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Che cos’è la politica?
La presentazione del volume di Damiano Palano ha offerto una panoramica sul significato storico e filosofico della politica con incursioni sull’attualità
| Agostino Picicco
01 febbraio 2022
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In tempi estremamente complessi, caratterizzati da una recrudescenza degli egoismi nazionali, il processo di integrazione europea sembra essere dinanzi a una vera e propria involuzione, causata in primis dalla sfida illiberale lanciata da Polonia e Ungheria. Non solo. Nonostante innegabili progressi, la democrazia europea soffre ancora di un deficit di rappresentanza che ne mina l’unità e allontana il cittadino, protagonista del progetto europeo, dai principi e dalle istituzioni dell’Unione.
Tra i valori fondanti, non è però venuto meno quello della resilienza. Nonostante le divisioni e le grandi crisi, lo spirito europeo non ha mai smesso di ardere. Proprio durante uno dei periodi più difficili per l’Unione, non a caso, è iniziata a farsi largo l’idea che lo strumento che avrebbe posto nuovamente i cittadini al centro sarebbe stato quello di una grande conferenza che riuscisse a coinvolgere anche i più sperduti angoli del Vecchio Continente.
La Conferenza sul futuro dell’Europa è un’iniziativa lanciata dal Presidente francese Emmanuel Macron nel marzo 2019 attraverso una lettera indirizzata a tutti i cittadini europei dall’ambizioso titolo “Per un Rinascimento europeo”. La proposta suggeriva l’apertura di uno spazio di dibattito pubblico in cui i cittadini potessero contribuire direttamente all’elaborazione di proposte e di riflessioni per affrontare le sfide del futuro.
Dopo aver accolto l’iniziativa, la Commissione europea, tramite una dichiarazione congiunta con i presidenti del Parlamento e del Consiglio Europeo, ha avviato le procedure per la realizzazione della Conferenza su una molteplicità di temi cruciali, che spaziano dal cambiamento climatico alla migrazione, dai valori democratici alla salute.
L’approccio multidisciplinare viene supportato da una serie di strumenti predisposti al fine di raggiungere questo ambizioso obiettivo. Oltre alla possibilità di ricorrere alla piattaforma web per caricare direttamente delle proposte e per organizzare dibattiti e iniziative dal basso, sono stati istituiti quattro Panel di cittadini europei, scelti con lo scopo di concorrere alla traduzione delle proposte in veri e propri progetti da discutere in seno alla sessione plenaria della Conferenza, alla quale parteciperanno anche parlamentari europei insieme alle rappresentanze dei parlamenti nazionali e di altre istituzioni.
Proprio con l’intento di fornire delle proposte ai lavori della Conferenza sul futuro dell’Europa, giovedì 27 gennaio 2022 si è svolto workshop online “Come rafforzare la democrazia europea? Le proposte degli studenti”, promosso dal Dipartimento di Scienze politiche. All’incontro hanno partecipato un’ottantina di studenti, i quali si sono contraddistinti per la sorprendente varietà e ricchezza dei contributi offerti.
Andrea Santini, ordinario di Diritto dell’Unione europea, ha avviato i lavori e poi sono intervenuti Cristina Bon, Antonio Campati, Luca Lionello, Enrico Fassi e Chiara Marenghi. Diversi sono stati gli approcci metodologici e le prospettive proposte dai relatori, da quella giuridica a quella istituzionale, da quella politologica a quella storica.
Nel corso della discussione, le sollecitazioni giunte dai docenti hanno riguardato il coinvolgimento diretto dei cittadini europei nei processi partecipativo-deliberativi; l’importanza di usufruire dei mezzi digitali messi a disposizione per gli eventi preparatori della sessione plenaria della Conferenza; la frattura aperta al cuore dell’Unione dalle cosiddette “democrazie illiberali”; la qualità e il livello di protezione giuridica delle libertà di espressione e di stampa.
Ampio spazio è stato lasciato, in seguito, agli studenti, che hanno arricchito il momento di riflessione, ispirati da interessi e sensibilità personali. Le proposte e le sollecitazioni hanno toccato diversi temi: l’assenza di un indirizzo comune di politica estera (tanto più grave dinanzi alle tensioni tra Russia, Ucraina e NATO); la necessità di una revisione delle modalità di deliberazione del Parlamento e del Consiglio europeo; il ruolo dell’Unione europea nella promozione della democrazia oltre le proprie frontiere; il rilancio del confronto sui diritti sociali, sugli squilibri del mercato del lavoro europeo e sull’impatto della transizione ecologica sull’occupazione.
“Voglio un’Europa al servizio dei giovani. [...] Voglio un’economia che funzioni per i giovani come voi. Un’economia che corrisponda alle vostre attese”, così si è espressa la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen in occasione dell’inaugurazione dell’Anno accademico 2021-2022 del nostro Ateneo lo scorso 19 dicembre.
Difficile non essere d’accordo: soprattutto i più giovani sentono il bisogno di istituzioni europee al servizio di uno sviluppo che sia sostenibile sotto il profilo ecologico, umano e sociale. Per abbattere il muro della sfiducia e tornare a credere in una democrazia europea più forte e più giusta.
Un articolo di
Studenti della facoltà di Scienze Politiche e Sociali