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L’Università Cattolica con l’Europa al servizio dei giovani

19 dicembre 2021

L’Università Cattolica con l’Europa al servizio dei giovani

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Un secolo di futuro. L’Università Cattolica celebra i suoi cent’anni di vita scommettendo sulle nuove generazioni e su «un’Europa al servizio dei giovani». Il videomessaggio di Papa Francesco, il discorso inaugurale del rettore Franco Anelli e la prolusione della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen - nel corso dell’inaugurazione dell’anno accademico 2021-2022, che si è tenuta in Aula Magna domenica 19 dicembre - sono accomunati da una grande apertura alla speranza.

A indicarla per primo è il Santo Padre che, proponendo una “mistica” dell’Università Cattolica intorno alle parole fuoco, speranza e servizio, ha detto agli studenti: «In questi tempi confusi, resi ancora più complessi dalla pandemia, vi ripeto: non lasciatevi rubare la speranza! Non lasciatevi rubare la speranza! E non lasciatevi contagiare dal virus dell’individualismo. È brutto questo, eh! E fa male. L’università è il luogo adatto per sviluppare gli anticorpi contro questo virus: l’università apre la mente alla realtà e alla diversità; lì potete mettere in gioco i vostri talenti e metterli a disposizione di tutti».

Papa Francesco: «Non lasciatevi rubare la speranza»

Interamente rivolta ai giovani la prolusione della presidente Ursula von der Leyen. «Una nuova generazione di leader si sta formando tra queste mura». È quella «che darà forma all’Italia del dopo-pandemia. Quella generazione siete voi, studenti e studentesse che mi ascoltate oggi. Tra non molti anni sarete giovani professionisti e professioniste con idee ed energie nuove. Il futuro è nelle vostre mani. Il futuro è della prossima generazione di europei». Per questo, per la von der Leyen, «l’Europa è in buone mani».


La presidente della Commissione europea ha affidato a tre parole la missione della Ue al servizio della Next Generation per i prossimi anni e per i decenni successivi: pianeta, innovazione, democrazia. Per un futuro più sostenibile il Green Deal europeo intende dare una risposta concreta alle minacce climatiche e ambientali, favorendo allo stesso tempo una crescita economica, digitale e verde. E il nuovo Bauhaus europeo - di cui l’Università Cattolica è partner ufficiale – è un’iniziativa creativa e interdisciplinare che invita i cittadini a ripensare il proprio modo di vivere, coniugando arte, cultura, inclusione sociale, scienza e tecnologia con gli obiettivi europei di sostenibilità.

Von der Leyen: «Pianeta, innovazione e democrazia, la nostra missione»

Dalle nuove generazioni prende il nome il piano straordinario Next Generation EU che, con un pacchetto per gli investimenti di oltre 800 miliardi di euro, sosterrà la ripartenza.

Con il Piano d’azione per la democrazia europea, la Commissione vuole attuare misure che rinsaldino una prospettiva democratica europea, promuovendo elezioni libere e regolari, rafforzando la libertà dei media e combattendo la disinformazione. «La nostra missione è proteggere e ampliare la nostra democrazia» ha affermato. «L’Europa che voglio deve proteggere le persone dai contenuti illeciti online e dalla disinformazione, rendendo le piattaforme dei social media più responsabili dei contenuti che ospitano. L’Europa che voglio deve proteggere dall’incitamento all’odio e dai reati generati dall’odio, integrando l’elenco dei reati nei nostri trattati».

Un’Europa a servizio dei giovani deve essere anche in grado di ascoltarli. Per questo motivo, ha annunciato la presidente, «ho proposto di proclamare il 2022 Anno europeo dei giovani. La nostra democrazia ha bisogno del vostro impegno. Quindi dite la vostra, e l’Europa ascolterà».


Un protagonismo delle nuove generazioni rilanciato dal rettore Franco Anelli. Gli studenti «sono la nostra parte di Next generation, per loro siamo qui. Essi rappresentano il rigenerarsi della motivazione iniziale. Rinnovano ogni anno l’atto fondativo, la prima pietra posta cento anni fa». A partire dai primi, «che non mi stanco di annoverare tra i fondatori di questo Ateneo», e poi «dai sempre più numerosi giovani che ci hanno dato fiducia e che hanno permesso all’Ateneo di contribuire allo sviluppo del Paese con i suoi oltre 300.000 laureati».

