teorica, della ricerca e delle sue ricadute nella pratica. Il suo “core” è la relazione generanti- generati che si nutre di una linfa simbolica etico/affettiva fatta di fiducia e di speranza entro la rotta indicata dalla giustizia che la protegge dalla caduta nell’opposto rappresentato dalla sfiducia e disperazione.
All’interno di questo quadro di riferimento il contributo di Vittorio Cigoli si distingue chiaramente per uno specifico e originale lessico, caratteristica tipica di un pensiero innovativo, con termini quali “corpo familiare”, “incorporazione”, “intrecci”, “triangolo sacro” …
Vittorio ha usato l’espressione “corpo familiare” per indicare la famiglia, un modo figurativo felice di dare consistenza e spessore alle relazioni familiari e di contrastare la evaporazione del familiare alla sola dimensione emotivo/affettiva.
Sulla stessa linea troviamo l’espressione “incorporazione” (in luogo del più usato termine identificazione) a indicare il processo di costruzione della identità e di avventura della crescita, non limitato alla relazione genitori/figli ma aperto alla trama intergenerazionale ampiamente ignota ma viva e agente.
Altrettanto felice è l’espressione “intrecci” (che compare anche nel titolo del convegno) che dà bene l’idea del combinarsi dei fili degli eventi della vita delle famiglie e dei loro vissuti, in modo che possa configurarsi come trama dotata di senso.
E infine l’espressione “triangolo sacro” ad indicare il rapporto tra fiducia, speranza e giustizia: sacro perchè va al di là del fattuale e del visibile. È questa la forza del simbolico con cui Vittorio Cigoli è stato sempre in profonda sintonia. Il simbolico familiare ha in sè un aspetto di spinta ideale, un tendere ad una realizzazione mai totalmente compiuta ma sempre pronta a ricominciare, a rilanciare, ad andare oltre, come è il caso del perdono.
In tale triangolo sacro gioca un ruolo strategico la Speranza che Vittorio Cigoli collega creativamente “ad una roccia che resiste alla caduta e alla distruzione e che è abitata dal fiore che spunta tra le rovine.”
Anche se la sua mancanza ci lascia un vuoto, siamo certi che la ricca eredità che Vittorio Cigoli ha lasciato non mancherà di far germogliare i suoi frutti nei suoi allievi e in tutti coloro che suono stati nutri dal suo pensiero e dalla sua presenza.