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Il master Comunicare lo sport a Livigno, direzione Milano-Cortina 2026

25 maggio 2023

Il master Comunicare lo sport a Livigno, direzione Milano-Cortina 2026

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C’è un’Olimpiade che sarà, quella di Milano-Cortina 2026. E un’Olimpiade che già esiste, fatta di allenamenti quotidiani, di sacrifici enormi, ma anche dell’organizzazione della macchina olimpica e di scelte politiche. Aspetti meno romantici, senza dubbio, ma altrettanto fondamentali. Per capire davvero cosa significhi ospitare le Olimpiadi, gli studenti del master Comunicare lo sport hanno vissuto un weekend straordinario tra le Alpi Retiche. A Livigno, una delle sedi delle gare delle Olimpiadi invernali 2026 insieme a Milano, Cortina d'Ampezzo, Bormio, Anterselva e alla Val di Fiemme.

«La realtà di Livigno ha permesso ai nostri studenti di avere uno sguardo completo», spiega Paola Abbiezzi, direttrice didattica del master. «Grazie all’Azienda di promozione turistica di Livigno è stato possibile ricostruire in che modo la località abbia saputo utilizzare lo sport come leva comunicativa. E come stia valorizzando, attraverso una buona comunicazione, il fatto di essere città olimpica dentro un’Olimpiade che si chiama Milano-Cortina».

Due giorni pieni di emozioni per i venti studenti del master, tra atleti olimpici e infrastrutture sportive che ospiteranno i Giochi. Ma non solo. «È stato davvero istruttivo», racconta Lisa Giofré, studentessa del master. «Ho capito che il mondo dello sport non è solo quello che pensiamo e vediamo: c’è tantissimo altro materiale, dietro le quinte, sul quale può lavorare chi fa comunicazione. E poi mi ha colpito tantissimo l’interesse per quegli sport che apparentemente non sembrano ideali per questo territorio, come il nuoto».  

Non a caso, la prima struttura che gli studenti hanno visitato è il centro di preparazione olimpica Aquagranda, l’unico in Italia a consentire la preparazione atletica in altura. «Gli allenamenti in alta quota sono preziosi», spiega la professoressa Abbiezzi, che è stata recentemente inclusa tra le #100esperte per lo sport. «Per questo motivo Livigno ha sfruttato al meglio le sue doti naturali offrendo agli atleti di alto livello piste di atletica, campi da calcio e un nuovissimo centro di preparazione olimpica con una piscina da 50 metri: c’erano ancora gli scatoloni con le ultime piastrelle accatastate».

Dalla piscina al poligono del biathlon è un attimo, a Livigno. La disciplina di Dorothea Wierer e Lisa Vittozzi, divenuta olimpica nel 1960 (ma solo a Albertville '92 per le donne), vedrà undici gare a Milano-Cortina. Non è questo però il momento per la teoria, così gli studenti hanno sperimentato il proprio sangue freddo al tiro al bersaglio grazie agli attenti suggerimenti di Thomas Bormolini, biatleta con tre podi a squadre all’attivo in Coppa del mondo e due partecipazioni ai Giochi olimpici, a Pyeongchang e a Pechino. «In un gesto atletico di una manciata di secondi ci sono anni e anni di lavoro. Provare per la prima volta il biathlon e farlo con un atleta olimpico è stato incredibile», racconta Nicole Palazzolo, una delle studentesse che hanno vinto contro i colleghi maschi una mini-sfida degna della telecronaca di Dario Puppo e Massimiliano Ambesi

Questa esperienza, una novità assoluta per il master diretto da Piermarco Aroldi giunto alla sesta edizione, è stata realizzata grazie alla supervisione di Jacopo Pozzi, docente del workshop Comunicare lo sport, che ha interagito con il corso di Nicoletta Vittadini e Marco Del Checcolo, Comunicare lo sport nell'era digitale. «Per la prima volta abbiamo svolto un brief a 360 gradi, in modo professionale, rapportandoci in modo diretto con i professionisti», racconta un altro studente, Luca Sartirana. «Provare il biathlon è stato indimenticabile, ma ancora di più lo è stato constatare la gestione della pressione di atleti pronti a giocarsi le Olimpiadi in casa».

Atleti come Jole Galli, fresca vincitrice della medaglia di bronzo a squadre ai Mondiali nello ski cross. Una disciplina che nel 2026 disputerà le gare proprio a Livigno. «Jole ci ha raccontato che vede la pista dove gareggerà dal balcone di casa», spiega con un sorriso Paola Abbiezzi. «Per lei non saranno le Olimpiadi di casa, ma sotto casa. Oltre all’emozione di arrivare ai Giochi olimpici, questo la carica di una grande responsabilità». Per gli studenti, intorno a un grande tavolo all’Aquagranda e guidati da Jacopo Pozzi, l’incontro con Jole è stata l’occasione per ragionare sulla costruzione del racconto di un’atleta. «In linea con l’approccio del nostro master», prosegue Abbiezzi. «Che non è giornalistico, ma è quello del racconto finalizzato a far emergere al meglio la storia dell’atleta, e a costruirne il posizionamento». 

«Ho respirato davvero l’aria olimpica», chiosa Alice Benassi. «Uscire dalla classe è andare sul posto aiuta a capire nel dettaglio cosa significhi organizzare un grande evento sportivo. La cosa che mi è piaciuta di più è il viaggio in motoslitta di sera verso la baita, sotto un cielo indimenticabile». Perché a Livigno, sull’ultima neve della stagione, per raggiungere un bel piatto di pizzoccheri sono già pronte le motoslitte. Alla baita Teaborch, ai piedi della nuova cabinovia Carosello 3000, per spiegare agli studenti i segreti della preparazione della neve c’è Tobia Silvestri, giovane ma già esperto gattista che ha già contribuito alla preparazione delle piste nelle Olimpiadi in Corea e in Cina.

«Pensavo che un evento così importante non avesse bisogno di così tanta comunicazione: sono le Olimpiadi, si pubblicizzano da sole», racconta Marco Canestrelli. «In realtà c’è un grandissimo lavoro dietro, affinché Livigno possa emergere tra le località più importanti in questo evento maestoso». «È stata un’esperienza che non si vive tutti i giorni», continua un altro studente, Francesco Augurio. «Proporre questa esperienza qualche mese dopo l’inizio del master è stata un’ottima idea, perché ci ha aiutato a unirci ancora di più come gruppo». 

«Fino al 2026 le Olimpiadi invernali saranno uno dei temi fondamentali nel nostro percorso formativo», spiega Abbiezzi. Non a caso nella Faculty ci sono docenti che lavorano alla Fondazione Milano-Cortina. «Ciò che ci interessa di più è la valorizzazione dei territori con le loro specificità, non solo per il mese olimpico ma soprattutto per il futuro», perché «il tema fondamentale è la legacy delle Olimpiadi». 

Un articolo di

Francesco Berlucchi

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