Rettore Anelli: Identità, creatività e nuovi luoghi per andare oltre l'incertezza del presente

Con loro, ha detto il professor Anelli, «oggi varchiamo una soglia: comincia il secondo secolo di vita di questo Ateneo». La presenza della presidente della Commissione ricongiunge i due elementi costitutivi dell’identità di questa università: la sua dimensione nazionale e quella europea.  «In primo luogo, perché è un’università e le università sono in sé portatrici di una cultura intrinsecamente europea. L’Unione stessa non sarebbe stata concepibile senza quella comune matrice di pensiero che le università hanno contribuito a creare e diffondere; così come le nostre università di oggi non sono pensabili se non all’interno del sistema europeo dell’alta formazione e della ricerca. In secondo luogo, questa università è ancor più profondamente europea proprio perché cattolica».

Del resto, come ha detto monsignor Mario Delpini, arcivescovo di Milano nel suo saluto come presidente dell’Istituto Toniolo di Studi Superiori, «l’Università Cattolica ha una missione: il pensiero critico può essere lieto se è discernimento per introdurre allo stupore; la cultura giuridica può offrire motivazioni all’impresa di aggiustare il mondo se introduce all’arte della politica e del convivere civile secondo giustizia; la competenza economica può essere abilitazione alla responsabilità per l’ecologia integrale. Insomma, l’Università Cattolica ha la missione di testimoniare e configurare un umanesimo della speranza».

Mons. Delpini: L'umanesimo della speranza

Per questo, ha proseguito il rettore Anelli, «un’università come la nostra deve proporsi di operare come un’istituzione creativa. In una stagione di disorientamento, le università appaiono tra le poche realtà la cui funzione è rimasta pressoché intatta e pedagogicamente necessaria alla crescita delle generazioni».

Pensando a loro, il rettore ha annunciato «un passo importante per la definizione del volto dell’Ateneo del prossimo secolo». Nelle scorse settimane è stato sottoscritto il verbale di consegna dell’ala Santa Valeria della Caserma Garibaldi di piazza Sant’Ambrogio ed è stata perfezionata la convenzione con il Comune di Milano e l’Agenzia del demanio che consentirà l’avvio dei lavori di ristrutturazione. Finalmente, finalmente, dopo anni di intensi sforzi, un’aspirazione che fu già dei nostri fondatori si compie e cominciamo a vedere concreta all’orizzonte la possibilità di realizzare un grande campus urbano nel fabbricato che fu prima convento francescano e poi caserma militare per infine ospitare la Polizia di Stato; verrà così restituito alla città un rinnovato luogo di studio e cultura».

Questa diventerà, insieme a «questi storici e insostituibili chiostri, la nostra nuova casa». Un sogno quasi inafferrabile diventerà realtà. Non credo si possa immaginare un gesto più significativo per marcare il principio di un secolo».

Il rettore Anelli ha chiuso il suo discorso riferendosi ancora agli studenti. «Quando un professore entra in aula, si rende conto che in quei volti, diversi ogni anno ma animati dalla stessa attesa di conoscenza, si ricrea il senso dell’istituzione universitaria, la radice del suo esistere. Guardando un’aula gremita e gli occhi curiosi dei ragazzi, all’inizio della prima lezione del corso, si coglie il valore profetico dell’espressione di Martin Heidegger: “L’Inizio è ancora. Non è alle nostre spalle, come un evento da lungo tempo passato, ma ci sta di fronte, davanti a noi”».

A conclusione della cerimonia di inaugurazione, Irene Ferrami, laureata triennale di Scienze linguistiche e iscritta alla magistrale di Lingue, ha portato il saluto di una nutrita rappresentanza di studenti che ha incontrato in aula Gemelli la presidente von der Leyen, donandole una felpa dell’Università Cattolica. «La ringrazio a nome di tutta la gioventù europea, perché in un dialogo ciò che conta di più è avere qualcuno che ascolta, e il suo grande impegno nell’aiutarci a prenderci cura del nostro pianeta, nell’aiutarci a prenderci cura del nostro futuro e nell’aiutarci a non perdere la speranza è il più grande esempio di ciò che è l’Unione Europea. Grazie, dal profondo del cuore dell’Europa».

Un articolo di

Paolo Ferrari e Katia Biondi

Paolo Ferrari e Katia Biondi

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