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Il modello di M4 per la legalità nelle Grandi Opere

03 dicembre 2025

Il modello di M4 per la legalità nelle Grandi Opere

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Nonostante il continuo dibattito in Italia sul rischio di infiltrazioni mafiose nelle Grandi Opere, i numeri sui controlli antimafia negli appalti sono quasi sconosciuti. È per questo che il centro di ricerca Transcrime, il suo spin-off Crime&tech e M4 S.p.A. hanno condotto il primo studio empirico in Italia sui controlli di legalità in una Grande Opera: i lavori per la realizzazione della nuova ‘linea blu’ della metropolitana di Milano.

Lo studio, presentato in Università Cattolica a Milano mercoledì 3 dicembre, ha fatto luce sull’entità e complessità dei controlli necessari per il presidio della legalità in un’opera strategica e con cantieri diffusi sul territorio. L’analisi sulla filiera delle imprese e sulle maestranze permette di ragionare su fattori e strumenti per politiche efficaci di prevenzione delle infiltrazioni criminali, a beneficio di stazioni appaltanti, autorità e imprese in Italia. 

Lo studio

La costruzione della Linea blu ha coinvolto oltre 1.300 imprese, quasi 4.500 contratti e più di 16.000 lavoratori, impiegati sui 15 km di cantieri diffusi sul territorio di Milano per oltre 10 anni.

I lavori sulla M4 si sono strutturati come una Grande Opera ‘a filiera corta’: oltre la metà (57%) dei lavori eseguiti è rimasta al primo livello di appalto.

Il 94% delle imprese coinvolte ha sede legale in Italia e, di queste, quelle lombarde hanno contribuito a più del 40% del valore delle opere. Le imprese del Centro-Sud Italia hanno contribuito a più del 30% del valore totale, con numerosi piccoli comuni che hanno beneficiato in modo rilevante dell’impatto economico delle commesse.

Il 67% dei lavoratori è nato in Italia, di cui circa il 17% ha più di 60 anni. Tra I lavoratori giovani importante è il contributo di quelli nati all’estero – prevalentemente in Albania, Romania ed Egitto – con una percentuale di under 30 quasi doppia rispetto alla rispettiva quota tra i lavoratori nati in Italia.

I lavori hanno richiesto oltre 5.400 verifiche antimafia, attivate da M4 in linea con il Protocollo di legalità sottoscritto nel 2014 con la Prefettura di Milano. Di queste circa il 40% delle verifiche è stato soddisfatto tramite iscrizione delle imprese in white-list antimafia.
Il restante 60% ha richiesto un’istanza di informazione liberatoria alle Prefetture, di cui Il 99,9% ha avuto esito positivo; solo in 6 casi (lo 0,1%) è stata emessa un’interdittiva antimafia.

I tempi medi delle risposte prefettizie sono stati di 117 giorni (4 mesi circa), con il 40% dei riscontri prevenuti oltre il limite normativo di 30 giorni, in un complesso bilanciamento tra gestione della legalità e tempi dei cantieri.

M4 ha inoltrato all’ANAC 35 segnalazioni per accertare la sussistenza di false dichiarazioni sui requisiti ex D.lgs. 163/2006: il 75% ha condotto all’applicazione di sanzioni economiche e alla segnalazione nel casellario informatico ANAC. 

Il numero di sanzioni è diminuito nel tempo grazie a una maggiore diffusione della cultura della legalità tra le imprese coinvolte, facilitata anche dall’introduzione di una piattaforma proprietaria di monitoraggio (SILEG-M4), riconosciuta come misura incrementale antimafia dalla Prefettura di Milano e che può essere messa a disposizione a titolo gratuito per opere di pubblica utilità con convenzioni specifiche, facilitando i controlli antimafia a livello nazionale.

Lo studio presentato oggi è solo uno dei risultati del Protocollo di intesa firmato da M4 S.p.A., Transcrime – Università Cattolica e Crime&tech nel settembre 2024. La collaborazione ha portato inoltre all’applicazione esplorativa di un sistema innovativo di profilazione del rischio delle imprese coinvolti sui Lavori di M4 S.p.A., basato sugli indicatori di anomalia sviluppati nelle ricerche di Transcrime, che potrebbero essere applicati anche per prioritizzare e facilitare i controlli antimafia in opere future; allo scambio di know-how e informazioni tra la piattaforma  per i controlli di legalità di M4 S.p.A. (SILEG-M4) e gli strumenti di risk assessment di Crime&tech (come RISK VISIONER), sviluppati nell’ambito di precedenti progetti di ricerca (come il progetto DATACROS) e già utilizzati da autorità e imprese per la valutazione dei rischi di appalti e terze parti. Il protocollo porterà al potenziamento di questi strumenti a beneficio del sistema nazionale dei controlli antimafia. 

Il professor Ernesto Savona, direttore di Transcrime ha evidenziato che «i dati messi in luce da questo studio sono molto utili per comprendere come gestire i controlli di legalità nelle Grandi Opere complesse e come migliorare il sistema antimafia nei lavori pubblici. Ad esempio, l’applicazione sperimentale di indicatori di rischio permetterebbe di definire le priorità nelle verifiche antimafia, ridurre i tempi di risposta delle autorità e quindi efficientare il bilanciamento tra controlli di legalità ed esigenze dei cantieri».

Grato della preziosa collaborazione con Transcrime e Crime&tech Alessandro Lamberti, presidente di Metro 4 S.p.A., ha dichiarato che «la Linea Metropolitana 4 non è stata solo una sfida ingegneristica, ma un impegno costante per elevare la legalità e la trasparenza a pilastri della nostra governance. La piattaforma SILEG-M4 è uno strumento fondamentale che ha garantito il rigoroso presidio dei cantieri e ha confermato che investire in legalità è la base per la sostenibilità delle Grandi Opere pubbliche in Italia».

Durante la tavola che è seguita alla presentazione dei dati Francesca Rizzi, responsabile Ufficio Protocolli di legalità, anticorruzione e trasparenza di M4 S.p.A., ha evidenziato il successo di controlli che hanno permesso che il 99,9% delle verifiche antimafia abbia avuto esito positivo, ma quasi la metà degli esiti arrivati con ritardi in media di quattro mesi ha richiesto per M4 l’assunzione di un rischio importante in fase di contrattualizzazione. Qui un margine di miglioramento c’è, perché l’impiego di indicatori di rischio permette di «avere un cruscotto per identificare i livelli di rischio e concentrarci, così, su quelle imprese che si collocano nella fascia di rischio alto tra quelle per le quali non è pervenuto l’esito della verifica».  

Intervenendo nel dibattito il professore di Diritto penale e coordinatore dell’Alta Scuola “Federico Stella” sulla Giustizia penale Matteo Caputo è intervenuto su come bilanciare controlli di legalità ed esigenze di continuità dei lavori.

«Questa ricerca che nasce da un’esperienza complessa produce un significativo aumento di conoscenza sui controlli di legalità nella pratica – ha detto Caputo –. Spero che i risultati possano rappresentare una best practice per l'architettura dei controlli nelle Opere in Italia».

Lo studio presentato pone, grazie all’apporto della tecnologia, l’idea di una nuova compliance integrata. «Come vediamo nelle recenti indagini della Procura di Milano, ciò che sempre più spesso viene contestata alle imprese è la mancanza di controlli non solo all'interno, ma anche esterni sulla filiera – ha concluso Caputo –. Queste nuove tecnologie permettono un risparmio di tempi e di costi per allungare il braccio operativo e di controllo su tutta la filiera». 

Un articolo di

Redazione

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