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Il matrimonio concordatario tra ordinamento della Chiesa e dello Stato

18 marzo 2025

Il matrimonio concordatario tra ordinamento della Chiesa e dello Stato

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Il matrimonio concordatario sviluppa una precisa identità giuridica disciplinata nei Patti Lateranensi del 1929, nell’accordo di revisione tra Santa Sede e Repubblica Italiana che nel 1984 ha aggiornato il Concordato, nelle varie sentenze che nei decenni hanno apportato modifiche e correttivi alla normativa pattizia.

A fare il punto giovedì 13 marzo in Aula Magna è stato un qualificato e autorevole protagonista del diritto della Chiesa, il Cardinale Dominique Mamberti, Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica - l’equivalente della Corte di Cassazione dell’ordinamento italiano - profondo conoscitore della realtà ecclesiale anche grazie agli incarichi diplomatici ricoperti in precedenza in varie aree geografiche, come ha sottolineato il promotore della lectio, Andrea Bettetini, docente di Diritto canonico e di Diritto ecclesiastico nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. L’attuale incarico del Cardinale ne evidenzia la delicatezza, considerando che il Supremo Tribunale della Chiesa sovrintende alla giustizia ordinaria, a quella amministrativa per la Curia Romana ed è organo di giustizia in materia disciplinare.

Iniziando a inquadrare l’importanza del tema del matrimonio nel diritto canonico ed ecclesiastico il Cardinale Mamberti ha reso omaggio a due grandi maestri dell’Università Cattolica che hanno studiato a fondo l’istituto matrimoniale e le cui opere costituiscono ancora oggi autorevole dottrina: Orio Giacchi e Ombretta Fumagalli Carulli, docenti e studiosi del diritto anche in chiave inter-ordinamentale.

Ha ricordato, poi, che i Concordati sono strumenti per una sana cooperazione tra Stato e Chiesa su materie di comune interesse come appunto è l’istituto del matrimonio. Di qui d’obbligo il richiamo all’articolo 7 della Costituzione Italiana per cui Stato e Chiesa sono ciascuno nel proprio ordine indipendenti e sovrani. E l’ordine della Chiesa è quello spirituale, come del resto già Leone XIII aveva teorizzato circa i due ordinamenti, concetti ripresi da Giovanni Battista Montini e Giorgio La Pira che avevano ispirato la formulazione dell’art. 7, citato nel preambolo della riforma del Concordato.

In chiave storica il Cardinale Mamberti ha ricordato che il Codice civile del 1865 non prevedeva alcun collegamento del matrimonio con l’ordinamento canonico né dava prescrizioni relative alla precedenza temporale tra quello civile e quello religioso. Il matrimonio religioso era un fatto privato privo di rilevanza civile ma la compresenza di una normativa civile e di una canonica poteva innescare un conflitto, situazione poi risolta proprio con il Concordato del 1929 che prevedeva gli effetti civili del matrimonio canonico. A tale questione teneva molto il pontefice del Concordato lateranense, Pio XI, perché gli stava a cuore la famiglia. A questo proposito c’è un aneddoto raccontato da Orio Giacchi, allora studente di Giurisprudenza, per cui il Papa, parlando in occasione di una udienza ai docenti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, il 13 febbraio del 1929, un paio di giorni dopo la firma dei Patti, pur di risolvere la lacuna normativa dell’efficacia del matrimonio canonico nel diritto civile, usò un’espressione che non si trova nel discorso ufficiale (ma che Giacchi e altri testimoni ricordano), secondo la quale «sarebbe andato a trattare con Belzebù» pur di riuscire a disciplinare tale situazione. In altra occasione ebbe a dire che «il Concordato procura un beneficio così grande che avremmo volentieri sacrificato la nostra stessa vita».

Venendo a tempi più vicini il Cardinale ha citato l’Accordo di revisione e le sentenze della Corte Costituzionale con la quale si pongono dei limiti alla esecutività delle sentenze canoniche nel senso che non possono conseguire effetti civili se in contrasto con i principi dell’ordinamento italiano, in particolare con i principi di diritto pubblico e di diritto alla difesa delle parti.

Al cuore di tali norme, e nel magistero consolidato di tutti i pontefici, c’è che per la Chiesa cattolica la famiglia e il matrimonio sono elementi fondamentali. «Il matrimonio - ha affermato il Cardinal Mamberti - è immagine dell’unione di Cristo e della Chiesa, fonte della grazia sacramentale che il matrimonio canonico dà ai coniugi. Il Catechismo della Chiesa Cattolica lo esprime bene: sorgente di ogni vita cristiana il matrimonio dà la grazia di amarsi con l’amore con cui Cristo ha amato la sua Chiesa».

È dunque convinzione della Chiesa che il matrimonio canonico è ancora oggi istituto fondamentale per la vita dell’umanità e la famiglia è la cellula basilare della società che merita di essere protetta anche dalle istituzioni dello Stato.

 

 


Photo by Estonian Foreign Ministry | CC BY 4.0

Un articolo di

Agostino Picicco

Agostino Picicco

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