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Anelli: «Investiamo ancora sui giovani»

25 marzo 2021

Anelli: «Investiamo ancora sui giovani»

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Pubblichiamo un estratto dell'intervista al Rettore Franco Anelli pubblicata giovedì 25 marzo 2021 sul quotidiano Avvenire

Le università cattoliche del mondo, quando organizzano gli incontri virtuali della loro rete globale, si regolano su un fuso orario singolare, con l’ora zero che corrisponde alle 13 italiane. «È il momento della giornata in cui a Sydney non è troppo tardi e a Rio de Janeiro non è troppo presto », spiega scherzosamente il rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Franco Anelli. La collaborazione con le università cattoliche internazionali, che si fa particolarmente stretta con i sette atenei che fanno parte della Strategic Alliance of Catholic Research Universities e il coinvolgimento nel Global Compact on Education voluto da papa Francesco sono tra i fronti sui quali l’Università fondata da padre Agostino Gemelli è impegnata, ma il più caldo è certamente quello delle attività relative al proprio centenario. La Cattolica fu inaugurata il 7 dicembre 1921, in un’Italia alle prese con un dopoguerra reso ancora più doloroso dall’epidemia di spagnola; oggi celebra un secolo di attività in una stagione di nuovo delicata, nella quale la lotta al coronavirus si intreccia con istanze non rinviabili di ricostruzione e riscatto. «Una sfida impegnativa – ammette Anelli –, ma anche la conferma di quanto fosse lungimirante l’intuizione di padre Gemelli e dei suoi collaboratori».

La loro lezione è ancora attuale? 

Senza dubbio, ed è proprio questa la prospettiva con la quale la Cattolica si predispone a riflettere sulla ricorrenza del centenario. Cambiano le condizioni storiche, non i motivi ispiratori di una scelta che, allora come oggi, puntava a rendere ancora più incisivo il contributo dei credenti. Un secolo fa si trattava di sanare la contraddizione tra una società profondamente innervata dalla fede e la marginalizzazione che gli studiosi cattolici pativano in campo accademico. Il vero obiettivo dell’Università consisteva nell’aprire uno spazio nel quale la voce dei cattolici fosse riconoscibile in tutta la sua autorevolezza. E questo obiettivo, mi preme sottolinearlo, è stato subito perseguito in modo non meno pragmatico che teorico. Dal 1921 a oggi investire sui giovani ha significato, per esempio, mettere a punto un sistema che favorisse gli studenti più bisognosi, secondo modalità che di fatto anticipano il dettato della Costituzione a proposito del sostegno ai 'capaci e meritevoli'. La Cattolica nasce per rispondere a un’esigenza educativa diffusa, per favorire un progresso sociale che negli anni ha visto tanti nostri laureati protagonisti della vita del Paese, per dimostrare la possibilità di un modello di studi che, senza mai rinchiudersi in una mentalità confessionale, renda ragione di un’identità e di una particolarità. Il celebre motto di padre Gemelli, che invitava ad 'agire soprannaturalmente nel cuore della realtà, rimane più che mai valido.

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Redazione

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